Il campionato di Serie A peggio promosso

Editoriali del Direttore

Il campionato di Serie A peggio promosso

Il via ieri. La ricca FIT disincentiva i club che vi prendono parte, con regole discutibili, e promozione semi-inesistente. Neanche una riga sui quotidiani sportivi. Supertennis dov’è? Un montepremi no?

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Vi parrà forse strano che nel giorno in cui Nole Djokovic trionfava a Shanghai nel suo 32mo “mille” e Camila Giorgi a Linz nel suo secondo torneo, io sia andato a vedere un duello del campionato di serie A fra Tennis Park Genova e TC Prato (i risultati di quel match e di tutti i match della prima giornata del campionato, compreso il 5-1 per il Park Genova potete leggerli nell’articolo pubblicato ieri sera). Mentre stavo tornando a casa mi hanno chiamato dal mio gruppo editoriale (la redazione sport nazionale del QN ha sede a Bologna con Il Resto del Carlino) per chiedermi un articolo su Djokovic e Giorgi. Articolo che ho scritto e potete leggere in fondo a questo editoriale invece dedicato alle incongruenze di un campionato di serie A che rischia ogni anno di dissanguare i club che con ostinata passione continuano a giocarlo. Premesso che mi aspettavo che Djokovic e Giorgi vincessero senza troppi problemi, trovo che i campionati per circoli di serie A1  e A2 che sono “decollati” – si fa per dire – in massima parte ieri, meritino un mio editoriale a commento perché sono tali e tante le incongruenze che è incredibile che dopo tutti questi anni nessuno, la FIT in primis, non vi abbia posto riparo. Ieri sui quotidiani sportivi non c’era neppure una riga che li annunciasse.

Eppure solo per la A1 16 circoli italiani suddivisi in 4 gironi di 4 squadre, con una dozzina di tennisti iscritti per ciascun club (perché alcuni professionisti italiani e stranieri sono “ingaggiati” per giocare solo alcuni incontri) partecipano al campionato maschile che prevede partite di andata e ritorno, tutte con 4 singolari e 2 doppi. Ogni club gioca quindi come minimo 6 partite, fino a domenica 12 novembre. Vedi in basso regolamento e calendario. Al campionato femminile di A partecipano solo otto squadre per incontri la cui formula è due singolari e un doppio. Sono quasi certo che la gran parte dei lettori di Ubitennis sa a malapena che questi campionati esistono e che sono concentrati in meno di due mesi (fra la metà di ottobre e l’8-9 di dicembre quando si giocheranno le finali al Palasport di Lucca), ignora beatamente in massima parte chi li gioca – eppure coinvolgono 200 fra tennisti e tenniste – non immaginano l’impegno economico che comporta il parteciparvi fra ingaggi ai giocatori (si va fino ai 5.000 euro per i migliori) e i bonus per le vittorie, le trasferte di giocatori e dirigenti da… Torino a Messina, tute, magliette firmate con il nome del club sulla schiena, allenamenti, palle, rimborsi di viaggio ai vari stranieri sotto contratto e agli italiani non residenti nella città del club. Diversi club investono ben oltre i 100.000 euro l’anno. Quelli che spendono meno non riescono a cavarsela con 50.000.

Gli sponsor danno spiccioli, perché non hanno quasi alcun ritorno d’immagine. Spesso le partite vengono disputate davanti a pochi intimi, anche se la FIT ha imposto che anche nel secondo campo fossero da quest’anno obbligatorie 90 poltroncine. Chi ha dovuto allestire un secondo pallone coperto, trovando spazio per 90 posti a sedere, ha dovuto sopportare costi non indifferenti. In cambio di cosa? Il campionato ha ancora un senso sia per i circoli che hanno ancora dirigenti animati da una grande passione, sia per i giocatori che grazie a questi introiti possono incassare qualche soldino certamente utile per affrontare la successiva stagione agonistica. E come abbiamo visto sono tanti, anche se non tutti ingaggiati a cachet. La FIT, dopo anni e anni di flop, dovrebbe far uscire dall’anonimato questa manifestazione, la più importante nazionale a squadre, per incentivarne la partecipazione, per favorirne la notorietà e maggiori contributi dagli sponsor. Per aiutare e non scoraggiare i circoli che la disputano.

A pagina 2 le proposte per rinnovare la serie A

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