Challenger Milano: Joao Domingues, il tennista "architetto"

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Challenger Milano: Joao Domingues, il tennista “architetto”

Lorenzo Giustino si arrende al tennis preciso e puntuale del 24enne portoghese che qualche anno fa aveva intrapreso gli studi di architettura. Le difficoltà per giocare a tennis in Portogallo. Giovedì con quattro italiani, derby Quinzi-Arnaboldi

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Sobrio, tranquillo, quasi delicato nelle movenze e nel modo di porsi. Nel comportamento di Joao Domingues c’è molto dei suoi genitori, nonché di una cultura superiore alla media di molti colleghi. Quando aveva finito le scuole superiori ha iniziato a studiare architettura, poi ha scelto di provarci sul serio con il tennis, basandosi soltanto sulle sue forze. Perché fare il tennista, in Portogallo, è molto complicato. 25 anni da compiere a ottobre, l’anno scorso ha vinto il suo unico ATP Challenger (in Italia, a Mestre) e ha conquistato il best ranking al n.170 ATP. All’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS di Milano (43.000€ + H, terra) è tra i giocatori che hanno espresso il miglior tennis. Dopo aver estromesso Carlos Berlocq, ha ottenuto un altro successo di rilievo contro Lorenzo Giustino. Il ragazzo di Oliveira De Azemeis si è imposto 7-6 6-2, peraltro dopo aver rimontato da 3-5 nel primo set.

Piccolino, senza particolare muscolatura, fonda il suo tennis su tattica, corsa e intelligenza. Vinto il primo set, è scappato via 3-0 nel secondo e ha contenuto il ritorno di Giustino, che nel game sul 4-2 lo aveva costretto ai vantaggi. Scampato il pericolo, ha raccolto il pass per i quarti. “Giustino è un gran giocatore, difficile da affrontare perché ha grandi colpi e tira molto forte – ha detto Domingues – il primo set è stato cruciale per entrambi. Dopo averlo vinto, sono stato superiore mentalmente. Non avevo iniziato troppo bene, ma poi ho raggiunto un buon livello e credo di essere pronto per la prossima partita”. Dando un’occhiata a ranking e risultati, tuttavia, il 2018 di Domingues non è troppo positivo. A parte una semifinale a Tunisi, non ha raccolto molto. “In realtà sto giocando meglio – replica – in questo momento non sto pensando al ranking, ma soltanto a migliorare il mio gioco. Se crescerò, il ranking verrà di conseguenza. Adesso il mio focus è giocare meglio a tennis. Va detto che a inizio anno ho giocato i tornei ATP, dove è molto più complicato ottenere punti. Ma in questo momento sto cercando il livello, non la classifica”.

ZERO SPONSOR – In un mondo – quello dei Challenger – dove non girano troppi soldi, Domingues mostra di credere al suo progetto perché viaggia con allenatore (Joao Antunes) al seguito. Un costo in più. “A questi livelli è molto difficile e dispendioso. In un Challenger come questo è complicato, perché riesci a compensare i costi soltanto se arrivi almeno in semifinale. Ancora meglio se vai in finale o vinci. Io ho molte spese e nessuno sponsor. Per fortuna, i miei genitori possono permettersi di aiutarmi”. In realtà, il tennis portoghese è florido come non mai. Tuttavia, i media non sembrano molto attenti. “Purtroppo non si parla di tennis. Le cose vanno un po’ meglio ma, come è ovvio, si parla soprattutto di calcio. Due mesi fa Joao Sousa ha vinto l’Estoril Open ed è stato un grande evento, perché c’è stata molta visibilità e pubblicità. Per gli aspiranti professionisti è difficile trovare uno sponsor perché non abbiamo molta visibilità. Se non hai risorse a sufficienza, non ci sono sponsor. I giornalisti parlano quasi solo di calcio, ma spero che le cose possano cambiare perché oggi abbiamo diversi top-300, come non era mai accaduto. Oltre a Joao Sousa ci sono Pedro Sousa, Gastao Elias, il sottoscritto, mentre in passato c’erano stati Frederico Gil e Rui Machado… spero che il tennis abbia un impatto sempre maggiore”.

E chissà che questo ragazzo così timido ed educato non possa avere un ruolo in tutto questo. Dovesse andare male, potrà sempre pensare di fare l’architetto. “Oh, non so! Per ora non voglio pensarci, ma è una possibilità”. Nei quarti, l’asticella delle difficoltà salirà ancora: Domingues se la vedrà con la testa di serie numero 1, nonché favorito del torneo, Laslo Djere. Il serbo ha battuto il secondo spagnolo di fila: dopo aver superato Jordi Samper Montana, si è sbarazzato in due set di Bernabe Zapata Miralles. Nella parte bassa, hanno centrato i quarti Pedja Krstin e Rogerio Dutra Silva. Il brasiliano, testa di serie numero 3, ha rimontato un break di svantaggio sia nel primo che nel secondo set contro il francese Hugo Grenier, salvo poi imporsi col punteggio di 6-4 6-3. Sembra che Dutra Silva abbia pienamente recuperato dai problemi fisici patiti nei giorni scorsi.

GIOVEDÌ DI GRANDE TENNIS – Sarà un grande giovedì all’ASPRIA Harbour Club: in campo quattro italiani per acciuffare un posto nei quarti. Il match più atteso è certamente il derby Quinzi-Arnaboldi, programmato come ultimo match (non prima delle 17.30), rivincita degli ottavi di quattro mesi fa a Bergamo (vinse Arnaboldi). Il primo a scendere in campo sarà Gianluca Mager, che darà il via a una sfida incrociata tra Italia e Portogallo. Il ligure sfiderà Joao Monteiro, mentre (non prima delle 15) Federico Gaio cercherà l’impresa contro il numero 2 del tabellone Pedro Sousa. L’altro singolare in programma, intorno a ora di pranzo, vedrà Thiemo De Bakker opposto allo spagnolo Mario Vilella Martinez. Tra i giocatori rimasti in gara, l’olandese è quello con il passato più importante, essendo stato numero 40 del mondo. E conosce molto bene la terra battuta, al punto da aver raggiunto una semifinale all’ATP 500 di Barcellona. Correva l’anno 2010, ma certe qualità non si smarriscono col tempo.

Ufficio Stampa ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS

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