Isner: "Se fossi arrivato in finale a Wimbledon sarei stato meno stanco di Anderson"

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Isner: “Se fossi arrivato in finale a Wimbledon sarei stato meno stanco di Anderson”

L’americano convinto che avrebbe potuto dar filo da torcere a Djokovic in finale a Wimbledon. Programma meno intenso del solito per lui durante l’estate americana. L’arrivo della prima figlia in settembre lo terrà lontano da Davis e Asia

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Molti appassionati avranno ancora negli occhi la storica partita giocata da John Isner in semifinale a Wimbledon contro Kevin Anderson: un 26-24 al quinto set non si dimentica facilmente, ma l’americano sembra già focalizzato su questa parte della stagione che storicamente gli ha sempre regalato parecchie soddisfazioni e che gli permette di rimanere per un lungo periodo nei suoi amati “U. S. of A.”.

Quando però si è presentato ai giornalisti alla Rogers Cup di Toronto per il tradizionale incontro pre-torneo, era inevitabile che si arrivasse anche a toccare il match di Wimbledon: “Credo che Kevin fosse decisamente stanco durante la finale – ha detto Isner – ed è comprensibile. Se fossi riuscito a vincere in semifinale, credo che l’adrenalina mi avrebbe trasportato anche durante la finale e, sebbene non al meglio delle mie possibilità, sarei riuscito a giocare la mia partita. Ovviamente sarei sceso in campo in qualunque condizione, niente mi avrebbe impedito di competere nella finale di Wimbledon, ma in quella situazione sono certo che avrei potuto difendere le mie possibilità”.

In procinto di arrivare allo Slam di casa da Top 10 e con ottime chances di far bene nel torneo più importante dell’estate, Isner non ha alcuna intenzione di sottoporsi ad un superlavoro come spesse volte gli è capitato nella sua carriera. “Già ad Atlanta ho fatto molta fatica a giocare, data la pausa che mi ero preso dopo Wimbledon. Fortunatamente sono riuscito a lottare di match in match fino a conquistare il titolo, ma non ero sicuro che sarebbe stata una buona idea giocare là. Ho poi pagato a Washington, dove ho fatto davvero tanta fatica a giocare, soprattutto per il caldo

È comunque fondamentale arrivare a giocare bene questi due tornei, Canada e Cincinnati, e poi quest’anno non ho alcuna intenzione di partecipare a Winson Salem per conservare le mie energie. Federer è un grande maestro da questo punto di vista, è facendo così che è riuscito ad arrivare a 37 anni ancora ai massimi livelli”.

Il clima caldo e umido prevalente in questi tornei non è sicuramente un alleato per John Isner, ma lui prende la questione con grande filosofia: “Certo sono più pesante degli altri, meno agile degli altri, non è certamente un vantaggio per me giocare con questa calura. Tuttavia data la mia statura sono sempre più vicino al sole di tutti gli altri, quindi per certi versi sono più abituato a questa esposizione! In definitiva, non è un fattore che posso controllare per cui non ha molto senso preoccuparsene: non credo potrei fare di più per poter essere più in forma di come sono ora, e questo è tutto ciò che posso fare”.

A scombinare i sogni di gloria di John in questa estate potrebbe però arrivare anche un altro evento: sua moglie Madison è incinta di oltre sette mesi, e l’arrivo della primogenita in casa Isner è previsto per il 22 settembre, proprio durante la semifinale di Coppa Davis che gli USA giocheranno contro la Croazia a Zara: “Non credo che andrò a giocare la Davis e non penso andrò in Asia quest’anno – ha detto Isner – in quel periodo la mia attenzione sarà rivolta a mia moglie e mia figlia, per vivere con loro questo momento speciale. Sempre che chi sta al piano di sopra non decida di anticipare il tutto, e allora dovremo un po’ improvvisare”.

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