Parola di Roig: "Senza Federer, Nadal avrebbe già smesso"

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Parola di Roig: “Senza Federer, Nadal avrebbe già smesso”

Il tecnico catalano, dal 2005 nel team di Rafa, svela aneddoti interessanti sulla mentalità del numero uno del mondo e sugli stimoli che trae dal dualismo con lo svizzero

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Nel team di Rafael Nadal dal 2005, Francisco Roig (ex numero 60 del mondo) lavora al fianco dell’head coach curando i dettagli della preparazione del numero uno del mondo. La sua figura nello staff tecnico è rimasta un punto fermo, anche con l’arrivo di Carlos Moya al posto dello zio Toni Nadal. Roig è intervenuto nel corso del programma televisivo Movistar Plus Tiebreak, raccontando significativi aneddoti sul suo lungo percorso al fianco del campione di Manacor. “Parliamo di un vero fenomeno nel superare le avversità – le sue parole –, ricordo che nel 2005 gli fu detto che non sarebbe più stato in grado di giocare a tennis a causa di un problema al piede: la sua risposta è in tutti questi anni vissuti al vertice”. È solo il primo post-it tirato fuori dal tecnico catalano, che ha fatto tornare indietro la macchina del tempo proiettandosi all’imminente campagna londinese.

OLTRE I LIMITI – Roig ha rivelato un episodio risalente al Queen’s del 2007. “Ricordo perfettamente che nello spogliatoio gli ho chiesto quanti Slam pensava di vincere. Lui, sempre così umile, mi ha risposto che sarebbe arrivato al massimo a quota otto. Gli ho detto che sarebbe potuto arrivare anche a dodici, ma mi ha stoppato sostenendo che avrebbe giocato solo fino a 27 anni”. La storia è andata diversamente.

EVOLUZIONE – “Si è sempre detto che non avrebbe potuto giocare a lungo con lo stesso stile dei primi anni di carriera. Lui ascolta tutti, ne trae spunto per evolversi, ha l’umiltà che manca ad altri giocatori che pensano di essere arrivati una volta entrati nei top 30. Ha vinto tutto, ma continua a sentirsi in colpa se durante l’anno passa un paio di giornate intere senza prendere la racchetta”. E poi, oltre alla forza derivante dal sacrificio, c’è l’intelligenza strategica: “Rafa è capace di pensare molto durante il punto, qualcosa che pochissimi giocatori possono fare al momento“.

DUALISMO – “Nella quotidianità – racconta Roig – non è oggetto di discussione essere o meno il numero uno in classifica o il migliore di tutti i tempi. Non se ne parla, ma evidentemente Rafa trae una motivazione particolare anche da tutto questo. Credo sia chiaro che se Federer avesse già smesso di giocare, probabilmente lo avrebbe fatto anche Nadal. L’uno stimola l’altro”.

VERSO WIMBLEDON – “Rafa è un grande giocatore sull’erba, lo dico a costo di sorprendere più di qualcuno. Quando è in buone condizioni fisiche, sa adattare al meglio il suo gioco a questa superficie. Ha imparato a ridurre l’apertura delle braccia per colpire una palla più piatta. Nella seconda settimana può rendere il suo gioco più naturale ha concluso Roig – perché l’erba diventa più lenta, penso che farà un gran bel torneo”.

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