dal nostro inviato a Montreal, Vanni Gibertini
BARTY AL TOP – Bastano 55 minuti ad Ashleigh Barty per conquistare la sua prima semifinale in carriera alla Rogers Cup, sbarazzandosi dell’olandese Kiki Bertens perdendo appena quattro game. Dopo un inizio quasi “maschile” alla partita (niente break e niente palle break), Barty mette a segno una sequenza di cinque giochi consecutivi che scava un solco incolmabile nel match. “Ho chiamato il coach sul 4-3 ed ho fatto subito il break: ho un coach con i controfiocchi non credete? – ha scherzato Ashleigh dopo la sua vittoria in singolo e doppio – “A parte gli scherzi, volevo solo essere rassicurata, parlare con lui di come stesse andando la partita”. L’australiana è bravissima ad ipnotizzare Bertens con il suo rovescio tagliato per manovrare il punto e trovare le giuste aperture. L’olandese prima tenta di far saltare il rovescio dell’avversaria, ma quando vede che non è giornata prova a mettere gli scambi sul piano dell’uno-due, tuttavia i suoi colpi da fondo fanno cilecca più spesso di quanto dovrebbero. La prima palla break è quella buona per Barty che allunga sul 5-3; la seconda è quella per il 2-0 nel secondo, la ragazza australiana sembra non sbagliare un colpo, mentre Bertens diventa sempre più nervosa e strappa i colpi da fondocampo sempre più insistentemente.
Arriva quindi la quarta semifinale dell’anno per Barty, la prima in un torneo Premier 5, e un risultato che consolida la sua posizione in classifica al suo best ranking di n.16 che le garantisce una testa di serie importante ai prossimi US Open.
SLOANE PERCORSO NETTO – Non è stata una sessione fortunata quella diurna di venerdì per gli spettatori accorsi all’IGA Stadium in uno splendido venerdì estivo. Dopo i 55 minuti del primo quarto di finale ne sono bastati appena 69 per concludere il secondo con una vittoria della testa di serie n.3 Sloane Stephens con un periodico 6-2. Un impegno davvero agevole per la campionessa uscente degli US Open che raggiunge quindi la semifinale cedendo solamente 13 games in tre incontri, ed avrebbero potuto essere parecchi di meno se non si fosse fatta rimontare dall1-5 nel secondo set durante l’ottavo di finale contro Carla Suarez Navarro.
Resasi conto che nei palleggi ripetuti sulla diagonale rovescia Stephens era decisamente più forte, alla fine del primo set Sevastova ha provato a cambiare tema tattico agli scambi, senza però cavarne fuori un ragno dal buco. Prima ha provato ad insistere con palle corte di rovescio, alcune delle quali non sono nemmeno arrivate alla rete, poi ha avuto qualche successo in più nel tentare di addormentare lo scambio ed aprire il campo con palle incrociate corte, con le quali ha causato qualche grattacapo in più ad una Stephens che sembrava in pilota automatico. Alla fine però si trattava di una strategia con schemi troppo complicati per essere messa in atto con la costanza necessaria, e il secondo set ha finito per subire la stessa sorte (e lo stesso punteggio) del primo.
SIMONA FURIOSA E IN SEMIFINALE – La storia d’amore tra Simona Halep e Montreal non sembra voler terminare. Dopo l’affermazione del 2016 e lo spavento di giovedì pomeriggio contro Pavlyuchenkova, la n.1 del mondo mostrato ancora una volta una forza mentale da prima della classe vincendo il braccio di ferro con Caroline Garcia nella volata finale del primo set, per poi allungare comodamente nel secondo. Anche in un venerdì sera l’inizio della sessione serale alle 18.30 non aiuta l’afflusso del pubblico, che all’inizio del match lascia una buona metà di posti liberi nell’IGA Stadium. Dopo una partenza molto cauta da parte di tutte e due e due break iniziali, la prima parte del match è a favore di Caroline Garcia, che spinge molto bene con i suoi colpi potenti da fondocampo e cerca di spingere Simona Halep molto dietro la linea di fondo. La francese tiene un game di servizio complicato sull’1-1, annullando quattro palle break, ma poi sembra sempre lei ad avere in mano il pallino del gioco. Sulla seconda di servizio di Halep è costantemente mezzo metro dentro il campo, ma non sempre converte questa sua aggressività in punti. Il match è di gran lunga il migliore della giornata (e probabilmente del torneo) finora, e le due protagoniste si aiutano l’un l’altra a salire di livello. Ma il forcing costante di Garcia fa uscire le grandi doti di contrattaccante di Halep, che si esalta con un paio di rincorse “delle sue” e inizia a spostare, lentamente ma inesorabilmente, l’ago della partita dalla sua parte. Dal 5-4 Garcia c’è un parziale di 12 punti a 2 per Halep che chiude il primo set: la transalpina sembra dover fare miracoli per portare a casa un “quindici” mentre la rumena appare solida come una roccia e macina il suo consueto ritmo da fondocampo. Garcia tiene la battuta in apertura di secondo set ed impegna duramente Halep nel game successivo, ma si tratta solamente del canto del cigno, perché da quel momento il traffico è a senso unico per Simona che chiude in 1 ora e 32 minuti raggiungendo la sesta semifinale dell’anno e, soprattutto, rafforzando la sua posizione in testa alla classifica mondiale.
E tutta la grinta mostrata in campo per vincere la partita la rumena l’ha replicata anche pochi minuti dopo in conferenza stampa quando si è scagliata con grande forza contro la WTA, rea a suo parere di riservarle “il peggior programma di gioco in quasi tutti i tornei”. “Immagino che la WTA sia arrabbiata con me perché cercano sempre di mettermi i bastoni tra le ruote – ha detto Halep davanti ai microfoni – sono molto seccata, domani gioco alle 13 e la mia avversaria è già in albergo da sei ore a riposarsi mentre io sono ancora qui a parlare con voi. Ieri ho giocato due partite. Oggi avrei dovuto giocare il secondo match della sessione serale e non il primo, mentre domani avrei dovuto giocare alle 18 e non alle 13”.
Parole piuttosto dure, quelle della n.1 del mondo, che però non tengono conto di alcune altre situazioni contingenti difficilmente prevedibili e non gestibili in altra maniera. Il fatto che lei abbia giocato due partite in un giorno è stato causato dalla pioggia di mercoledì sera, e questo non è un fatto imputabile a nessuno. Inoltre, il programma di venerdì è stato largamente condizionato dal fatto di avere tre giocatrici impegnate nei quarti di finale sia in singolare sia in doppio (Barty, Bertens e Stephens), le quali avrebbero dovuto necessariamente occupare gli “slot” diurni del programma, lasciando le altre giocatrici a spartirsi la sessione serale. “Il programma viene deciso dalla WTA, sono loro ad avere l’ultima parola a riguardo – ha commentato la portavoce dell’organizzatore Tennis Canada Valerie Tetreault – credo che Simona si sia concentrata principalmente sulla sua situazione personale senza considerare gli altri elementi, e dopo tutto è comprensibile che possa sfogare tutto lo stress accumulato in questo modo”.
SVITOLINA IN RIMONTA – Ci ha provato con tutte le forze, Elise Mertens, a raggiungere le semifinali della Rogers Cup, ma la maggiore capacità “geometrica” e di spinta di Svitolina oltre ad una superiore fiducia nei propri mezzi da parte dell’ucraina hanno promosso al weekend conclusivo la campionessa in carica della Rogers Cup. Dopo una partenza pessima che l’ha vista andare sotto 0-4 in pochi minuti, Svitolina ha iniziato a mettere in pratica i suggerimenti del suo allenatore (“Stai più vicina al campo e sii tu a cambiare per prima sul lungolinea”) ed ha rimontato fino al 4-4, proseguendo poi con il vincere il set per 7-5 dopo che la sua avversaria aveva servito inutilmente per il set sul 5-4 finendo però per cedere gli ultimi quattro turni di battuta consecutivi del set. Molto più “tradizionale” il secondo set, nel quale Svitolina ha mantenuto il comando degli scambi fin dal primo game e che è stato deciso da un solo break sul 5-3 ottenuto dall’ucraina.
Per continuare la sua difesa del titolo Elina affronterà Sloane Stephens, contro cui ha giocato due volte in passato (1-1 i precedenti) ma l’ultima volta più di quattro anni fa, quando nessuna delle due era ancora arrivata al livello attuale.
Risultati:
[1] 1 S. Halep b. [6] C. Garcia 7-5 6-1
[15] A. Barty b. K. Bertens 6-3 6-1
[3] S. Stephens b. A. Sevastova 6-2 6-2
[5] E. Svitolina b. [14] E. Mertens 7-5 6-3