Bertolucci su Cecchinato: "Maturità da campione"

Interviste

Bertolucci su Cecchinato: “Maturità da campione”

Su Giorno – Carlino – Nazione Sport, l’intervista del Direttore a Paolo Bertolucci: “Una meraviglia per tutti. Con Thiem ha chance ma deve recuperare anche mentalmente”

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PAOLO BERTOLUCCI: “MATURITÀ DA CAMPIONE. UNA MERAVIGLIA PER TUTTI” 

Bertolucci emozionato: “Partita pazzesca”

Paolo Bertolucci, oggi telecronista Sky dopo essere stato n.12 del mondo nell’agosto 1973, aveva giocato come Cecchinato i quarti di finale al Roland Garros. Il tennista di Forte dei Marmi non aveva ancora 22 anni e perse in 4 set contro il croato Nikki Pilic che in semifinale batté poi anche Adriano Panatta, ma in 3 set. “È incredibile quello che ha saputo fare Marco Cecchinato — dice —. Io ero giovane, ricordo che ero emozionatissimo quel giorno dei quarti, prima volta sul centrale, decine di migliaia di spettatori, mai avuti prima. Io avevo battuto Arthur Ashe, uno dei primi 5 tennisti del mondo, ma Pilic era mancino e serviva benissimo. Né io né Panatta riuscivamo a rispondere come avremmo voluto. La partita di Cecchinato è stata entusiasmante, pazzesca. Sono ancora tutto emozionato. Nel primo set Djokovic era partito male, ma dopo è tornato lui e il livello è stato mostruoso”.

Che cosa ti ha colpito di Cecchinato?
La maturità. Nei due tiebreak, entrambi vinti alla grande, sembrava un giocatore che ha già vissuto anni e anni di esperienze simili. Di fronte a uno dei giocatori più forti degli ultimi 30 anni, forse di sempre, uno stadio pieno, non ha mai tremato. Fino a poco tempo fa giocava davanti a 27 spettatori…

E poi?
Ha avuto un calo nel terzo set e all’inizio del quarto, ma poi è tornato su, e i colpi migliori li ha fatti lui. Sembrava averne di più, anche fisicamente. Vinceva anche gli scambi di 30 palleggi che di solito sono sempre di Djokovic. Per Novak è una bella mazzata… Sento dire che minaccia di non giocare a Wimbledon…

Marco Cecchinato e Novak Djokovic – Roland Garros 2018 (foto via Twitter, @rolandgarros)

Marco aveva già battuto Carreno Busta e Goffin, due top-ten o quasi. Ti ha sorpreso?
Può anche capitare che uno vinca un torneo a Budapest dopo aver perso nelle qualificazioni ed essere stato ripescato. E l’avevo visto piuttosto bene a Montecarlo. Ma confesso che non lo conoscevo molto. Però, se batti Busta e Goffin e il Djokovic di oggi, che non era quello di due mesi fa, non è un caso. Nel tiebreak ha giocato nei punti importanti come se avesse sempre giocato a questi livelli.

Poteva perdere qui al primo turno, è stato a due punti dal ko con il n.94 del mondo.
È venuto fuori dal nulla. Nessuno lo aveva minimamente sentito, né tecnici né giornalisti mi avevano mai detto “guarda che Cecchinato può venire su bene”.

Sono stati 160 gli Slam italiani senza mai una semifinale dal ’78, solo sfortuna?
Certo che no. Non siamo stati abbastanza bravi. I vari Gaudenzi, Camporese, Furlan e in tempi recenti Fognini hanno avuto qualche occasione, ma non abbiamo avuto un crack.

Cecchinato può vincere contro Thiem in semifinale?
Certo che ha chance. Ha due giorni per recuperare, ma gestire interviste, telefonate, che arrivano tutte all’improvviso non è facile. Se recupera mentalmente e gioca sempre così… Ma dipenderà molto da Thiem.

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