Federer: “Spero di essere un esempio”. Kyrgios lo prende sul serio

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Federer: “Spero di essere un esempio”. Kyrgios lo prende sul serio

L’irriverente australiano ha imitato il servizio del suo illustre avversario. Ma per sua stessa ammissione ha ancora molto da imparare: “Non ho ancora vinto nulla nella mia carriera”. Così come Sascha Zverev

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Nessuna sorpresa, nessun passaggio di testimone. Il maestro ha ancora battuto l’allievo. Roger Federer si è sbarazzato in tre set di Nick Kyrgios, raggiungendo ancora una volta gli ottavi di finale agli US Open. E dire che il talento australiano aveva cominciato il match con l’artiglieria pesante al servizio. Kyrgios era talmente carico da potersi permettere di imitare il servizio di Federer, conquistando anche il punto. “Ho notato subito che lo stava facendo”, ha detto Roger in conferenza stampa. “Gliel’ho visto fare molte volte negli ultimi mesi. E mi pare che funzioni. Ciò mi rende felice sapendo che è una mia tecnica. A parte gli scherzi, è divertente. Non mi offende per nulla. Mi pare che a Stoccarda o da qualche parte si sia scaldato solo imitando il mio servizio”.

Quando dall’altra parte della rete c’è un tennista così difficile da decifrare, a volte stare concentrati è la cosa più difficile. Kyrgios è capace di fare letteralmente di tutto in campo, dai servizi a 215 chilometri orari alle smorzate più dolci, dai tweener ai cheap and charge. “Per quanto mi riguarda è un giocatore imprevedibile con un servizio straordinario che può accendere la luce quando vuole”, ha affermato il 20 volte vincitore Major. “Questo ti cambia un po’ il modo di approcciarti alla partita. Sai di dover essere solido. Perché lui potrebbe da un momento all’altro giocare un colpo molto strano che normalmente non vedi nel circuito”.

Peccato che per Kyrgios la luce si sia spenta un po’ troppo presto. Quel break nel decimo gioco ha fatto scivolare l’incontro nei binari del fenomeno elvetico. “Penso che il primo set sia stato la chiave”, ha ammesso il 23enne di Canberra in conferenza stampa. E a mettere a segno il colpo più spettacolare dell’incontro (e forse del torneo) è stato Federer sul 3 pari nel terzo set. Il maestro di Basilea ha rammentato a tutti i presenti che per realizzare un recupero vincente di dritto non è necessario far passare la palla al di sopra della rete ma la si può tirare a fianco di essa. Una magia che si candida ad entrare tra le migliori della sua carriera. “È un colpo unico”, ha sottolineato Federer. “Non si ha spesso l’opportunità di farlo in allenamento perché il campo è più stretto e la rete meno lunga. Quindi praticamente non puoi allenarlo. Questo genere di colpi li puoi fare solo un campo molto grande. Ne ho realizzati diversi nella mia carriera e sono sempre divertenti. E sono cercati perché in quella situazione è l’unico modo per fare punto. E oggi ci sono riuscito”.

Tuttavia Kyrgios è tennista da esibizione per eccellenza e dunque non l’ha presa affatto male. “Gli volevo dire che non era poi granché”, ha scherzato. “No è stato fenomenale. Ce l’ho messa tutta per metterlo nelle condizioni di giocare colpi del genere. E ce l’ho fatta. Sono stato contento di me stesso. Lo posterò su Instagram. Dopo questa ennesima sconfitta contro un top player, l’australiano si è come al solito beccato domande riguardo alla mancanza di un allenatore che lo possa far migliorare ulteriormente e dargli i giusti consigli per vincere i match chiave. E Kyrgios come al solito ha replicato in maniera molto secca: “Ho già battuto Federer. So cosa bisogna fare. Non ci vuole uno scienziato. Oggi semplicemente non sono riuscito a farlo”.

Ma c’è spazio anche per un po’ di sana autocritica nella sua conferenza stampa. “Sono ormai sul circuito da quattro anni e non ho ancora fatto nulla”, ha detto. “Penso di poter fare di più. È tutta una questione mentale per me. Se lo volessi potrei avere un coach e uno psicologo. C’è molto da fare. Voglio ottenere risultati migliori. Penso di non aver fatto nulla ancora”. A contrario di Federer, il quale ha abbinato all’innato talento una grande determinazione in allenamento e partita. Questa combinazione lo ha portato ad essere uno dei migliori giocatori di sempre. “Penso che siamo due persone molto diverse”, ha detto l’australiano, “il modo in cui gestisce le situazioni è esemplare. Dovrei fare come lui. Come si comporta, il suo atteggiamento. Sono tutte cose da imitare. Non voglio cambiare troppo me stesso ma potrei fare come lui in alcune situazioni. È un modello per tutti quelli che giocano a tennis”. E chissà che non possa “federizzarsi” un po’ anche nel modo di stare in campo e non solo nel modo di battere.

Un altro giovane che deve ancora progredire è il tedesco Alexander Zverev, testa di serie n.4 del seeding newyorkese, sconfitto a sorpresa in quattro set dal più esperto connazionale Philipp Kohlschreiber. Come è potuto succedere? Ho perso e basta”, ha tagliato corto Sascha. Ma questa non è di certo la prima delusione Slam, per uno che da tutti è considerato un predestinato del tennis mondiale. Dopo l’esplosione dell’anno scorso, quest’anno era già atteso al primo successo in un Major. Tuttavia il 20enne teutonico ha fallito a tutti i tentativi. Inoltre, fatta eccezione per il Roland Garros, le  eliminazioni sono giunte prima del dovuto e contro giocatori ben meno quotati di lui. Gente che spesso e volentieri tritura negli altri tornei. Come appunto Kohlschreiber. “Perdo anche negli altri eventi”, ci ha tenuto a precisare Zverev. “Magari non ve ne rendete conto ma ho perso contro Haase a Cincinnati e Tsitsipas a Toronto. Non due belle sconfitte di certo”.

Per scongiurare la maledizione, prima degli US Open il tedesco di origine russa aveva ingaggiato come allenatore aggiunto la leggenda del tennis Ivan Lendl. Prima di vincere il primo Major, anche Lendl ha dovuto aspettare a lungo e dunque sa che ci vuole pazienza. “A fine match è stato molto diretto”, ha rivelato Zverev. “Mi ha detto che è un processo. Me lo aveva già detto ad inizio torneo. Spero di andare meglio agli US Open il prossimo anno. Non vedo l’ora di riprovare a vincere uno Slam”. E chissà che il 2019 non sia l’anno buono per lui.

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