Cincinnati: Giorgi, bis contro Sevastova. Serena si arrende a Kvitova

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Cincinnati: Giorgi, bis contro Sevastova. Serena si arrende a Kvitova

Come a Wimbledon Camila supera la giocatrice lettone, stavolta con un punteggio ancora più netto. Affronterà Madison Keys al secondo turno. Vittorie importanti per la ceca e la belga su Radwanska e Rybarikova

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CAMILA, FORTUNA MERITATA – Ripescata a seguito della sconfitta nelle qualificazioni, Camila Giorgi torna a giocare in un main draw dopo i quarti di finale a Wimbledon e, proprio come al primo turno in Church Road, affronta Anastasija Sevastova,n. 18 del ranking. Vince ancora, questa volta in due set restando in campo per poco più di un’ora.

Come regola, Camila tira forte più o meno tutto, mentre Anastasija ragiona, lavora la palla, cambia ritmo e altezza ai propri colpi. Si tratta di vedere se la velocità della palla marchigiana riesce a togliere all’avversaria il tempo di pensare o se, viceversa, è quest’ultima a far pensare troppo quella furia sempre vicina alla riga di fondo. La partenza è nettamente favorevole a Camila che all’aggressività, già dai colpi di inizio scambio, accompagna il contenimento degli errori gratuiti. Sevastova salva il primo turno di battuta grazie anche a un nastro favorevole, ma nulla può fare nel successivo, per poi mostrare tutto l’affanno fallendo una semplice volée sul punto con cui Giorgi conferma il break; ne conquista un altro sul 5-2, evitando anche la pressione di andare a servire per il set. Non evita tuttavia un calo di concentrazione in apertura di secondo parziale, così alla lettone è sufficiente una bella risposta per iniziare in vantaggio; Camila sembra ritrovarsi almeno in parte dopo un paio di game, quanto basta per rientrare in una partita che si è fatta più complicata, tra doppi falli, altri gratuiti e Sevastova che sembra più a suo agio negli scambi. Ma è proprio Anastasija, con due brutti errori che seguono un fantastico vincente di Giorgi, a regalare il game che consente all’italiana di servire per il match, occasione che agguanta con autorità chiudendo con l’ace. Per un posto negli ottavi affronterà Madison Keys, che al primo turno ha rischiato di uscire contro Bethanie Mattek-Sands.

Michelangelo Sottili

GRANDE PETRA, SERENA CEDE IL PASSO – Fare da numero di “spalla” a Federer in una sessione serale è un ruolo improbo per chiunque, ma le due pluricampionesse Slam che si sono cimentate in questo difficile compito sono riuscite a tenere la scena in maniera favolosa, dando vita a quasi due ore di spettacolo che hanno tenuto buona parte dei 15.000 di Cincinnati inchiodati ai loro scranni fino quasi alle 23.

Se si vuole cavalcare un tema sempre caro a Serena Williams, si potrebbe notare come, soprattutto dopo la perdita del primo set, il pubblico per il 95% bianco di Cincinnati abbia sostenuto a gran voce la fuoriclasse afro-americana, che più di una volta si è lamentata nella sua carriera di essere stata beccata dal pubblico per essere una campionessa nera in uno sport per bianchi. Beh, certamente non questa volta, perché i tifosi dell’Ohio (e un po’ di tutta l’America, vista la collocazione geografica del Western&Southern Open) l’hanno sostenuta dall’inizio alla fine. “Credo di aver giocato bene i punti lunghi, ma non altrettanto bene quelli più brevi che lei cercava di impostare ogni volta che poteva – ha spiegato Serena alla stampa – comunque sono solamente all’inizio del mio ritorno, ho ancora tanto lavoro da fare e tante partite da giocare”.

Perso il primo set con due break e dando comunque sempre l’impressione di essere in difficoltà sulla propria battuta, Serena è riuscita ad entrare in partita nel terzo game del secondo set, strappando il servizio a Kvitova alla quinta palla break e dopo ben 20 punti giocati. Nel gioco seguente l’americana ha poi annullato tre palle del contro-break subito dopo e si è poi involata verso la vittoria nel parziale.

Gli scambi sono rimasti abbastanza uguali per tutta la partita: molto violenti da fondo, principalmente orientati verso il centro del campo per evitare di dare angoli e con Serena che è apparsa costantemente in difficoltà sulle palle che le arrivavano vicine. Certamente più impacciata nei movimenti, Serena Williams ha pagato dazio ad una tiratissima Kvitova, tonica e dimagrita, che era certamente molto a suo agio negli scambi in corsa.

Le imprecisioni di Serena da fondo sono andate lentamente ma inesorabilmente ad accumularsi verso la fine del terzo set, lasciando via libera a Kvitova che, una volta ottenuto il break al sesto gioco, non si è più voltata indietro ed ha conquistato il terzo turno.

OTTIMA SAKKARI – Non l’ha persa Naomi Osaka, l’ha vinta Maria Sakkari. La seconda sconfitta di fila al primo turno per la tennista giapponese – a Montreal si era fatta sorprendere da Suarez Navarro – non arriva a seguito di un profluvio di gratuiti di Naomi. È invece Sakkari a meritare il passaggio del turno mettendo in campo i suoi muscoli, letteralmente: geometrica e aggressiva con il rovescio, con traiettorie pesanti e lavorate sul lato del dritto che impediscono a Osaka di imprimere il solito pressing. Un canovaccio per certi versi simile alla sconfitta di Montreal, quando il rovescio carico di Suarez Navarro aveva tenuto la giapponese lontana dalla linea di fondo. Anche oggi Osaka colpisce meno di 15 vincenti e non sfrutta il vantaggio psicologico di aver annullato due match point sul 5-4 del secondo set; trascinata al tie-break non riesce mai a issarsi a set point e invece cede quando la sua avversaria si guadagna la terza occasione di portare a casa la partita. Il livello di Sakkari cresce, senza picchi di rendimento che le permettano di guadagnare le prime pagine, ma con la costanza di quelle giocatrici che un giorno potrebbero sorprendere tutti vincendo qualcosa di importante. In fondo ha ancora 23 anni.

LA TEENAGER DI LUSSO – Ad ogni wild card ricevuta nel circuito maggiore, invece, sembra quasi d’obbligo per Amanda Anisimova vincere almeno un incontro. La giovanissima statunitense compirà 17 anni tra due settimane ma non si è premurata di offrire troppe cortesie a Timea Babos, lasciandola rispettivamente a tre e quattro nei due set vinti con piena autorità. Si tratta della settima vittoria nel circuito maggiore in questo 2018, dopo le tre di Indian Wells, le due di Miami e quella di San José. Già certa di disputare l’US Open – l’organizzazione le ha offerto una wild card – vuol prima scaldare i motori qui a Cincinnati, e la sua personalità sembra poterglielo permettere in accordo con un tennis già esplosivo. Vincono in due set anche Barty e Mertens, confermando il buono stato di forma.

SOLIDA KAROLINA – Vincere convincendo ha un suo indubbio valore, che raddoppia quando lo si riesce a fare contro una cosiddetta “bestia nera”. Karolina Pliskova ci è riuscita all’esordio a Cincinnati, battendo con un doppio 6-3 quell’Agnieszka Radwanska che fino al lancio della monetina conduceva sette a zero nei precedenti su ogni superficie possibile e non aveva mollato alla ceca mai neppure un set. Senza mettere in mezzo la celebre battuta di Gerulaitis, si può parlare di risultato ampiamente meritato eppure non così inatteso: il mismatch in termini di mobilità, che aveva generato una rivalità a senso unico, era figlio di tempi assai migliori per Radwanska e il cemento blu di Mason lo ha chiarito inequivocabilmente. Ostacolata dai tanti problemi fisici dello scorso anno e dagli sfiducianti risultati di questo, la ex numero 2 del circuito non è riuscita a riproporre in modo efficace i consueti schemi.
La partenza a handicap nel primo set è stata in parte recuperata ma nell’ultimo game, lungo dodici minuti abbondanti e con quattro set point annullati, è venuta fuori la forma migliore di Pliskova. Radwanska ha tenuto botta salvando un gran numero di palle break (undici su quindici) ma non le si poteva chiedere molto di più: dall’altro lato del campo Pliskova ha quasi sempre fatto la cosa giusta, rimanendo paziente e aggiungendo via via alle proprie armi migliori i piccoli accorgimenti necessari. Dopo il flop a Montreal la campionessa del 2016 ha interrotto la collaborazione con Tomas Krupa, il coach “rubato” a Strycova. Questa settimana nel suo box c’è Rennae Stubbs, l’ex tennista australiana che la aveva già seguita durante le WTA Finals del 2017. La consulenza one shot durerà almeno un altro incontro, quello Aryna Sabalenka. Molto diverso, non meno pericoloso.

Raoul Ruberti

IN AGGIORNAMENTO

2° turno

[8] P. Kvitova b. S. Williams 6-3 2-6 6-3
K. Mladenovic b. [Q] V. Kuzmova 6-3 6-0
[6] C. Garcia b. [WC] V. Azarenka 6-4 7-5
[5] E. Svitolina b. [WC] S. Kuznetsova 7-6(1) 4-6 6-4

1° turno

[9] K. Pliskova b. A. Radwanska 6-3 6-3
M. Sakkari b. N. Osaka 6-3 7-6(8)
K. Bertens b. C. Vandeweghe 6-2 6-0
[Q] P. Martic b. [12] D. Kasatkina 4-6 6-4 6-3
[Q] T. Maria b. [Q] A. Kiick 5-7 6-3 6-3
[LL] C. Giorgi b. A. Sevastova 6-2 6-3
[15] E. Mertens b. M. Rybarikova 6-4 6-2
A. Pavlyuchenkova b. A. Krunic 6-1 6-0
E. Makarova b. [Q] A. Bogdan 6-3 6-2
[Q] K. Kanepi b. V. Lepchenko 2-6 6-3 6-1
[16] A. Barty b. [WC] M. Vondrousova 6-3 7-5
[WC] A. Anisimova b. T. Babos 6-3 6-4

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