Giorgi riparte a mille a Tokyo e lancia la sfida a Wozniacki

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Giorgi riparte a mille a Tokyo e lancia la sfida a Wozniacki

Con una netta vittoria ai danni di Misaki Doi l’italiana passa il primo turno. Giocherà la 23esima partita contro una top 10. Avanza anche Muguruza

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A circa tre settimane dalla sfida di New York contro Venus Williams, dalla quale è uscita sconfitta con qualche rimpianto, Camila Giorgi è tornata in campo a Tokyo per il Toray Pan Pacific Open e lo ha fatto nel migliore dei modi. Una convincente vittoria ai danni della piccola Misaki Doi, mancina giapponese proveniente dalle qualificazioni, l’ha spedita al secondo turno dove affronterà la n.1 del seeding e campionessa in carica Caroline Wozniacki. I precedenti sorridono alla danese che ha vinto tre sfide su cinque e anche l’ultima disputata, quest’anno sull’erba di Eastbourne.

Camila non poteva esordire in modo migliore per prepararsi ad affrontare la seconda giocatrice del mondo. Basti dire che se l’incontro (6-1 6-2) ha superato l’ora di gioco è stato solo per qualche lungaggine di troppo dell’italiana in un game di servizio del secondo set e per la generosità dimostrata da Doi nel game conclusivo, quello in cui ha annullato due match point prima di lasciare spazio a un’avversaria che oggi non aveva alcuna arma per contrastare. Giorgi è stata devastante soprattutto in risposta, fase di gioco che l’ha vista prevalere sin dai primissimi scambi. A rendere ulteriormente priva di macchia la sua prestazione è stata la gestione dei turni di servizio, nei quali per la prima volta in questa stagione non ha concesso alcuna palla break. La solita razione di doppi falli – sei, tanti quanti gli ace – non è bastata a dare fiducia alla giapponese né a complicare la condotta di gara di Giorgi.

Contro Wozniacki sarà per Giorgi la 23esima sfida contro una top 10. Ne ha perse quattordici e vinte otto, l’ultima lo scorso anno a Birmingham contro la n.5 Svitolina. Camila ha già sconfitto la danese quando era top 10: è successo nel 2013, al terzo turno dello US Open in cui è partita dalle qualificazioni e ha vinto sei incontri di fila prima di arrendersi a Roberta Vinci agli ottavi.

GLI ALTRI INCONTRI – Metti Daria Gavrilova nelle condizioni di guerriglia e lei non deluderà. Specie quando non ha di fronte un cuor di leone quale mai potrebbe definirsi Krystina Pliskova, che dalla gemella più forte mutua certi atteggiamenti di pavidità nei momenti decisivi dell’incontro. La giocatrice ceca ha perso una partita nella quale vinto più game, più punti (126 vs 124) e dopo essersi trovata in vantaggio 4-1 nel terzo set ha fallito due match point: il primo sul 5-4, il secondo nel mezzo del lungo tie-break da diciotto punti che ha promosso al secondo turno la giocatrice australiana. Come detto, mai stuzzicare la vena combattiva di Gavrilova che pure nel primo set era stata capace di attaccare tre volte con successo il servizio avversario e di restituire il favore altrettante volte nel game successivo. Pliskova non ha approfittato di tanta munificenza e anzi ha fallito un set point, prima di vedersi dominata al tie-break e quindi costretta a innestare la marcia più alta per vincere il secondo set. Il terzo estenuante parziale da 81 minuti ha sorriso a Gavrilova che avrà adesso l’opportunità di compiere un vero e proprio ‘Plyskovicidio‘ poiché al prossimo turno affronterà Karolina, promossa dal bye.

Qualche timido fuoco d’artificio s’è visto anche tra Kontaveit e Mladenovic, che a dispetto dei soli due set disputati sono state in campo oltre due ore. Ha vinto la giocatrice estone seguendo i suggerimenti di classifica e stato di forma e sopravvivendo alle insidie di un secondo set costellato da break, sei su dodici game che hanno condotto al tie-break. Vedendo giocare Mladenovic si ha la sensazione che non sia particolarmente in sfiducia né in difficoltà dal punto di vista fisico: è invece probabile che la sua reale dimensione sia questa, una giocatrice in grado di abitare la top 50 e trovare qualche buono spunto nel corso della stagione. Quale sia invece la dimensione di Garbine Muguruza è complicato da affermare. Se non altro la sua avventura giapponese è partita in modo positivo contro Belinda Bencic, giocatrice che per caratteristiche può aiutarla a esprimere il suo tennis mettendola in palla, come si dice in gergo. Nel 6-2 6-4 che ha promosso la spagnola c’è stato ben poco del precedente di tre stagioni fa, sempre sull’indoor di Tokyo, quando la svizzera stava vivendo il momento migliore della sua carriera e fece di Muguruza un sol boccone. Se Garbine va a corrente alternata – l’ultima volta che aveva vinto così poche partite (26) dopo lo US Open era il 2013 – Belinda fa ancora più fatica a riunire i pezzi di quel puzzle che era sembrato uno dei più promettenti dell’intero circuito.
In chiusura di programma Anastasia Pavlyuchenkova regola in due set in 1h27 Aliaksandra Sasnovich: la bielorussa ha lottato fino al game fiume da 24 punti sul 3-3 del secondo. Per la russa al secondo turno grande sfida contro Caroline Garcia, la francese come N.2 del seeding aveva un bye al primo turno: curiosamente Pavlyuchenkova ha vinto facilmente in due set tutti i 3 precedenti (Mosca 2013, Indian Wells 2014, Monterrey 2017)

Risultati:

A. Kontaveit b. K. Mladenovic 6-3 7-6(5)
D. Gavrilova vs [WC] Kr. Pliskova 7-6(2) 3-6 7-6(6)
[6] G. Muguruza vs B. Bencic 6-2 6-4
C. Giorgi vs [Q] M. Doi 6-2 6-1
D. Cibulkova b. [Q] N. Hibino 6-1 5-7 6-3
A. Pavlyuchenkova b. A. Sasnovich 6-3 6-4

Il tabellone completo

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