US Open: Giorgi, tante occasioni perse. Lorenzi, Seppi e Sonego out

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US Open: Giorgi, tante occasioni perse. Lorenzi, Seppi e Sonego out

NEW YORK – Match complicato dal grande caldo, ma Venus è più lucida nei momenti importanti. Paolino e Lorenzo crollano dopo un set, Andreas lotta fino al quinto ma cede con Shapovalov. All’Italtennis rimane solo Fognini

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[16] V. Williams b. C. Giorgi 6-4 7-5  (da New York, Luca Baldissera)

CAMILA, SI POTEVA FARE MEGLIO – Il catino torrido del nuovo Louis Armstrong Stadium accoglie Camila e Venus alle 13 ora locale, e le condizioni di gioco veramente difficili si fanno subito sentire per entrambe. Tanti errori non forzati nei primi game, con palle break a grappoli (5 per Giorgi, 4 per Willimas), ne esce un 2-2 con un servizio perso per ciascuna, per prima avanti l’azzurra nel terzo game, subito raggiunta dalla statunitense. 20 errori totali, 4 vincenti finora, non si può dire sia un bel match onestamente. Venus è la prima a tenere la battuta con autorità, sale 3-2, l’impressione è che Camila cerchi troppo spesso l’uno-due, mentre con una grandissima incontrista e picchiatrice come Williams, però 38enne, sarebbe forse il caso di provare a farla stare in campo il più possibile, manovrando senza cercare l’immediata soluzione dello scambio. Ma sappiamo bene qual è la natura e l’istinto di Giorgi, ce la teniamo così com’è, sicuramente con lei almeno il divertimento è assicurato. Nel frattempo, sale il livello del tennis di entrambe, riguardo alla concretezza se non con i vincenti veri e propri. Sul 4-3, un brutto game di servizio dell’azzurra le costa il secondo break, consegnato a Venus con un doppio fallo, che manda Williams alla battuta per il set. Arrivano due set-point consecutivi, cancellati però alla grande da Camila con altrettanti vincenti, poi tocca a Venus commettere un doppio fallo, che concede l’opportunità di rientrare all’azzurra. Giorgi però spreca male affondando in rete una risposta non difficile, si riscatta subito con una gran manata di dritto, e si prende il secondo break anche lei con un bell’attacco, siamo 4-5. Ma subito dopo, ancora un paio di gratuiti di Camila, e un gran dritto di Venus, postano ad altri due set point da affrontare. Spinge Giorgi, annulla il primo, ma il rovescio in rete successivo le costa il terzo break subìto, e il 6-4 per Williams. 47 minuti di partita, Camila 13 vincenti e ben 20 errori, Venus solo 3 vincenti diretti, ma si limita a 13 errori. In particolare, poi, Giorgi trasforma appena il 38% delle prime palle (contro il 68% di Williams), significa che con il servizio non mette praticamente mai in difficoltà l’avversaria, la differenza sta tutta lì.

 

TROPPI ERRORI – Buon inizio di secondo set per Camila, che brekka in avvio e poi tiene con autorità salendo 2-0. Si è messa a sbagliare parecchio anche Venus ora, 7 gratuiti solo nei primi tre game, la partita rimane bruttina, Giorgi va 3-1, Williams rimane in scia, ma dalla tribuna sembra che la “venere nera” inizi ad accusare qualche lieve difficoltà fisica, verso destra rinuncia a un paio di allunghi, il linguaggio del corpo non è proprio grintoso. Imperdonabili nel game successivo due erroracci di dritto, e un doppio fallo di Camila, che regalano il controbreak a una Venus che sta giocando da ferma. Speriamo che non le costino troppo cari. Il gentile omaggio di Giorgi, purtroppo, rivitalizza anche a livello fisico Williams, che pur in evidente sofferenza (servizi a metà rete, pallate tirate per sfuggire dagli scambi), stringe i denti e da campionessa qual è passa in vantaggio 4-3. Vediamo papà Sergio, negli spalti bassi opposti alla tribuna stampa, che scuote la zazzera grigia. Game laborioso alla battuta per l’azzurra, che ci mette tre vantaggi ad arrivare 4-4, poi tre errori consecutivi di Venus le consegnano altrettante palle break consecutive. Le annulla però Williams, un rimpianto per Camila sulla seconda (risposta di rovescio fallita su seconda palla), poi doppio fallo Venus, quarta opportunità, ma servizio vincente a cancellare anche questa. Bello scambio in pressione per Giorgi, quinta palla break, ma ancora errore Camila. L’impressione è che in questo game girerà tutta la partita. Due bei servizi di Williams, e dopo 12 punti la statunitense va 5-4, costringendo Giorgi a servire per salvare la partita. Quante occasioni non trasformate, accidenti (3 palle break su 12 sfruttate finora), per fortuna il 5-5 arriva senza rischiare troppo. Sul 6-5 per Venus, ottenuto senza fatica, male Camila, con gratuiti e un doppio fallo, ed ecco il match-point: l’errore di dritto (il numero 40, a fronte di 29 vincenti, non ci siamo) dell’italiana manda Williams al terzo turno, ad attendere – probabilmente – sua sorella Serena. Onestamente, un’occasione mancata per Camila, questa Venus si poteva battere.

Sì, potevo farla girare nel secondo. In realtà non credo di aver sbagliato tanto io, è stata brava lei nei punti importanti. La partita è stata combattuta“, racconta Camila, come sempre non troppo loquace. “Il caldo non mi ha dato chissà che fastidio, faceva caldo ma quando giochi non pensi tanto al clima. Lei sembrava muoversi meno bene? Beh no ma tutte noi lo facciamo, facciamo finta di stare male e poi giochiamo lo stesso. Fisicamente sto molto bene, ora voglio giocare più partite possibili“.

Camila, in ogni caso, con questo secondo turno arriverà alla posizione 35 WTA, e da ora fino a fine stagione avrà poco e nulla da difendere in termini di punti. Se l’intenzione espressa ora di voler giocare il più possibile si tradurrà in buone prestazioni, si potrebbe pensare anche di ritoccare il best ranking, che è di numero 30, ottenuto a luglio 2015.

G. Pella b. P. Lorenzi 7-5 6-0 6-2 (da New York, Vanni Gibertini)

LORENZI DURA (MENO DI) UN SET – Si pensava che Paolo Lorenzi avesse buone chance nel suo match di secondo turno contro l’argentino Guido Pella, n.66 del ranking ATP, ed invece la speranza di ripetere l’ottimo cammino degli US Open 2018 è durato poco meno di un set, il primo, nel quale il tennista senese si è portato in vantaggio per 4-1 e tre palle consecutive per il 5-1 e secondo break. Da quel momento in poi, però, Lorenzi ha perso cinque punti consecutivi (più per merito dell’avversario che non per demerito proprio) e nel prosieguo della partita non è riuscito a racimolare altro che tre game uscendo mestamente dal torneo dopo due ore e otto minuti.

Un Lorenzi decisamente nervoso, che ha discusso in diverse occasioni con il giudice di sedia, e che soprattutto ha subito costantemente la pressione da fondocampo del mancino argentino senza riuscire a trovare un modo per girare gli scambi a proprio favore e riavvicinarsi alla linea di fondo per dettare il gioco. Pella invece, una volta entrato nel match, ha preso a martellare con il diritto stringendo sempre più la morsa intorno a Lorenzi senza dare mai tregua e senza lasciar andare nemmeno i game più combattuti finiti ai vantaggi. “Oggi proprio non sentivo bene la palla – ha detto Lorenzi dopo la partita – all’inizio sono andato 4-1 più per errori suoi che per meriti miei. Poi lui ha iniziato a giocare bene, ed io invece ho continuato a giocar male. Mi aspettavo una partita combattuta, ma non è stato così. Non ho nemmeno servito bene, mi sentivo molto macchinoso, non riuscivo a muovermi bene. Oggi poi non faceva caldissimo, mi ha dato più fastidio il vento. Tuttavia l’aspetto positivo è che il piede non mi ha fatto male per nulla in tutto il periodo sul cemento, e questa è una buona notizia”.

Con questa sconfitta Lorenzi non riesce a difendere i punti conquistati lo scorso anno con il raggiungimento degli ottavi di finale e scivolerà di nuovo fuori dai primi 100 e dovrebbe assestarsi intorno alla 116a posizione, lasciandolo quindi con un bel po’ di lavoro da fare per conquistarsi l’accesso diretto al tabellone degli Australian Open 2019 negli ultimi mesi di quest’anno. “L’obbiettivo rimane sempre quello entrare in tabellone il prossimo Slam, anche se dal mio punto di vista è altrettanto importante giocare più partite possibile, per cui i miei prossimi appuntamenti saranno i Challenger sulla terra di Genova e Szczecin”.

[27] K. Khachanov b. [LL] L. Sonego 7-5 6-3 6-3 (da New York, Ferruccio Roberti)

SONEGO SALUTA – Lorenzo non supera il difficile esame rappresentato da Khachanov: il russo, 26 ATP, sei mesi più giovane di lui e in continua ascesa (tre settimane fa ha fatto semifinale al Masters 1000 di Toronto) è stato alla portata dell’azzurro solo nel primo set, prima di dilagare. Del resto, il russo è al suo best career ranking e occorreva una prestazione che l’attualevalore di Sonego, che pure quest’anno ha già sconfitto due top 30 (Mannarino e Gasquet), non ha ancora. Non resta che guardare il bicchiere mezzo pieno: il body language in campo di Lorenzo – che dopo New York avrà una classifica sempre più prossima alla top 100- sempre combattivo, mai disposto a concedersi gesti di sconforto o rabbia, con stampato in corpo l’atteggiamento di chi, anche sotto nel punteggio, vuole vendere cara la pelle. Molto meno buono, invece, il rendimento del suo rovescio: insistendo su questo fondamentale, Khachanov ha costruito il suo successo. Nelle prossime settimane bisognerà lavorare, come sicuramente saprà il suo staff, su questo fondamentale.

La partita si gioca poco prima delle ore 18 locali: il sole ha già abbandonato il terreno di gioco e brezze di venticello saltuariamente creano un inaspettato ristoro. Nulla a che vedere, insomma, con l’elevato (ed estremamente umido) caldo che ha contraddistinto questi primi giorni di torneo. Il campo numero 12, teatro dell’incontro, è uno dei più scomodi di Flushing: non ci sono schienali nelle tribune, i tabelloni elettronici non indicano la velocità del servizio nè la durata dell’incontro. Quando uno dei due tennisti chiama il challenge, non compare nemmeno la riproduzione della fase finale del punto, come invece avviene negli altri campi. Come se non bastasse, il limitrofo campo numero 11, sul quale si gioca un doppio femminile, è veramente adiacente, separato da un corridoio e la confusione è tanta, tra gli schiamazzi e i movimenti del pubblico. La partita è tecnicamente migliore dello scenario alla quale è stata consegnata: i giocatori tengono facilmente i loro turni di battuta, grazie a ottime percentuali con la prima e diversi vincenti. A dire il vero, nel secondo gioco dell’incontro è Sonego ad avere le prime palle break, ma Khachanov le annulla entrambe con ace. Il russo non arriva mai ai vantaggi sino al 5 pari: nell’undicesimo game si issa però sul 15-40. Sonego è bravo ad annullare la prima con un bel dritto in cross stretto, ma sulla seconda affossa lo stesso fondamentale in rete. Il primo set si decide in pratica lì e Khachanov chiude in 40 minuti col punteggio di 7-5.

Nel secondo parziale Lorenzo diminuisce molto la percentuale di prime in campo e soffre molto di più a conservare i propri turni di servizio, continuando a fare fatica su quelli dell’avversario, dove arriva al massimo (per due volte) a 30. Sonego annulla tre palle break nel primo gioco, ma nel terzo game, sulla palla break, un suo diritto lungo fa prendere il largo al russo. Arriva anche Matteo Berrettini a metà del parziale a sostenere nell’angolo italiano delle tribune il tennista piemontese. Non basta: Lorenzo lotta, ci crede, ma in questa fase della partita è una spanna sotto al suo avversario e va in affanno. Simbolo della situazione è il nono gioco: il torinese con determinazione annulla due set point, ma sul terzo, con un brutto doppio fallo consegna il secondo set al 26 ATP.
L’inizio del terzo set regala un’inaspettata chance a Lorenzo: Khachanov si ritrova sotto 15-40, ma si salva grazie al servizio (prima) e a un rovescio sbagliato dell’italiano (poi). Sarà l’ultima chance di riaprire l’incontro per l’azzurro, che nel gioco successivo si fa strappare il servizio, un break che risulterà quello definitivo. Nell’ottavo gioco il russo ha il primo match point della sua partita, ma Lorenzo non ha voglia di finire sotto la doccia e lo annulla con un servizio vincente. L’appuntamento con la vittoria è solo rimandato al game successivo: Karen Khachanov guadagna in poco più di due ore per la prima volta in carriera l’accesso al terzo turno agli US Open. Affronterà con ogni probabilità Nadal, che nei quattro precedenti con il 22enne russo (l’ultimo dei quali la semifinale di Toronto) non ha mai perso un set: l’impressione è che sarà però sempre più difficile per il maiorchino riuscire a mantenere tale inerzia, considerati i continui progressi del russo.

[28] D. Shapovalov b. A. Seppi 6-4 4-6 5-7 7-6(2) 6-4 (da New York, Bruno Apicella)

SEPPI, AD UN PASSO DALL’IMPRESA – Non si può dire che Andreas Seppi non ci abbia provato. Che non abbia messo cuore, testa, umiltà e tennis per contenere le bordate di dritto e (soprattutto) di rovescio della giovane promessa canadese Denis Shapovalov. Andreas ha lottato e ha messo in campo il suo tennis lineare. Ci ha creduto fino alla fine e solo dopo 3 ore e 47 minuti di gioco e al quinto set si è arreso ai colpi profondi e potenti del numero 28 ATP. L’altoalesino, n. 51 ATP, è uscito a testa dall’ultimo slam dell’anno e dopo le eliminazioni di Sonego e Lorenzi, adesso, le ultime speranze italiane a Flushing Meadows sono riposte in Fabio Fognini. Sono da poco passate le 17 di New York quando sul Campo 5 iniziano ad affrontarsi Andreas Seppi e Denis Shapovalov.

Il sole è meno forte rispetto alle ore precedenti e tra il pubblico ci sono molti tifosi giunti da Toronto per supportare il loro beniamino: “È il nostro futuro. Ha solo 20 anni può migliorare ancora tanto” hanno raccontato durante i break del primo set. E proprio nei game iniziali Andreas era partito forte portandosi a condurre per 2 giochi a 1 e servizio. Seppi ha cercato, sin dal primo punto, di essere solido e non concedere nulla al suo avversario che, nelle fasi iniziali, è stato incerto soprattutto con il dritto. Il rendimento al servizio del canadese è cresciuto con l’andare avanti del match e il numero 28 ATP, allo stesso tempo, ha trovato la chiave per calibrare il dritto e lasciare andare il rovescio ad una mano, iniziando a mettere a segno diversi vincenti. Questo gli ha permesso di recuperare lo svantaggio e riportare in parità il match. E quando Andreas si è trovato a servire per allungare il set sul 5 pari, ha dovuto prima annullare due set point e poi, alla terza occasione utile, cedere la battuta e il primo set dopo un errore di dritto provocato da un’accelerazione potente del canadese. “Dovevo vincere il primo set, probabilmente se fossi rimasto più solido e concentrato le cose sarebbero andate diversamente” ha dichiarato Seppi alla fine del match.

L’equilibrio nel secondo parziale si è invece interrotto nel settimo game, quando, Andreas è riuscito a rimanere concentrato ed ha approfittato anche dei diversi gratuiti commessi dal candese che, con i fondamentali di inizio gioco, è stato meno preciso. La terza palla break è stata quella che ha dato il vantaggio all’italiano il quale, senza tremare, è riuscito a chiudere il parziale e riaprire così il match chiudendo per 6 giochi a 4. Alla ripresa del gioco Shapovalov ha continuato a macinare vincenti prendendo il largo e portandosi, in poco tempo, sul 4 a 2. Il canadese non è stato continuo, mentre Seppi è rimasto attaccato al match e punto dopo punto ha cercato di allungare gli scambi. Recuperato il break l’italiano ha mantenuto la concentrazione e d’esperienza, nell’undicesimo game, con un bellissimo passante si è guadagnato la palla del break point che poi è stata convertita da un doppio fallo del canadese. Seppi ha così portato a casa il terzo set per 7 giochi a 5.

Il quarto set si è giocato sul filo dell’equilibrio: entrambi hanno cercato di mettere in campo i loro punti di forza. Shapovalov ha alternato ottime giocate da fondo a errori gratuiti (saranno 76 a fine match, 55 i vincenti), mentre Andreas ha cercato di non concedere campo all’avversario. Entrambi hanno tenuto i turni di battuta e il set è stato deciso al tie break: è stato a questo punto che il canadese ha aumentato la potenza dei colpi togliendo il tempo all’italiano che, a sua volta, non è stato lucido e solido come nei game precedenti. “Ho giocato male il tie break: subito un dritto brutto e un doppio fallo sul 4 a 2” ha commentato Seppi durante la conferenza stampa. Vinto il tie break per 7 punti a 2, il ventenne canadese ha riportato il match in parità e rinviando la contesa al quinto e ultimo set.

Shapovalov è stato il primo a prendere il largo nel set e a portarsi sul 3 a 2 ma Andreas non ha mollato. Ha provato a contenere i colpi del canadese e grazie ad un recupero in corsa fortunato (la pallina si è impennata sul nastro e ha superato il canadese) ha riportato il match sul 3 pari. Nonostante siano passate più di tre ore e quaranta di match l’intensità dei colpi e degli scambi non ha accennato a diminuire ed entrambi hanno continuato a sfidarsi, facendo divertire anche il pubblico che ha affollato il campo 5 per assistere a tutto l’incontro. La potenza di Shapovalov, però, ha avuto la meglio e il canadese è riuscito a chiudere il quinto set per 6-4: al prossimo turno affronterà il finalista di Wimbledon 2018 Kevin Anderson.  Andreas ha commentato, a fine match, la sua prestazione e il suo stato fisico: “Tutto l’incontro – ha detto – è stato tranquillo, non ho accusato stanchezza. Alla fine ho giocato quattro ore alle pari e vorrei sapere come sarebbe andata se fossi stato un po’ meglio. Il ginocchio mi dà un po’ noia sul cemento ultimamente. Non mi ha dato più fastidio negli ultimi anni ma da Wimbledon in poi è cosi”.

Seppi ha risposto anche alle domande su Shapovalov: “Oggi era molto su e giù, se riuscivi ad essere solido e a spingere sbagliava molto. Però magari era in una giornata più fallosa del solito. Ha un bel braccio, potrebbe alzare le percentuali delle prime di servizio e, in quel caso, sarebbe ancora più ostico: ha tutto il tempo per crescere. Secondo me – ha concluso Seppi – sarà un top 5”.  

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ATP Miami, l’Italia del tennis si ferma: tra Sinner e il titolo c’è il tabù Medvedev

In uno dei giorni più importanti della storia del tennis italiano Jannik dovrà superarsi per battere un giocatore che in passato ha fatto soffrire ma mai battuto

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Jannik Sinner - Miami 2023 (foto Ubitennis)

Cinque a zero. Questo lo score dei precedenti tra Daniil Medvedev e Jannik Sinner, tutti a favore del russo. Si deve partire inevitabilmente da qui per analizzare i temi della finale del Masters 1000 di Miami 2023, che andrà in scena oggi alle 19 italiane. Già, finalmente Jannik non gioca nella notte: una buona notizia che di certo aumenterà l’attenzione e l’audience intorno a una partita attesissima. Sinner gioca per essere il secondo azzurro a vincere un trofeo Masters 1000 dopo Fabio Fognini, principe a Montecarlo nel 2019. Jannik è alla sua seconda finale 1000 da primo italiano a giocarne due: la prima fu sempre a Miami, nel 2021, persa contro Hubert Hurkacz.

Sinner-Medvedev, a Rotterdam il precedente più recente

L’ultimo incontro tra i due è recentissimo, la finale di Rotterdam dello scorso 19 febbraio. Jannik aveva vinto il primo set 7-5, per poi affondare nei due parziali successivi sotto i colpi potenti e profondi del russo (6-2 6-2). Questo dunque diventa il precedente più attendibile, forse l’unico, da prendere come riferimento per ragionare su ciò che potrà accadere all’Hard Rock Stadium. Perché gli altri sono capitati in momenti differenti: a Vienna 2022 Jannik perse 6-4 6-2, nel contesto di un autunno che lo ha visto giocare poco e maluccio a causa dei problemi fisici. Tutti gli altri precedenti sono arrivati nella parte di carriera in cui Sinner aveva ancora nel proprio angolo il precedente team, quello capitanato da Riccardo Piatti: alle ATP Finals Torino 2021 (vinse Medvedev 6-0 6-7 7-6), a Marsiglia 2021 (Medvedev 6-2 6-4) e Marsiglia 2020 (Medvedev 1-6 6-1 6-2). Senza nulla togliere al lavoro fatto dal guru comasco, che ha sviluppato il talento di Sinner come pochissimi altri avrebbero saputo fare, è con il duo Vagnozzi-Cahill che Sinner sta trovando la quadratura del cerchio per essere davvero competitivo ai massimi livelli.

Sinner: “Cercherò di fare delle cose nuove e variare il gioco”

Sono quindi tre i set vinti da Sinner in cinque precedenti con il russo già numero uno del mondo. Abbastanza per poter dire che fin qui Daniil è uno dei pochi giocatori a partire favorito con Sinner. Ma Rotterdam ha dimostrato che la forbice tra i due, che non si amano troppo (basti ricordare l’atteggiamento provocatorio di Medvedev durante la partita di Torino nel 2021), si è ridotta. Come può riuscire allora Jannik a strappare la prima vittoria contro il russo nel momento che più conta? Sicuramente avrà un grande peso l’aspetto fisico: a Rotterdam Jannik pagò alla distanza lo sforzo fatto per vincere il primo set 7-5. Da questo punto di vista, entrambi hanno giocato molto nelle ultime settimane, essendo arrivati in fondo praticamente ad ogni torneo giocato. Medvedev ha però giocato di più nell’ultimo mese, contando anche Dubai sono 17 le partite giocate, di cui 16 vinte. Conterà ovviamente molto la lucidità mentale e Sinner arriva a questo match con una grande fiducia: quella che deriva dall’aver battuto il n.1 del mondo. “Cercherò di fare delle cose nuove che ovviamente non posso svelare, cercando di mescolare il gioco – ha detto Jannik -. E comunque, se anche non dovessi riuscire a batterlo nemmeno questa volta, avrò altre opportunità in futuro”. Giusto: il tennis sa sempre come stupire e regala ogni settimana una nuova chance. La partita di oggi ha però un peso specifico diverso. E tutta l’Italia non vede l’ora di godersi lo spettacolo.

 

ATP Miami, finale: Sinner-Medvedev, ore 19, diretta tv Sky Sport e NOW TV, streaming Sky Go

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Quando un italiano vince sul numero 1: Sinner che batte Alcaraz vale il Panatta che battè Connors? [VIDEO]

Il direttore Scanagatta, a seguito della vittoria di Sonego su Djokovic, ripercorse tutti i 7 exploit italiani contro i n.1 del mondo. Da Barazzutti a Sonego, passando per Volandri e Fognini

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Jannik Sinner – ATP Miami 2023 (foto Ubitennis)

Con la vittoria su Carlos Alcaraz, Jannik Sinner non ha solamente raggiunto la seconda finale in un Masters 1000 della carriera ma ha anche battuto il numero 1 del mondo per la prima volta (risultato che tra l’altro costa allo spagnolo la prima posizione del ranking a partire dalla prossima settimana a favore di Djokovic). Battere il primo del ranking ATP ha sempre un sapore più speciale e nella storia del tennis italiano solamente altri sei giocatori sono riusciti nell’impresa in Era Open, in ordine cronologico: Barazzutti, Panatta, Pozzi, Volandri, Fognini e Sonego, a cui si aggiunge ora anche Sinner

Tornando indietro agli anni ’60, va segnalato che Nicola Pietrangeli battè Rod Laver nella finale degli Internazionali d’Italia a Roma nel 1961 (non c’è ufficialità sulla classifica di quel periodo, anche se Laver l’anno dopo compì il Grande Slam), e sempre in quegli anni Giuseppe Merlo battè sei giocatori campioni Slam.

Il primo a farcela nell’Era Open (cioé dal 1972 in poi) è stato Corrado Barazzutti, nel 1974, ai quarti di Monaco di Baviera sulla terra rossa battendo il romeno Ilie Nastase, sconfitto 3-6 7-6 6-1 dal tennista di Udine. Successivamente fu Adriano Panatta addirittura due volte vincitore sul numero 1 del mondo. Prima nella finale di Stoccolma 1975, sul cemento con l’americano Jimmy Connors che soccombe 6-4 6-3, poi il bis del romano un paio d’anni più tardi, ancora contro Connors, battuto 6-1 7-5 al secondo turno del torneo di Houston (terra) nel 1977.

 

Si cambia millennio per arrivare al 15 giugno del 2000, durante il terzo turno del Queen’s su erba, quando il barese Gianluca Pozzi ha sfruttato al massimo le condizioni fisiche non perfette dello statunitense Andre Agassi, il quale perso il primo set 6-4 si ritira sul vantaggio di 3-2 nel secondo set. Sette anni dopo tocca a Filippo Volandri, al terzo turno degli Internazionali di Roma: il 10 maggio del 2007 il livornese supera 6-2 6-4 Roger Federer con una partita a dir poco memorabile per la storia recente del tennis italiano.

Roma palcoscenico di un altra vittoria azzurra sul numero 1 mondiale, il 16 maggio del 2017, impresa messa a segno da Fabio Fognini che ha sconfitto al 2° turno per 6-2 6-4 lo scozzese Andy Murray. Infine torniamo alla storia recente: 30 ottobre 2020, ATP 500 di Vienna, semifinale. Un Lorenzo Sonego strepitoso batte il numero 1 del mondo Novak Djokovic lasciandogli appena tre giochi e infliggendogli la peggior sconfitta in carriera nei match giocati al meglio dei tre set a livello ATP. Un 6-2 6-1 incassato dal serbo dopo aver acquisito matematicamente la posizione in cima al ranking anche al termine di quella stagione.

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ATP Miami, Sinner batte Alcaraz: “Ti diverti a giocare così. Ci vogliono due tennisti per fare questi punti”

“Dopo la sconfitta di Indian Wells ho cambiato qualcosa, ma non dico cosa” così Jannik Sinner dopo la vittoria sul n.1 del mondo Carlos Alcaraz. “Anche contro Medvedev dovrò mischiare le carte”

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Jannik Sinner - Miami 2023 (foto Ubitennis)

Tre ore e un minuto ha impegato Jannik Sinner per battere Carlos Alcaraz in rimonta, nella semifinale del Masters 1000 di Miami, con una prestazione spettacolare che abbinata al grande tennis dello spagnolo ha dato vita ad un match memorabile. Di seguito la conferenza stampa dell’altoatesino.

D: Jannik, ben fatto. Come classifichi questa vittoria tra le migliori della tua carriera?
JANNIK SINNER: Oh, di sicuro è una delle migliori vittorie. Ovviamente è stata una partita molto dura contro Alcaraz. Penso che entrambi abbiamo giocato una partita di altissimo livello. Da parte mia, penso di aver cambiato un paio di cose da Indian Wells a qui, cosa che ero obbligato a fare, e sono andate per il verso giusto. Non dirò esattamente cos’ho cambiato (sorride) ma penso che anche lui se ne sia accorto e la prossima volta cambierà qualcosa, quindi dovrò essdere pronto. Sono felice della prestazione. Ovviamente domenica sarà un’altra partita (con Medvedev). Partita molto, molto diversa. Non ho mai vinto contro Daniil, quindi vediamo come va. Anche in quel caso dovrò cambiare qualcosa nel mio gioco, mischiare le carte.

D: Si è visto un tennis straordinario giocato da entrambi. Riesci a divertirti giocando una partita del genere quando sei nel bel mezzo della battaglia, o è solo dopo che riesci ad apprezzare davvero il tipo di tennis che è stato giocato?
JANNIK SINNER: No, penso che quando entrambi i giocatori giocano a tennis in questo modo, è anche molto bello giocare. Lo senti, no? Anche con la folla. Penso ci sia stata una grande energia con tutto. È semplicemente bello far parte di questo tipo di partite, in primo luogo, e in secondo luogo, ti senti come se dovessi cambiare sempre qualcosa durante la partita. Penso che sia stato così oggi. Sì, di sicuro ti diverti, perché è meglio avere una partita come questa piuttosto che pochi scambi e penso che qui puoi vedere del buon tennis.

 

D: Tornando alla partita di oggi, puoi dire qualche parola sul punto, il secondo punto sul 4-2 nel terzo set che è stato fantastico, incredibile?
JANNIK SINNER: Sì, è stato anche un punto lungo. Era un punto fisico, di sicuro. È iniziato con il dropshot, e poi dopo io sono andato incrociato penso. Poi sono tornato con il diritto. In alcuni punti sono andato di rovescio lungo linea e lui era praticamente sdraiato, ma è risalito così velocemente. Volevo andargli dietro, no, ma lui era lì. E poi, dopo, ho provato questo tiro, perché prima volevo fargli un pallonetto ma la palla era troppo bassa. Quindi sono andato incrociato, che è stata la scelta giusta. Tuttavia, è stato un punto molto fisico. Ho perso in game dopo quello. Ma sì, come ho detto, hai sempre bisogno di due giocatori per fare questo tipo di punti.

D. Quando hai perso a Indian Wells, quella sconfitta è rimasta con te per molto tempo o ti sei ripreso — parlo mentalmente — ti sei ripreso abbastanza velocemente e hai iniziato a pensare a questo torneo e ad apportare modifiche, come hai detto, e stai pensando alla prossima volta che lo affronterai?
JANNIK SINNER: No, quando abbiamo perso a Indian Wells, il giorno dopo siamo partiti per venire qui. Ho avuto un giorno libero e poi ho iniziato ad allenarmi. Fin dalla prima sessione di allenamento, abbiamo cercato di migliorare alcune cose, di mescolare un po’ meglio il gioco, per prepararci alla prossima possibile sfida contro Carlos. Ma anche per usarlo contro gli altri giocatori. Penso di aver iniziato a fare un po’ di più contro Grigor Dimitrov nel match del secondo turno. Poi anche dopo contro Andrey Rublev è stata una bella partita. Sai, penso che l’intero torneo che ho giocato fino ad ora sia stato qualcosa di buono per me, perché ho cercato di inserire alcune cose nuove, e questo è tutto al momento e ne sono felice, ma ovviamente ci sono cose anche dalla partita di oggi che posso prendere per migliorare.

D: All’inizio del terzo ha faticato un po’ fisicamente. Sembrava avessi i crampi. Prima di tutto, hai avuto problemi fisici del genere? Inoltre, come hai affrontato questo per non distrarti?
JANNIK SINNER: Sì, ne ho avuti un po’. Quando ero sopra di un break nel secondo, ho avuto anche un po’ di crampi ma non così tanto. Sapevo che dovevo andare avanti, aspettando il momento giusto. Sul 4-3 quando stavo servendo nel secondo set, ero in difficoltà, perché lui aveva un paio di palle break. Se mi avesse preso il servizio lì, sarebbe stato difficile tornare. Ma quel game mi ha dato molta fiducia, no? Poi dopo sono rientrato molto bene. Nel terzo set l’ho visto faticare. Ho cercato di spingere lì, specialmente nel primo gioco, perché sapevo che era l’ultimo turno in cui stava servendo con le palline usate, quindi è un po’ più facile rispondere e cercare di rimanere concentrato su me stesso, cosa che penso di aver fatto molto bene, soprattutto nel terzo set.

Terminate le domande in inglese, Sinner ha parlato in esclusica col nostro inviato Vanni Gibertini, e queste sono le sue risposte in italiano:

D: Mentalmente la parte più difficile qual è stata?
SINNER: Sapevo di avere le mie chance soprattutto nel primo set che poi non sono riuscito a sfruttare, sul 4-1 ad esempio potevo andare 15-40 e poi ho sbagliato qualche palla facile. Però comunque ti danno un po’ di fiducia perché sei lì nel punteggio e provi a dare il massimo. Nel secondo set sono partito bene brekkandolo subito ed era di nuovo una partita 50 e 50. Nel terzo ho provato a restare lì nel presente e sono contento di come ce l’ho fatta.

D: Quando lui dava segni di fatica che aggiustamenti hai fatto?
SINNER: Sempre continuare a spingere perché con lui anche se metti la palla in campo tira molto molto forte e veloce, e imprevedibile. Io sono rimasto sul mio gioco e sul presente e sono contento di quella parte lì.

D: In finale trovi Daniil Medvedev, l’ultima partita in finale a Rotterdam hai giocato un ottimo primo set.
SINNER: Da Rotterdam prendo tanti insegnamenti e anche lì dovrò fare del mio meglio e apportare qualche modifica al mio gioco. Sono pronto, sono di nuovo in finale. Il torneo non è finito, sono qua per provare a fare del mio meglio poi vedremo

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