La giornata dei quarti di finale del Los Cabos Open non presenta particolari sorprese: vincono tutte le teste di serie, fatta eccezione per Mannarino, e nessun match si è minimamente avvicinato al terzo set.
IL MESSICO SORRIDE A FABIO – Il match di maggior interesse per il pubblico italiano è quello di Fabio Fognini il quale, con tutte quelle treccine sul capo, non sembra più avere spazio per i grilli per la testa e si guadagna la semifinale con una scioltezza quasi inusuale per lui. Il suo avversario Yoshihito Nishioka, numero 247 del mondo, è ancora alle prese con la risalita in classifica – dopo l’ottimo periodo di inizio 2017 brutalmente interrotto da un grave infortunio al ginocchio sinistro – e oggi è stato completamente annichilito dall’italiano non tanto sul piano del gioco ma su quello della potenza. Ogni colpo di Fabio andava visibilmente più veloce di quello del suo avversario e sin dai primi game la partita è andata in discesa per l’azzurro. Nel secondo set il 22enne mancino ha iniziato ad incartarsi anche con la battuta e per la testa di serie n. 2 è stato tutto ancora più semplice: due break per set sono stati sufficienti per chiudere in meno di un’ora e conquistarsi un posto in semifinali, dove affronterà per la prima volta in carriera Cameron Norrie. Fognini, alla prima presenza al torneo di Los Cabos, aveva già preso parte ad un evento ATP messicano, ad Acapulco nel 2013, e anche in quell’occasione raggiunse la semifinale.
DEL POTRO E DZUMHUR SENZA PROBLEMI – Prosegue senza intoppi anche il percorso di Juan Martin del Potro, che dopo aver affrontato il n. 446, sale si livello e sfida il n. 301 Egor Gerasimov, terzo bielorusso del ranking mondiale. L’argentino domina letteralmente l’incontro, com’era prevedibile, vincendo 6-1 6-1 in 61 minuti e in una sola occasione il suo avversario riesce a vincere due ’15’ in risposta. Gerasimov tuttavia può ritenersi soddisfatto del suo torneo, nonostante in certe occasioni oggi sia stato troppo frettoloso; per del Potro adesso ci sarà Damir Dzumhur, contro il quale ha vinto entrambi i precedenti. Anche il bosniaco, che aveva aperto il programma alle 18:00 ora locale, non ha sofferto particolarmente contro il NextGen Michael Mmoh. Il 20enne statunitense pecca ancora di incisività e ciò si è palesato anche nel primo set, quando non riuscendo a concretizzare tre palle break consecutive, ha finito per subire il break nel game successivo. L’aggressività gli è mancata anche in risposta alla seconda di servizio, dove Dzumhur ha perso un solo punto ed ha dunque più che meritato il successo per 6-2 6-3.
NORRIE C’HA PRESO GUSTO – In un campo secondario, vicino a quelli di allenamento, si sono affrontati i due mancini Adrian Mannarino e Cameron Norrie. Quest’ultimo sia per l’età (22 anni) che per il fisico (1,88m per 82kg) lo si può considerare come una sorta di Berrettini britannico, sicuramente meno aggraziato alla battuta ma non per questo meno efficace. Rispetto all’italiano inoltre, Norrie può contare su una notevolissima mobilità di gambe che spesso ha messo in difficoltà il francese. Il n. 25 del mondo è rimasto sorpreso da quanto bene il suo avversario arrivasse sulla palla e ha dovuto così cercare di spingere sull’acceleratore, finendo però per andare fuori giri sia con il gioco che con la testa. Il n. 74 del mondo sin dai primi scambi ha mostrato una maggior intensità agonistica e non tremando mai nei momenti topici ha chiuso con un doppio 6-4 raggiungendo la seconda semifinale consecutiva dopo quella di Atlanta (terza stagionale). Mentre lo scorso anno di questi tempi frequentava Challenger, Norrie da qualche mese a questa parte ha iniziato a prendere la strada dei tornei ATP e i risultati sono dalla sua parte.
Risultati:
[3] D. Dzumhur b. M. Mmoh 6-2 6-3
[2] F. Fognini b. [PR] Y. Nishioka 6-2 6-2
C. Norrie b. [4] A. Mannarino 6-4 6-4
[1] J.M. del Potro b. [PR] E. Gerasimov 6-1 6-1
