Sembra letteralmente mancare la terra sotto i piedi di Garbiñe Muguruza. La terra battuta sicuramente, poiché da quando il circuito ha abbandonato il rosso i risultati della spagnola si sono fatti drammatici (appena due vittorie), e più in generale un sostegno utile a frenare la sua caduta in classifica. Dopo aver perso quasi integralmente i 2000 punti del titolo di Wimbledon 2017 e aver saltato per imperfetta condizione prima San José e poi Montreal, Muguruza è tornata in campo a Cincinnati da campionessa in carica e vi ha lasciato quasi 900 punti, sorpresa da Lesia Tsurenko. Le attenuanti ci sono, e riguardano principalmente la sua tenuta atletica, ma la classifica non ha pietà né pazienza e dunque da lunedì prossimo Muguruza sarà fuori dalla top 10. Era accaduto l’ultima volta nel luglio 2017, poco prima che la vittoria dei Championships le permettesse di recuperare i punti persi con la mancata difesa dello Slam parigino e dunque di ritornare tra le prima 10. Continua dunque questa strana danza della tennista di origine venezuelana che fatica a trovare continuità nel corso della stagione, con l’ovvio effetto di salire e scendere in classifica con rapidità da mal di stomaco.
Si diano però i giusti meriti a Lesia Tsurenko, che ha resistito al primo set pressoché perfetto dell’ex numero uno del mondo e ha poi approfittato del suo calo per pareggiare i conti. Quando nel terzo set Muguruza aveva recuperato un minimo di lucidità, riuscendo a issarsi sul 4-1, ogni sua certezza è inspiegabilmente crollata tanto da permettere all’ucraina di vincere cinque giochi consecutivi e passare al turno successivo. Nulla di particolarmente sorprendente nel caso di Garbiñe, non è la prima volta che i nervi decidono l’esito delle sue partite e questo accade tanto in positivo quanto in negativo. Nel recente periodo però si sono aggiunte difficoltà di condizione e un fastidio al braccio destro comparso poco prima di San José che le impediscono di raggiungere i suoi soliti picchi di rendimento, e non solo di giocare un tennis proficuo per mezz’ora di fila. L’US Open sarà una tappa decisiva della sua stagione: dovesse deludere anche lì, sarebbe quasi costretta ad affrontare lo swing asiatico con molta più cognizione delle ultime due stagioni nelle quali ha sfruttato il post-US Open soltanto per preparare le Finals, senza peraltro riuscire a superare il Round Robin. Quest’anno c’è il concreto rischio che non riesca neanche a qualificarsi.
CARO E KARO, BYE BYE – Non va troppo meglio a Wozniacki e Pliskova, che abbandonano l’Ohio con l’umore più tetro di come ci fossero arrivate. Caroline si è ritirata dopo un set (perso) contro Kiki Bertens, avversaria che oggi nessuna giocatrice dovrebbe voler affrontare, a causa di un fastidio al ginocchio sinistro. Una decisione presa probabilmente con il pensiero a Flushing Meadows, che scatterà tra 10 giorni, e la espone al rischio di vedersi scippare la seconda piazza in classifica da Sloane Stephens (vittoriosa senza problemi su Tatiana Maria), sebbene alla statunitense serva la vittoria del titolo per riuscirci. Karolina continua invece a non trovare i centesimi utili a fare una lira, o una corona ceca per essere più toponomastici (sebbene viva a Montecarlo, dove si commercia in Euro). Vince il primo set contro Sabalenka che poi sembra ingrandirsi sul campo – e la bielorussa non sembra piccola neanche a prima vista – e completa la rimonta, dimostrando che le si possono imputare delle mancanze tennistiche, ma a livello di personalità sembra che tra lei e Pliskova esista già uno scarto piuttosto netto. Nonostante l’età suggerisca il contrario.
KERBER RIMONTA, HALEP… VEDREMO – Meglio che a Montreal, ma non ci voleva molto. Angie Kerber torna a vincere un incontro dopo la sbornia dei Championships ma è ancora lontana dal livello espresso sui prati londinesi. Certo, se esiste un ‘modo Kerber’ di vincere le partite è esattamente quello tramite il quale la tedesca ha rimonta Pavlyuchenkova, ovvero al termine di una battaglia di quasi tre ore con tennis a sprazzi, servizi ballerini e fattore nervoso predominante. E quando la faccenda si sposta su quel territorio, battere Kerber è complicato anche se non esprime il suo miglior tennis. Matura così la settima vittoria in tredici sfide contro la russa. Al termine del match di ottavi di finale contro Keys sapremo di più del suo processo di riabilitazione in vista di Flusing Meadows. Per una rimonta completata ce n’è una fermata dalla pioggia ed è quella di Simona Halep, costretta sulla difensiva da un’ottima Tomljanovic per quasi un’ora e poi finalmente capace di riprendere le redini dell’incontro, smaltite un po’ di tossine canadesi. La sospensione giunge sul 4-3 del terzo set in favore di Halep, quando al servizio c’è Tomljanovic e la rumena ha un quindici di vantaggio (30-15). Quella che stanotte sembrava una rimonta ormai scritta, dovrà oggi essere effettivamente portata a termine. Fermate dalla pioggia anche Anisimova e Martic, con la 16enne statunitense in vantaggio 5-4 e soprattutto con due set point sulla racchetta: lo stop, incredibile a dirsi, è infatti arrivato sul servizio di Martic con la croata sotto 15-40.
Negli altri incontri, difficoltà solo per Elise Mertens che ha bisogno del tie-break del terzo set per eliminare la qualificata Peterson. Cadono rumorosamente Cornet e Sakkari, rispettivamente contro Makarova e Kontaveit, dimostrando che forse le vittorie ai danni di Ostapenko e Osaka al turno precedente erano da imputarsi più alle sconfitte che alle vincitrici.
Risultati:
[1] S. Halep vs [Q] A. Tomljanovic 4-6 6-3 4-3 sosp
[16] A. Barty b. [Q] K. Kanepi 7-5 6-3
E. Makarova b. [Q] A. Cornet 6-2 6-0
L. Tsurenko b. [7] G. Muguruza 2-6 6-4 6-4
[4] A. Kerber b. A. Pavlyuchenkova 4-6 7-5 6-4
[13] M. Keys vs [LL] C. Giorgi 6-2 6-2
A. Sabalenka b. [9] Ka. Pliskova 2-6 6-3 7-5
[15] E. Mertens b. [Q] R. Peterson 3-6 6-2 7-6(1)
[3] S. Stephens b. [Q] T. Maria 6-3 6-2
A. Kontaveit b. M. Sakkari 6-1 6-3
K. Bertens b. [2] C. Wozniacki 6-4 rit.
[WC] A. Anisimova vs [Q] P. Martic 5-4 sosp