Pagelle: fulmini, saette e Djokovic è il Maestro

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Pagelle: fulmini, saette e Djokovic è il Maestro

Nole completa la collezione dei 1000 mentre Federer si arrende nella sua Cincinnati. Bertens sorprende Halep, si rivede un bel Wawrinka. E intanto la Davis cambia pelle

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Tanto tuonò che piovve. Anzi, di pioggia Cincinnati ne ha vista più di Wimbledon ed il torneo ne ha risentito non poco tra giornate saltate, doppi turni e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine Novak Djokovic (10) è riuscito nell’impresa di portare a casa l’unico 1000 che mancava alla collezione: Golden Master Slam, Master Slam, Golden Champion, chiamatelo come volete ma resta una cosa monumentale, soprattutto dopo che questo torneo aveva assunto i contorni della maledizione.

E invece il finale ha battuto proprio il padrone di casa Roger Federer (8) al quale non si può chiedere di sopravvivere, alla sua veneranda età, addirittura a due partite in un giorno. Il povero Roger si è pure adirato in finale lasciandosi andare a qualche parolina di troppo: vorrà dire che in fondo ci tiene ancora a vincere o magari starà iniziando a sospettare che la nuova mise oltre ad una caterva di milioni cominci a portare anche un po’ male.

Come ampiamente prevedibile l’Italia trionfante di luglio è scomparsa dai radar ad agosto – c’è praticamente solo Camila Giorgi (5,5) – ma tra un tuono e una saetta è stato bello rivedere Stan Wawrinka (7) giocare il suo tennis, David Goffin (8) ritrovare fiducia e colpi, Marin Cilic (7) fermarsi come di consueto sul più bello. Per il divertimento, il circo ha sempre il suo pagliaccio Nick Kyrgios (6) che stavolta si è addirittura degnato di giocare ben tre partite.

Alexander Zverev (4) sta davvero prendendo a cuore l’idea di assimilare la sua condotta tra slam e 1000, solo che forse ha scelto la strada sbagliata, mentre da del Potro (6,5) non sai mai cosa devi aspettarti e Shapovalov (5,5) è ancora tra color che son sospesi. Murray (SV) non è ancora pronto, Dimitrov (5,5) è sempre Dimitrov, Tsitsipas (5,5) paga i fasti canadesi.

Non si fa in tempo a dire che Simona Halep (7) dopo Parigi ha imparato a vincere i match da psicodramma che subito fallisce un match point e si fa battere in finale. Ma insomma, Kiki Bertens (10) ha messo in fila Vandeweghe, Wozniaki, Kontaveit, Svitolina, Kvitova e Halep in un solo torneo! Proprio Petra Kvitova (7) si è arresa sul più bello dopo aver matato Serena Williams (5,5), mentre Kerber (5) sogna ancora i prati di Wimbledon.

È stata però anche la settimana nella quale per volontà di un giocatore di calcio sposato con una star del latino-americano è stata definitivamente archiviata la storica Coppa Davis. Orde di nostalgici di Darcis, Gaudenzi e Mathieu piangono notte e giorno per la dipartita della fu Coppa Davis. Eppure si dimentica che oramai era diventata una stonata parentesi disertata dai più nel bel mezzo della stagione. Si è osato troppo? Non tutto ciò che è nuovo è per forza peggiore di quello che c’era prima, in fondo non è poi così vero che si stava meglio quando si stava peggio. Anzi, a dirla tutta, un vero e proprio campionato del mondo andrebbe fatto giocare ogni due/quattro anni…

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