L'impresa di Thomas: "Ho capito quanto valgo" (Crivelli). Sorpresa Fabbiano, ma non è il nuovo Cecchinato (Bertolucci). Con Wawrinka la scoperta Fabbiano (Clerici). “Ogni giorno si impara” (Azzolini). Fabbiano stritola Stan (Semeraro)

Rassegna stampa

L’impresa di Thomas: “Ho capito quanto valgo” (Crivelli). Sorpresa Fabbiano, ma non è il nuovo Cecchinato (Bertolucci). Con Wawrinka la scoperta Fabbiano (Clerici). “Ogni giorno si impara” (Azzolini). Fabbiano stritola Stan (Semeraro)

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Rassegna stampa a cura di Daniele Flavi

 

 

L’impresa di Thomas «Ho capito quanto valgo»

 

Riccardo Crivelli, La gazzetta dello sport del 6.07.2018

 

Mettici il dito, Thomas. E credici. La seconda apparizione dura appena 12 minuti, dopo le due ore e 28′ del giorno prima interrotte da uno scroscio malandrino, ma basta per l’ascensione al cielo di un timido e laborioso ragazzo del Sud, accompagnato da junior dalla fama di sicuro campione e poi smarritosi a lungo tra gli ostici meandri del tennis che conta davvero. E l’Italia, ancora inebriata dallo champagne parigino di Cecchinato, plaude a un altro eroe sbocciato all’improvviso, il piccolo gigante Fabbiano da San Giorgio Jonico, figlio di un medico e di un’estetista, racchetta in mano a quattro anni: perché Wawrinka sarà senz’altro il fantasma di se stesso, ma alla terza partita in carriera sull’erba sacra di Church Road e dopo una notte a meditare, prendersi d’imperio il suo cuore e la sua anima non era così scontato. SONNO RISTORATORE Nient’altro scosso dai due set di vantaggio e da quel 40 pari sul 6-5 contro del terzo che rischiava di infilarsi come una lama rovente nel destino della partita, Tommasino l’aveva sognata così: «Ho dormito benissimo, in fondo era lui a dover vincere tre set. L’interruzione mi ha permesso di pensare alle cose che avrei dovuto fare meglio per non farmi riprendere». Tornare a pizzicare con il servizio, velocizzare di nuovo il dritto per costringere il pachidermico Stanimal a spostamenti indigesti: Fabbiano esegue e non trema di fronte ad altri due set point che lo svizzero si procura nel tie break (annullati da un rovescio largo del rivale e da un dritto vincente del nostro), fino all’apoteosi sul rovescio lungo di un Wawrinka disperato e poi quasi senza parole in una conferenza stampa surreale. Dall’altra parte è festa, seppur contenuta com’è nel carattere di Thomas: «Sono umile, ma è un pregio che spesso non ti aiuta, a volte in carriera avrei dovuto metterci più spavalderia». Ma adesso non ci sono rimpianti che possano macchiare la vittoria più bella e preziosa, neppure i ricordi dei cento e cento successi da ragazzino che parevano la via più breve verso la gloria che ai tempi tutti gli pronosticavano, malgrado il metro e 73 scarso: «Magari avrei potuto arrivarci prima, ma non sono uno che si mette fretta, ciascuno ha i suoi tempi di maturazione. E comunque se ora sono qui è per il lavoro cominciato 15 anni fa». DIMENSIONE Provò perfino l’avventura in Germania con il gruppo di Tipsarevic, ora la sua dimensione ideale è a Foligno da coach Gorietti, che agli allievi dell’Accademia regala un libro prima di ogni collaborazione: «Penso che la mia qualità migliore — confessa il numero 133 del mondo che è stato 70 a settembre — sia la voglia di scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo, anche di me stesso: in questa partita ho capito di poter vincere contro giocatori del livello di Wawrinka». La statura non ha mai rappresentato un problema («Se perdo da una parte, recupero dall’altra»), il servizio poco spinto nemmeno…

 

Sorpresa Fabbiano, ma non è il nuovo Cecchinato

 

Paolo Bertolucci, la gazzetta dello sport del 6.07.2018

 

Perso Marco Cecchinato al secondo turno, troviamo Thomas Fabbiano. Non possiamo dire d’aver pescato un nuovo Cecchinato, visto che tra i due ci sono 4 anni di differenza, Thomas ne ha già 29 e poi hanno caratteristiche tecniche molto diverse. Il pugliese è leggero, scaltro, furbo, ha un baricentro basso che gli permette, soprattutto sull’erba, di tenere una posizione avanzata da fondo campo e di prendere sul tempo gli avversari, senza soffrire la loro velocità e la pesantezza della palla. Dirige da dietro, con colpi equilibrati e angoli interessanti. Come Andreas Seppi, sull’erba è un incontrista, con buoni piedi. Entrambi sono intelligenti, sfruttano i punti deboli dei rivali. Fabbiano lo ha fatto vedere alla grande proprio ieri contro Stan Wawrinka. Ha costretto lo svizzero a giocare tre metri fuori dal campo mentre lui aveva i piedi sulla riga di fondo. E più forte Stan tirava, prima gli tornava indietro la palla. I suoi colpi non servivano a nulla contro il posizionamento di Fabbiano. Ora se la deve vedere con il greco Stefanos Tsitsipas, stella nascente di 19 anni, giovane dal grande futuro. Ma quando arrivi al terzo turno di un torneo del Grande Slam non puoi pretendere molto di meglio in quanto ad avversari. Fabbiano deve già ritenersi molto soddisfatto di quanto è riuscito a fare sin qui. Non sarà un match agevole contro Tsitsipas ma nemmeno impossibile. Il greco è pur sempre alle prime armi, non è una partita assolutamente chiusa in partenza. Vedremo come Thomas riuscirà a gestire il giorno di riposo e sarà poi in grado di imbrigliare Stefanos, capace ieri di finire vittoriosamente il match sospeso mercoledì con Donaldson. Un successo in più sarebbe la ciliegina sulla torta…

 

Con Wawrinka la scoperta di Fabbiano

 

Gianni Clerici, la repubblica del 6.07.2018

 

Non potendo andarci, e fidandomi degli occhi più che delle riprese televisive, mi metto al telefono, consapevole di assumere il ruolo delle fastidiose ragazze delle più svariate pubblicità, che disturbano la colazione. Così accade a Wimbledon che un possibile vincitore, il croato Marin Clic, si faccia battere da un argentino, che credo di aver visto due anni or sono in un doppio a Pesaro, contro la nostra squadra di Davis. Si chiama, l’eroe della giornata, Guido Pella, ventotto anni, che aveva, insieme a Del Potro, battuto Fognini insieme all’improvvisato doppista Lorenzi, nel decisivo match di Coppa Davis. Frugo nel mio elenco del telefono per trovare il nome di Guillermo Salatino, il più noto giornalista argentino, e lo trovo poi fortunatamente su un suo libro, El Septimo Game, che ha voluto dedicarmi ritenendo che gliene abbia data l’idea. È un mio coetaneo, Guillermo, e mi ricorda, tra l’altro, che il Pella, forse oriundo italiano, stava per smettere di giocare. «Era deluso dal proprio rendimento e, non l’avesse incoraggiato la famiglia, papà maestro e mamma insegnante all’Università, avrebbe smesso. Mercoledì, nel leggere i risultati dei match interrotti, avevo superficialmente notato il vantaggio di Cilic, 6-3, 6-1 e 3-2, di un match che mi pareva predestinato in favore del finalista di Wimbledon dell’anno scorso. Cos’è accaduto per invertire l’ovvia supposizione? Cilic, imbattibile a volte nel suo servizio+diritto, non ha ancora trovato, né forse mai troverà, un gioco per le giornate no. Ha così continuato ad accanirsi negli sbagli, mentre Pella, al confronto, pareva diventato un regolarista. Insomma, mentre l’argentino faceva del suo meglio per vincere, il croato faceva, involontariamente, del suo meglio per perdere. Un italiano che verrà celebrato per una vittoria su un altro famoso tennista quale Wawrinka è Thomas Fabbiano. Il nostro eroe era in testa sullo svizzero non del tutto ripresosi da un intervento al ginocchio, per due set, e dodici minuti gli sono bastati per concludere la partita. Dopo un 6-5 e 40 pari in vantaggio per lo svizzero, mi ha raccontato chi c’era, questi è stato avanti nel tiebreak per 3-1 e 6-4. Non gli è bastato. Ora il felice Fabbiano incontrerà il greco Tsitsipas, che pare in buona salute.

 

“La vita è imparare ogni giorno qualcosa”

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 6.07.2018

 

“La vita è imparare ogni giorno qualcosa”. L’aforisma è di Thomas Fabbiano, che non è uno scrittore. Piuttosto, un tennista. Quando gli vengano, certe massime, non lo dice, ma ne ha altre. «Mi piace essere umile anche quando mi sento spavaldo». Carina, anche questa. E utile. Non suona come una frase fana e aiuta a delineare il personaggio. Un passista, si direbbe nel ciclismo. Uno che non ha paura delle lunghe distanze. «Potevo arrivare a giocare questi tornei, ad avere la mia poltrona fra i migliori cento del tennis, sei anni prima Si vede che avevo bisogno di tempi più lunghi, di convincermi delle mie possibilità, di imparare». Era il sesto fra gli juniores, quando gli dicevano che avrebbe potuto scalare montagne. Semifinalista in due Slam di categoria Nelle ristrettezze del tennis maschile italiano, intorno alla fine della prima decade di questo secolo, Thomas accendeva qualche speranza Ma non era uno scalatore, e nemmeno uno da strappi al motore. Attendeva solo di trovare la sua lunga strada asfaltata, da percorrere fino in fonda Cosi, anche ieri Fabbiano ha imparato una cosa. «Ora so che posso battere quei tennisti che abitano ai piani alti del nostro condominio». Un gran nome, quello di Stan Wawrinka. Non più Stammal, ma intenzionato a tomarlo, dopo i dolori dell’operazione al ginocchio dello scorso agosto, che gli hanno consentito di rientrare alle gare solo in maggio, died mesi dopa Un campione da tre Slam (e due quarti di finale a Wimbledon) oggi lontano 240 posti da quella Top Ten che ha frequentato per anni, ma ancora in grado di travolgere uno come Dimitrov nel primo turno sull’erba. Poi però è arrivato Fabbiano, che gli ha giocato «giusto», cioè «lungo e predso, cosi da non dargli il modo di caricare i suoi colpi che sono leggenda». Non è cosi poco sportivo, Stan, da non sapere che l’italiano piccolino e veloce, con i piedi in moto perpetuo fra i fili d’erba, abbia meritato la vittoria. Glielo ha detto a match appena terminato, «complimenti, sei stato più forte di me». Fa curriculum un successo su Wawrinka. E trascina Thomas al terzo turno dei Championships, esortandolo scoprire se i suoi limiti siano stati di nuovo raggiunti (fu in terzo turno anche all’US Open dello scorso settembre), o se nel frattempo si siano fatti più capienti, e vi sia spazio per qualche nuova conquista «Non avrò un giorno di riposo», si lamenta Il match con Stanimal era comandato mercoledì, Thomas si era portato due set avanti, ma nel primo (quattro) e nel terzo (due) aveva dovuto cancellare sei set point allo svizzero. Lì era intervenuta la pioggia, sul 7-6 6-3 5-6 a organizzare su due piedi una nuova lezione per un allievo cosi desideroso di imparare. La prima volta alle prese con un incontro spezzato in due… «Non lo nego, ci ho riflettuto a lungo nella serata di ieri. Poi mi sono consolato pensando che, se per me era stata un’occasione persa, quella di non essere riuscito a chiudere più infietta, Stan aveva due set da recuperare». Pausa studiata. «Sta peggio lui, ho pensata E mi sono addormentato». Il ritorno in campo lo ha visto subito nel match. Ha tenuto il servivo, ha agganciato il tie break e lo ha chiuso sfidando il rovescio miracoloso di Wawrinka. Ora Stefanos Tsitsipas, fi greco. « Il più forte con Zverev e Shapovalov della nuova generazione», lo presenta Fabbiana Gioca sull’erba, Tsit, con la stessa ingordigia del giovane Becker, si tuffa appena può, sembra godere nel prenderne possesso. Cliente pessimo per Thomas, ma negli ottavi si può trovare anche di peggia «$ un amico Stefanos, un bravissimo ragazzo e un tennista nata Ho perso l’anno scorso, nelle qualificazioni a Parigi, ma ero stanchissima Conosco bene il suo gioco, ma non è un segreto, ci siamo allenati spesso assieme». Gli altri segreti di Thomas sono conservati a Foligno, all’Accademia che lo ha rilanciato. Coach Torresi ha avuto una buona idea: una sorta di agenzia per il restauro dei talenti afflitti…Fabbiano è stato uno dei primi, e la sua appare oggi una ristrutturazione a dir poco artistica. Lui ne fa un problema di fiducia: «Me ne hanno data quanta serviva», e il tennis è tornato in cima ai suoi pensieri. Ora ha 29 anni e la voglia di andare avanti a lungo. All’inizio della stagione lo ha chiamato Federer per una settimana di allenamenti a Dubai. «Esperienza indimenticabile. Ero nervoso come al primo appuntamento con una ragazza»

 

Fabbiano stritola Wawrinka

 

Stefano Semeraro, la stampa del 6.07.2018

 

L’amore (per l’erba) prima o poi arriva. «E poi qui i rimbalzi sono bassi, quindi mi si adattano», dice Thomas Fabbiano, con autoironia garbata, da membro autorevole del club degli«under 180» (centimetri) del tennis, e la tranquillità che ieri, dopo una notte per nulla agitata, gli ha permesso di spostare educatamente fuori da Wimbledon Stan Wawrinka, ex numero 3 del mondo in cerca di forma e di fiducia. Il premio è i13° turno ai Championships, il primo della sua carriera dopo quello raggiunto nel 2017 agli Us Open, se lo gioca oggi con il semidio gn cu Stefanos Tsitsipas, a cui deve concedere un vantaggio di 10 anni (29 contro 19) e 20 centimetri (173 contro 193), ma va bene così. Nella continuazione del match sospeso ieri sul 7-66-3 5-6 40-40 Thomas ha impiegato 12′ per tenere il servizio, annullare nel tie-break gli ultimi due di 8 set-point complessivi a Stanimal, e stringerglila mano. «Alla fine credo di aver giocato un po’ meglio, che poi è quello che conta alla fine della giornata», dice con saggezza antica «Poche cose, ma fatte bene». Ex promessa All’età di Tsitsipas Thomas, da San Giorgio Jonico, era una promessa: n.6 del mondo Under 18, due semifinali nello Slam. Poi non tutto è andato velocissimo. Al best ranking, n. 70, ciè arrivato lo scorso anno, con il risultato di ieri torna vicino ai 100. «Con un po’ più di spavalderia e fiducia avrei potuto metterci meno tempo, ma io so aggiungere, scoprire ogni giorno qualcosa in più. Stavolta, ad esempio, ho scoperto che posso battere uno che ha vinto tre slam». Per fare giornata, può bastare.

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