Si apre il regno di Roger VI. Federer-Nadal, staffetta infinita (Cocchi). Dopo quasi un anno riecco Murray: "Sto migliorando" (Gazzetta dello Sport)

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Si apre il regno di Roger VI. Federer-Nadal, staffetta infinita (Cocchi). Dopo quasi un anno riecco Murray: “Sto migliorando” (Gazzetta dello Sport)

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Si apre il regno di Roger VI. Federer-Nadal, staffetta infinita (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Un lungo, infinito scambio tra gli dei del tennis. Un match iniziato a gennaio e non ancora finito, con l’ennesimo avvicendamento alla vetta del ranking del tennis mondiale. E ancora una volta sono Roger Federer e Rafa Nadal i protagonisti assoluti. I Fab Four ormai sono diventati Fab Two, perché gli altri due non hanno retto la concorrenza dei fenomeni. Il punto, ieri, l’ha fatto Roger Federer, che conquistando l’accesso in finale al torneo di Stoccarda, ha strappato lo scettro a Rafa Nadal. Lo svizzero è di nuovo il numero 1 al mondo, e il maiorchino fresco di undicesimo titolo al Roland Garros deve fare un passo indietro lasciando la ribalta per almeno un paio di settimane al rivale svizzero. La semifinale contro Kyrgios ha visto lo svizzero cedere il primo set al tie break, giocato in modo impeccabile dall’australo-greco pazzerello, capace di alternare momenti di totale assenza ad altri di splendida ispirazione. Nel 2° set, Nick è scomparso lasciando uno spiraglio aperto a Re Roger. Ci ha provato Kyrgios a chiudere al tie break del 3° set, ma qualche errore di troppo e l’assoluta determinazione dell’illustre avversario hanno avuto la meglio. Oggi Federer, che non ha mai vinto sull’erba di Stoccarda, si giocherà la finale contro il redivivo Milos Raonic. Il canadese, passato sotto le cure di Goran Ivanisevic e finalmente ritrovato fisicamente, cercherà di rompere un digiuno che dura dal torneo di Brisbane di gennaio 2016, quando riuscì a battere proprio Federer. Il vincitore di 20 titoli del Grande Slam, dunque, si installa al vertice della classifica mondiale ufficialmente domani e per lui, che «migliora» il primato di più anziano numero 1 già centrato a febbraio, sarà la 301^ settimana in carriera. Un vantaggio minimo, quello su Rafa Nadal: appena 50 punti, che diventeranno 150 in caso di successo questo pomeriggio contro il canadese. Il sesto regno di Roger, che mette fine al sesto regno di Rafa, sarà quindi da tenere stretto con le unghie a partire dalla settimana prossima, ad Halle, dove ci sono da difendere i 500 punti del titolo conquistato lo scorso anno e subito dopo toccherà ai duemila punti di Wimbledon. Ma questo fenomeno che a 36 anni 10 mesi e una settimana si arrampica al top con l’agilità e l’entusiasmo di un ragazzino, ha sempre voglia di spostare più in alto l’asticella senza mai guardare l’età, da sempre definita «solo un numero». Quello di ieri tra le due icone del tennis mondiale, protagonisti assoluti delle ultime due stagioni, è il quinto avvicendamento dell’anno, e per avere più cambi al vertice (otto), bisogna tornare al 1999 dove a darsi il cambio al n. 1 erano stati cinque: Moya, Sampras, Kafelnikov, Agassi e Rafter. Se alla vigilia del torneo, al rientro in campo dopo 80 giorni, Federer aveva definito la possibilità di tornare al vertice «una motivazione extra», ieri dopo le quasi due ore in campo contro Kyrgios, ha ammesso di essere: «Soddisfatto e sollevato», e ha aggiunto: «Contro Nick mi aspettavo un match di questo tipo, per niente facile, ma alla fine sono riuscito a trovare la strada giusta e sono davvero felice di essere di nuovo al numero 1». Niente a che vedere con l’emozione di febbraio, quando durante una piccola cerimonia dedicata al suo ritorno al vertice dopo oltre cinque anni, Roger l’imperturbabile si era commosso al cospetto del team e della famiglia, arrivata per festeggiarlo. Ma nella vita, si sa, ci si abitua a tutto, anche a essere Roger Federer.

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Dopo quasi un anno riecco Murray: «Sto migliorando» (La Gazzetta dello Sport)

Da Wimbledon 2017 al Queen’s 2018: dopo quasi un anno di stop, Andy Murray tornerà in campo sull’erba di casa. L’ex numero 1, precipitato al n. 157 del ranking mondiale, non ha più giocato in competizioni ufficiali da luglio 2017, quando era stato eliminato ai quarti di Wimbledon anche a causa di un infortunio a un’anca che lo ha costretto a un intervento chirurgico in gennaio e una lunghissima convalescenza. «Andy Murray giocherà» hanno ufficializzato gli organizzatori, che avevano dovuto incassare il forfeit di Nadal. Dopo l’operazione subita nel gennaio scorso, Murray ha cercato di programmare il suo rientro proprio per la stagione sull’erba, superficie che già gli ha regalato due trofei a Wimbledon. Il 31enne scozzese si allena regolarmente da due settimane e ha preso la decisione finale venerdì dopo aver giocato con il suo connazionale Cameron Norrie, n°79 al mondo. «Sono migliorato giorno per giorno, sono riuscito a giocare due set — ha detto Murray —, ho aspettato il giorno seguente per capire come mi sentivo e non provavo dolori. Così ho deciso di partecipare». L’esordio non sarà certo facile, visto che dovrà giocare contro Nick Kyrgios, ma Andy ha almeno la tradizione dalla sua, visto che i precedenti sono tutti in favore dello scozzese.

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