Focus
Nitto ATP Finals verso il trasloco da Londra. E se ci provasse Milano?
L’ATP alla ricerca di una nuova sede per il torneo di fine anno. Milano ospita già le NextGen Finals: può puntare ad un upgrade? Alla fine saranno i soldi a decidere

Il tempo delle ATP Finals alla O2 Arena di Londra potrebbe essere arrivato alla fine. Con un comunicato ufficiale inviato alle sue mailing list l’Associazione dei Tennisti Professionisti ha comunicato la scelta dello Sports Business Group di Deloitte per gestire la “gara d’appalto” per la nuova sede del suo torneo di fine anno a partire dall’anno 2021.
Le Nitto ATP Finals rimarranno nell’impianto di Greenwich fino al 2020 grazie alla terza estensione del contratto che ormai dal 2009 lega la O2 Arena all’ATP e che ha fatto diventare la struttura creata nel 1999 con il nome di “Millennium Dome” la casa delle Finals per un numero di edizioni secondo soltanto a quelle tenutesi nel leggendario Madison Square Garden di New York che ospitò l’allora “Master” per tredici edizioni dal 1977 al 1989. Ma sembra esserci la volontà di cambiare aria a partire dal 2021 dopo una così lunga permanenza in Inghilterra, in modo da portare il grande tennis anche in altri luoghi, dato che a Londra ci sono già un torneo dello Slam ed un “500”.
Non è tuttavia l’equa distribuzione dei tornei a livello planetario ad essere il principale criterio di selezione in questa gara d’appalto: le ATP Finals sono infatti, e di gran lunga, la più importante voce d’entrata per l’Associazione, che quindi deve far in modo di monetizzare il meglio possibile il proprio evento principe. Durante l’ultima contrattazione per il rinnovo del contratto, infatti, era arrivata all’ATP l’offerta per ospitare l’evento al Barclay’s Center di Brooklyn, per far tornare la manifestazione nella sua sede storica di New York, ma la contropartita economica non era sufficientemente competitiva e di conseguenza la quindi cadde di nuovo su Londra.
Sembra però che i tempi siano maturi per un trasloco di questa manifestazione e sarà interessante vedere chi entrerà nella contesa che vedrà il suo vincitore annunciato non prima del marzo 2019, probabilmente dopo una votazione all’assemblea di Indian Wells. E se ci facesse un pensierino la FIT per portarle a Milano?
La nostra Federazione è già impegnata nell’organizzazione delle NextGen Finals fino al 2021, per cui ci sarebbe un anno di sovrapposizione tra l’esistente contratto ed eventualmente quello nuovo. È evidente però che si potrebbero sfruttare certe economie di scala e di scopo, anche se probabilmente gli impianti dovrebbero essere differenti, data la diversa natura e il diverso appeal delle due manifestazioni, e probabilmente le Finals dei “grandi” cannibalizzerebbero il possibile interesse del pubblico verso gli “emergenti”.
Inizialmente le NextGen Finals si sarebbero dovute svolgere al Pala Lido, che però è in ristrutturazione e non sarà pronto prima di dicembre 2018. Tuttavia dopo la positiva esperienza alla Fiera di Rho nel 2017, l’ATP, ed in particolare il suo CEO Chris Kermode, ha voluto rimanere nei padiglioni fieristici meneghini per poter avere più spazio a disposizione per le attività collaterali. Per le ATP Finals si potrebbe rimanere alla Fiera, costruendo però un’arena molto più capiente (12.000-15.000 posti sarebbero il minimo), oppure tentare di occupare il Mediolanum Forum di Assago per una decina di giorni, ammesso e non concesso di riuscire a trovare una soluzione per le partite interne della Olimpia Milano di basket e per i vari concerti sempre in programma.
Se escludiamo le polemiche per la cerimonia di sorteggio e il ritardo nell’inizio della prima giornata a causa di alcune tribune non ancora fissate, l’organizzazione FIT a Milano ha ricevuto giudizi largamente positivi, e ciò potrebbe deporre a favore di una candidatura per le ATP Finals. Tuttavia qui si parla di un evento di portata decisamente maggiore, e le perplessità logistiche che accompagnano quasi ogni edizione degli Internazionali d’Italia, il Masters 1000 organizzato dalla Federtennis, non è detto che il “track record” sia necessariamente una carta vincente da giocare per la candidatura italiana.
Ma come abbiamo detto prima, alla fine il criterio decisivo sarà quello esprimibile in euro (o dollari, o yuan, o qualunque altra valuta), ed è ipotizzabile che arriveranno alcune offerte piuttosto pesanti soprattutto da est, contro le quali bisognerà offrire pacchetti di assoluto valore. Basti guardare quali sono state e quali saranno le sedi dell’analoga manifestazione in campo femminile, i WTA Championships, che dopo tre edizioni ad Istanbul finanziate con i soldi della candidatura olimpica per i Giochi del 2020 (poi persa a favore di Tokyo) e cinque anni a Singapore per esordire in Estremo Oriente si sposteranno per un decennio a Shenzhen, dopo una gara d’appalto che ha visto la metropoli cinese sommergere di yuan tutte le altre offerte.
Flash
Maria Sharapova: “Sinner ha il gioco per vincere uno Slam. Non vedo una mia erede nel tennis femminile”
La visione dell’ex campionessa sul futuro del tennis femminile, sulle chance di Jannik, e su Carlso Alcaraz: “di lui mi affascina lo spirito battagliero”

Campionessa in campo sempiterna, uno dei nomi più noti della WTA del nuovo millennio, sia dentro che fuori dal campo. Maria Sharapova, insieme a Serena Williams, ha sedimentato volti e identità nell’immaginario collettivo difficilmente replicabili. E tanto merito, chiaramente, va alle vittorie: 5 titoli Slam, tra cui 2 Roland Garros. Certamente il major parigino è quello che le ha dato più soddisfazioni, e non a caso proprio nella capitale è stata intervistata da Federica Cocchi per la Gazzetta dello Sport a pochi giorni dall’incoronazione della nuova regina del Roland Garros.
“Potrà sembrare strano, ma i ricordi più forti legati al Roland Garros sono i momenti di difficoltà“, ammette l’ex n.1 al mondo, “quelli che mi hanno formato come persona. Come ad esempio la battaglia con la Halep nella finale del 2014, forse la più faticosa della mia vita. Il titolo del 2012 contro Sara Errani invece lo ricordo con gioia perché ho completato il Grande Slam della carriera“. Maria, insieme a Serena e alle controparti maschili incarnate dai Fab Four ha scandito una storia probabilmente irripetibile, un’epoca florida come poche. Ma sembrerebbe che stia ora emergendo, nel panorama maschile, un ricambio generazionale non così malvagio: “Carlos [Alcaraz] è incredibile. Quello che più mi affascina di lui è lo spirito battagliero su ogni punto. Riesce a dare spettacolo e infiammare il pubblico ogni volta che mette piede sul campo. Non vedo l’ora di assistere alla sua crescita, sono davvero curiosa di vedere dove può arrivare e cosa potrà fare“.
In parallelo ad Alcaraz, l’altro tennista del futuro, il suo ideale rivale, è considerato il nostro Jannik Sinner, altro protagonista di una crescita esponenziale. “Conosco abbastanza bene Jannik“, commenta la russa, “da Riccardo Piatti ho avuto l’occasione di condividere alcuni momenti di lavoro. È un ragazzo serio, umile, dedicato. Mi piace molto il suo stile fluido e potente, sembra quasi che non faccia fatica, e invece c’è un grande sforzo dietro il suo gioco. Spero sia pronto per vincere uno Slam. Il gioco ce l’ha e i fan aspettano il suo trionfo“. Innegabile anche che, come il tennis maschile abbia individuato giocatori che possano prendere le redini del circuito e della popolarità nei prossimi anni, non è facile affermare lo stesso per il circuito WTA. “Al momento non vedo una mia erede all’orizzonte”, interviene Sharapova, “ci sono ottime giocatrici con stili diversi. La formula del successo non è facile da raggiungere, serve un perfetto equilibrio tra il gioco, gli impegni con gli sponsor e il tempo libero“.
Flash
Roland Garros, Rune deluso: “Niente alibi, contro Ruud non ho giocato al meglio”
Holger Rune tuona nel voler a tutti i costi sottrarsi da discussioni che portino ad accampare alibi fisici: “Nei momenti chiave della partita lui è stato più coraggioso di me. Fisicamente ho riscontrato qualche problema, ma nulla che abbia determinato l’esito del match”

Nonostante la cocente delusione per la mancata semifinale del Roland Garros 2023, Holger Rune sgombra immediatamente il campo da qualsivoglia alibi di genere fisico affermando che la netta mattanza inflittagli dal suo gemello diverso della Scandinavia Casper Ruud, non sia dipesa in alcun modo dalle fatiche dei turni precedenti. A Holger manca ancora qualcosa per fare la differenza negli Slam, il cui miglior risultato restano i quarti di finale raggiunti a Parigi nelle ultime due edizioni del torneo. Ora il 20enne di Gentofte è già pronto a voltare pagina per prepararsi al meglio alla stagione su erba con la speranza che Wimbledon sia foriero di maggiori gioie rispetto a Porte d’Auteuil.
D. Durante i primi due set è sembrato che non riuscissi minimamente ad avere controllo dei tuoi colpi. Hai avvertito anche tu questa sensazione dal campo, oppure no. Come ti sei sentito?
Holger Rune: “Non mi sono sentito bene in campo, non ho riscontrato buone sensazioni quando colpivo e difatti non ho giocato bene. Ma questa è la vita delle volte, bisogna semplicemente accettarlo. Non puoi sempre trovare in campo il tuo livello migliore. Ho provato tutto il possibile per prendere un po’ di ritmo da fondo e cercare di rientrare in partita. Sono riuscito a tornare in gara solamente nel terzo set, ma era già troppo tardi perché quando letteralmente concedi all’avversario i primi due set nel modo in cui io li ho regalati, è quasi impossibile che tu abbia opportunità per recuperare. Tuttavia sì, ho cercato di fidarmi del mio tennis nella versione odierna, anche se sapevo che quasi sicuramente non sarebbe bastata per ottenere la vittoria, di dare fondo totalmente alle mie energie e di concentrarmi esclusivamente sui colpi da eseguire. A volte, però, hai giorni come questo dove nulla di quello che vorresti fare ti riesce“.
D. Sulla base di ciò che hai visto stasera da parte Casper [Ruud, ndr], come pensi che possa andare la semifinale tra lui e Zverev e se credi possa giungere in finale?
Holger Rune: “È una bella domanda, ma alla quale è difficile rispondere perché ogni incontro è diverso. Probabilmente, se dovessi proprio sbilanciarmi, direi che sia Casper [Zverev, ndr] il favorito per la semifinale, ma se lo avessi chiesto un anno fa ti avrei certamente detto che fosse Zverev il favorito. Ribadisco è complicato individuare un chiaro favorito. Ora come ora, Zverev ha dimostrato e sta dimostrando di star tornando velocemente ai suoi livelli dopo l’infortunio patito, ma in questo momento penso di vedere Casper in finale. Poi chi lo sa, vedremo quello che accadrà. Ciò di cui sono abbastanza sicuro è che assisteremo ad una semifinale interessante poiché Zverev sta mostrando un’ottima forma, il che sarebbe un bene per tutto il pubblico“.
D. Come ti sei svegliato il giorno dopo la partita con Cerundolo? Quello sforzo ha influito stasera?
Holger Rune: “Niente affatto. Stavo a posto fisicamente, perfettamente in forma. Nessuna scusa o alibi da accampare da questo punto di vista. Semplicemente non ho giocato al mio livello. È dura da mandare giù, ma a volte è così, succede e basta. Non puoi fare altro che imparare da questa situazione a te sfavorevole e ritornare più forte di quanto non lo fossi prima di viverla. Ora, infatti, è già tempo di dedicarsi al prossimo obiettivo. In vista c’è un altro torneo del Grande Slam, è ormai dietro l’angolo e mi auguro di poter far meglio lì di quanto non abbia fatto a Parigi. Sono felice che la stagione sulla terra battuta sia finita e pronto a gettarmi a capofitto sul prosieguo dell’anno. Adesso concentrazione completamente riversata sull’erba“.
D. Mi chiedevo se hai notato grandi differenze in Casper [Ruud, ndr] affrontandolo qui a Parigi, rispetto alla vostra sfida andata in scena a Roma qualche settimana fa?
Holger Rune: “Non ho riscontrato delle vere e propri differenze in lui, quanto più credo di essere stato io a non esprimermi sullo stesso livello di Roma. Casper è un giocatore estremamente solido, quindi anche in quelle giornate in cui non è al meglio può comunque contare su un tennis di maggiore efficacia rispetto ad altri tennisti che devono convivere con qualche defezione tecnica dovuta ad una giornata negativa. Lui potrà pure non essere al massimo, ma non ti regalerà mai la partita, dovrai sempre essere tu ad andartela a prendere. E’ qualcosa di quasi impercettibile per chi osserva da fuori, ma vi assicuro che chi è in campo se ne accorge eccome. Ogni volta che lo affronto, anche solo per avere una possibilità di batterlo devo necessariamente mettere sul campo il mio miglior tennis. Sono riuscito a farcela a Roma, ma è stata durissima. Nei primi due set, comunque è complesso valutare quanto il fatto di non essermi costruito alcuna chance sia dipeso in gran parte alla sua ottima prestazione oppure ai miei tanti errori. Nel terzo e quarto set, successivamente, io ho iniziato a giocare decisamente meglio, ma lui ha continuato sull’alto livello espresso fino a quel momento per poi nuovamente rialzarlo nel quarto. Nei momenti chiave della partita è stato più coraggioso di me, ricercando ed eseguendo alla perfezione i suoi colpi migliori. Quindi sì, alla fine sono maggiori i suoi meriti piuttosto che i miei demeriti“.
D. Sembra che tu abbia incontrato qualche problema fisico, un fastidio alla schiena. Ho visto che ti sei ripetutamente toccato le spalle durante la partita. È stato un problema che ti ha limitato?
Holger Rune: “Ho costantemente qualche problema di natura fisica, ma in questo caso non è stato per nulla decisivo sull’andamento del match ed è qualcosa del quale anche se non avessi risentito, non avrebbe in alcun modo alterato l’esito finale della sfida. Quindi non è qualcosa che posso usare come alibi, assolutamente. Casper è stato semplicemente migliore di me, perciò devo accettare la sconfitta e andare avanti provando a migliorarmi. Ovviamente, in vista del prossimo torneo cercherò di recuperare pienamente sul piano fisico mettendomi alle spalle i problemi di cui soffro. Ma è tutto nella norma, è fisiologico che accada quando giochi tanto in poco tempo perché inevitabilmente il corpo accumula. Oggi [ieri, ndr] mi sono comunque sentito fresco sul piano delle energie fisiche, onestamente, quindi non è un fattore che ha influenzato“.
ATP
Tsitsipas-Badosa: una nuova coppia nel circuito? Qualche indizio c’è
La giocatrice spagnola era sugli spalti a Parigi durante il match tra il greco e Ofner. E poi le foto profilo su Spotify e l’esultanza di Stef. Amore o marketing?

Da Margot Robbie a Paula Badosa? Dopo aver provato invano a invitare l’attrice a uno dei suoi match durante l’ultimo Australian Open, Stefanos Tsitsipas sembra essere andato oltre questa cotta. I rumors lo danno infatti impegnato, tra una pastiglia di melatonina e un’altra, con una collega: non più la connazionale Maria Sakkari, su cui si vociferava più o meno fino ad un anno fa, ma la spagnola Badosa, al momento alle prese con un infortunio alle vertebre che le ha impedito di essere al via del Roland Garros. Eppure, Paula a Parigi c’era e non solo per partecipare alla cena pre-torneo organizzata dalla PTPA di Djokovic: l’attuale numero 29 del mondo, che dovrebbe aver interrotto la relazione con il modello Juan Betancourt, è stata infatti avvistata sugli spalti del Suzanne Lenglen durante il match di quarto turno proprio di Tsitsipas contro Ofner. E questo è solo uno degli indizi che hanno scatenato le voci su una possibile storia d’amore tra i due.
Stefanos avrebbe infatti anche dedicato la vittoria sull’austriaco a Paula attraverso il suo gesto d’esultanza: indice alla tempia in segno di forza mentale. Come Wawrinka ha detto il greco, ma a dire il vero anche come Badosa che, soprattutto recentemente, ha celebrato così le sue vittorie. Coincidenze, potrebbe pensare qualcuno.
Di sicuro, però, non è una coincidenza che entrambi abbiano aggiornato le loro foto profilo su Spotify con due diversi selfie che li ritraggono insieme. E come se non bastasse, Stef e Paula hanno anche sfruttato la funzione ‘collaborazione’ della piattaforma per creare una playlist condivisa intitolata “Mood”. Qui, però, iniziano a palesarsi i primi dubbi sulla reale natura del rapporto: entrambi, infatti, hanno twittato per chiedere rispettivamente a Spotify Grecia e Spotify Spagna qualche “bonus” come ringraziamento per la pubblicità gratuita che i due hanno fatto alla piattaforma pubblicando questi selfie diventati rapidamente virali. Insomma, sembra che i due si stiano divertendo a far pensare che tra loro ci sia qualcosa di serio.
Non va poi dimenticato un altro dettaglio che potrebbe rinforzare la tesi secondo cui più che di amore si tratti di un’iniziativa di marketing. Tsitsipas e Badosa fanno parte del cast di Break Point, la serie di Netflix sulle vite in campo e fuori di alcuni giocatori del circuito, e se l’episodio con Paula come protagonista è stato già rilasciato, quello sul greco non ancora: questi rumors potrebbero quindi essere funzionali ad aumentare l’hype attorno alle prossime puntate e magari anche in vista della seconda stagione della serie.
Chissà, quindi, se davvero il tennis di vertice avrà una nuova coppia ATP-WTA in grado di “competere” con i GaElina – Monfils e Svitolina.