A Kitzbuhel funziona l'usato: Klizan e Istomin volano in finale

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A Kitzbuhel funziona l’usato: Klizan e Istomin volano in finale

Gli occhi di tutti erano puntati sui giovanotti Jarry e Munar, invece spennati da due vecchie volpi in discreta crisi. Lo spagnolo e il cileno accomunati da una pessima gestione dei punti “pesanti”

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In Tirolo andrà in scena la finale che non necessariamente ci si aspettava, benché l’ultima propaggine stagionale di terra (battuta), al solito snobbata dai grandi e per giunta abbandonata in anticipo dalla maggior parte delle teste di serie (solo due, Marterer e Lajovic, ai quarti di finale, nessuna in semi), si prestasse a imprevedibili novità. Martin Klizan e Denis Istomin, entrambi qualificati e respinti nelle periferie della top 100 ATP, hanno saputo tenere a bada i giovani virgulti sulla strada della finalissima e le loro teste matte, per centrare un risultato che dà speranza e ossigeno: l’occhialuto uzbeko aveva per l’ultima volta frequentato il duello decisivo in un evento del tour maggiore lo scorso autunno nella tristanzuola Chengdu, mentre lo slovacco mancava a certi livelli da oltre ventiquattro mesi, quando vinse Amburgo nella mitica stagione dei due trionfi da 500 punti (l’altro arrivò tra le occhiatacce di rivali esasperati a Rotterdam) e delle dodici, dicasi dodici, eliminazioni al primo turno.

Inutile dire che gli occhi di addetti ai lavori sempre affamati di nuovi prospetti e pubblico pagante, ancora una volta numeroso, erano speranzosamente rivolti ai ragazzi Nicolas e Jaume, aria fresca nel torrido pomeriggio austriaco. Il ventiduenne cileno, intento a percorrere la stagione del cambio di passo, pareva favorito in modo piuttosto netto nella sfida a Istomin, in particolare dopo la brillante prova offerta ieri nella vittoria sul lanciatissimo Berrettini. Denis, che prima di affrontare le qualificazioni a Kitzbuhel non aveva vinto una singola partita sul rosso in stagione, ha invece fatto il colpaccio al termine di un incontro che gli esperti non esiterebbero a definire maratona, per la verità aiutato nel compito da un avversario afflitto da polveri piuttosto bagnate. E dire che il precoce break, strappato da Jarry nel terzo gioco del primo set, era sembrato mettere la strada in discesa al numero 53 ATP, ma il notevole servizio, di solito prima scelta nelle sue logiche strategiche, è andato in panne prima nel sesto gioco, quello del pareggio, poi nel dodicesimo, quando ha dovuto cedere al quinto set point un game interminabile. Salvatosi nel tie break di un secondo set invece dominato dai colpi d’inizio scambio (non una singola palla break nel corso del parziale), Nicolas è stato tradito ancora una volta dall’archibugio nel terzo gioco della frazione decisiva, senza più riuscire a risalire la china.

Istomin contenderà dunque il trofeo a Martin Klizan, salvatosi a un centimetro dal baratro ieri (due match point consecutivi cancellati a Dusan Lajovic nel tie break del secondo set), bravo ad approfittare delle paure che ancora affliggono Jaume Munar nei momenti caldi delle partite oggi. Al solito incline a ostentare sofferenze di vario tipo – è stato il caldo, a quanto sembra, a provocargli bruschi cali di pressione che lo hanno indotto a continui lamenti, repentine sedute oltreché a sfigurarne a più riprese i connotati -, lo scorbutico mancino di Bratislava ha vinto il primo set al tie break (orrendo, sei dei primi sette punti finiti nelle tasche del giocatore in risposta), e nel secondo ha tenuto in qualche modo la testa avanti, soprattutto grazie ai tremori del balearico. Recuperato il break subito all’alba del parziale, Munar si è giocato in modo pavidissimo le sei opportunità per strappare ancora il servizio all’avversario nei giochi quattro e sei, proprio quando Klizan sembrava sul punto di dover rendere l’anima. Jarry e Munar sono ragazzi, capiteranno altre occasioni: a spanne, capiteranno più spesso dalle parti di Santiago del Cile.

Risultati:

[Q] D. Istomin b. N. Jarry 7-5 6-7(4) 6-4
[Q] M. Klizan vs J. Munar 7-6(3) 6-3

Il tabellone completo

Agostino Nigro – Vive e lavora a Napoli Nord. Ha costruito le sue scarse fortune tennistiche sul proprio rovescio, eppure vive di diritto.

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