Djokovic prepara il sorpasso: potrebbe giocare prima di Bercy

Rubriche

Djokovic prepara il sorpasso: potrebbe giocare prima di Bercy

Dopo la cavalcata di Shanghai (nessun break subito), Djokovic è lanciatissimo verso la riconquista del primo posto in classifica. “Sto valutando l’idea di giocare a Vienna o Basilea, ma non mi sento obbligato”

Pubblicato

il

 

Si è fatto un gran parlare di Qiang Wang, capace quest’anno di vincere 24 partite in terra asiatica, ma per peso specifico il dominio che Novak Djokovic ha saputo esprimere in Cina non può essere pareggiato. Il serbo ha disputato sessanta partite in carriera tra Shanghai e Pechino perdendone soltanto quattro, tutte nel torneo di categoria Masters 1000 (e sempre in semifinale, il suo peggior risultato), laddove a Pechino vanta invece una completa imbattibilità. Il bilancio sale a sessanta vittorie (con otto sconfitte) se si includono le due partecipazioni al Masters di fine stagione nel 2007 e nel 2008, quando il torneo di disputava a Shanghai. A fortificare il dominio dell’imperatore d’Oriente è arrivato ieri a Shanghai – contro un inerme Coric – il decimo titolo cinese (5 vittorie a Pechino e altrettante a Shanghai, una delle quali al Masters 2008) nonché il più immacolato di tutti: zero set concessi, zero turni di servizio persi, solo quattro palle break affrontate.

Da dove prendo tutta questa energia? Non lo so, forse sono stato cinese in una vita precedente” ha ipotizzato sorridendo il serbo, ovviamente raggiante dopo il 32esimo ‘1000’ vinto in carriera. “Non sono sorpreso di come mi sento e riesco a comunicare con le persone. Vengo in Cina da più di dieci anni e c’è qualcosa di speciale in questo posto che mi fa sentire a casa“. Quanto al clamoroso rendimento al servizio questa settimana – 47 turni di servizio giocati e difesi – Djokovic si è espresso così: “Ad essere onesti non so se sia successo che qualcuno abbia vinto un torneo senza cedere il servizio. Sono sicuro che, nel caso, non sia successo troppe volte. È stata sicuramente una delle migliori settimane della mia carriera con il servizio, anche perché non avevo mai giocato su campi così veloci a Shanghai e mai come quest’anno ho avuto bisogno di prime vincenti. Il servizio non è mai stata la mia arma principale come per Anderson, Isner o Karlovic, ma è sempre stata come un’arma nascosta. Ho sempre cercato di privilegiare la precisione alla potenza“.

In realtà a vincere un Masters 1000 senza cedere il servizio ci erano già riusciti Zverev (Madrid 2018) e Federer in due occasioni (Cincinnati 2012 e 2015), perdendo però più game del serbo che ne ha concessi soltanto 31. A favorire la sua grande performance è stata la scelta di non giocare a Pechino – ‘non ero pronto per giocare ad alti livelli due settimane di fila‘, ha spiegato Nole – per recarsi a Shanghai in anticipo e prendere confidenza con i campi. Le scelte di programmazione delle prossime settimane saranno ancora più cruciali perché non si rifletteranno solo sul rendimento di Djokovic ma anche sulla leadership del circuito, che il serbo sta contendendo a Nadal. Dopo il sorpasso di Djokovic ai danni di Federer, a separare Novak e Rafa ci sono soltanto 215 punti, che depurati dei 180 che lo spagnolo dovrà difendere a Bercy isolano il misero distacco nella Race to London: 35 punti. Praticamente niente.

Una distanza che permetterebbe al serbo di prendersi il n.1 a Bercy semplicemente passando un turno in più del suo rivale, che dovrebbe rientrare in campo proprio in Francia. Ci sarebbe però un’alternativa, favorita dall’infortunio dello spagnolo: ottenere una wild card a Basilea o Vienna e provare a raggiungere la finale per superare Nadal già prima dell’ultimo Masters 1000 stagionale. “Siamo molto vicini in classifica quindi non mi sento obbligato a giocare prima di Bercy, ma sto comunque considerando l’idea. Deciderò assieme al mio team, probabilmente entro un paio di giorni“. La serenità del serbo non viene in alcun modo scalfita dall’infruttuoso tentativo di un giornalista di estorcergli un messaggio per Rafa “Lo lascio al tuo spirito creativo di giornalista” ha detto Nole, tra i massimi esperti del dribbling mediatico.

Se ci è concesso un tentativo, potrebbe essere qualcosa del genere: ‘Occhio Rafa, io sto per mettere la freccia. Fai un po’ tu‘.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement