Il campionato di Serie A peggio promosso - Pagina 2 di 3

Editoriali del Direttore

Il campionato di Serie A peggio promosso

Il via ieri. La ricca FIT disincentiva i club che vi prendono parte, con regole discutibili, e promozione semi-inesistente. Neanche una riga sui quotidiani sportivi. Supertennis dov’è? Un montepremi no?

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Mi piace essere costruttivo. Cosa potrebbe fare la FIT cui i soldi davvero non mancano (e sappiamo bene che non sono sempre bene investiti)? Ecco alcuni suggerimenti.

  • Dotare il campionato di serie A di un montepremi. 100.000 euro? 40.000 a chi lo vince, 30.000 a chi arriva secondo, 15.000 ai due terzi ex aequo? Sarebbe un incentivo ad allestire squadre sempre più competitive. Migliorare il livello farebbe crescere l’interesse e anche la base dei tennisti.
  • Trasmettere o in diretta o alla peggio in differita con almeno un paio d’ore di highlight un incontro di Serie A ogni domenica con criteri di rotazione da stabilire (per sorteggio, per valutazione tecnica, altro) un confronto fra circoli. Con 10 incontri teletrasmessi (diretta oppur differita) si hanno buone chances di restituire qualcosa agli sponsor di quasi tutti i club. E se alcuni rimanessero fuori un anno, se ne terrà conto l’anno successivo. Non basta davvero trasmettere solo le due giornate finali.
  • Acquistare almeno 2 spazi settimanali su ciascuno dei tre quotidiani sportivi – ehi, non dico su Ubitennis eh! – in modo che ospitino una presentazione degli incontri di ogni domenica e successivamente i risultati. Con la crisi attuale dei giornali, oggi gli spazi necessari costano pochissimo. Si troverebbe terreno fertile. Altre federazioni di altre discipline (molto meno ricche di quelle del tennis che ha una bella cassaforte grazie agli Internazionali d’Italia) già lo fanno.
  • Pretendere che le squadre annuncino almeno entro una certa data (metà settimana?) i giocatori che prenderanno parte all’incontro di ogni domenica. Ieri il Tennis Park Genova schierava Andujar, vincitore del challenger di Firenze, ma non Fognini, Arnaboldi o Gojowicz, mentre il TC Prato avrebbe potuto schierare Sonego e Coria che però non c’erano: per promuovere in città sui media locali, al circolo fra i soci, una sfida occorrerebbe avere almeno contezza dei partecipanti. Non si può schierare più di uno straniero, ma sapere chi sia può avere il suo peso.
  • Non disputare match di andata e ritorno, onerosi per le casse di un circolo, fin dal girone eliminatorio, cioè quando il divario fra certe squadre può essere presumibilmente più accentuato che nelle fasi successive. Esempio: perché costringere il TC Prato che ha perso 5-1 in casa con il Park Genova ad affrontare la trasferta per il match di ritorno a Genova? Il TC Prato sa già che non potrà vincere. E allora? In questo caso le distanze sono sopportabili, però il TC Prato, consapevole della propria inferiorità, forse deciderà di andare con le riserve delle riserve (per non pagare trasferte e i cachet di uno straniero o di un tennista che viene da Campobasso). E allora che spettacolo sarà mai quello che si godranno i soci del Park Genova? Non penseranno, i soci del Park, che il proprio club ha investito soldi in una manifestazione poco interessante? Il rischio c’è, ve l’assicuro, se conosceste la mentalità di parecchi soci dei club.
  • Se i costi per le trasferte (una decina di persone tutte le volte, e sono a volte trasferte aeree, o in auto, o in Freccia Rossa, più hotel, cene etcetera) sono esorbitanti, si riduca il numero delle trasferte. E magari si ripristini il girone eliminatorio finale per 4 squadre da disputarsi in un’unica sede fra il venerdì e la domenica. Costerà molto meno e sarà pure più divertente.
  • Studiare modifiche al regolamento che impone a un club di partecipare comunque ad un campionato di serie A anche se non ha i soldi per farlo – può succedere, accade quasi ogni anno che ci sia un club in difficoltà – pena la retrocessione alla serie D3 (che significa un calvario di anni prima di poter risalire). Con l’attuale regolamento se quel caso si verifica, quel club in difficoltà economiche schiererà soltanto ragazzini che prenderanno stese dappertutto, offrendo spettacoli assolutamente imbarazzanti perché squilibrati e in incontri a senso unico che finiscono per scoraggiare qualsiasi partecipazione dei soci.
  • Lasciare libero il circolo ospitante di stabilire l’ordine degli incontri. Oggi, infatti,  si comincia al mattino presto obbligatoriamente con i singolari contemporanei dei n.2 e dei n.3, seguiti da quelli fra i n.1 e i n.4. Magari in certe località balneari, dove il pubblico affluirebbe più volentieri all’ora di pranzo o nel primo pomeriggio, va bene così. Ma ieri a Prato, per esempio, al mattino ci sarebbe stato un discreto pubblico, mentre all’ora di pranzo quando si è giocato il match più interessante e di miglior qualità fra i due numeri uno, fra lo spagnolo Andujar e il bulgaro Kuzmanov (che la settimana scorsa a Barcellona aveva battuto Gimeno Traver) non c’era quasi più nessuno.
  • Più che imporre le 90 sedie, sarebbe meglio imporre microfoni agli arbitri (a decibel limitati se i due campi di gioco siano troppo vicini onde evitarne il reciproco disturbo), perché altrimenti seguire un match senza sapere il risultato, o doverlo chiedere al vicino più attento, è noiosissimo.
  • Chiedere al circolo ospitante di istruire adeguatamente i raccattapalle, almeno 4 per campo, con uno di essi che debba occuparsi di segnare anche i games su un tabellone (sul quale potrà essere apposto il brand di uno sponsor).

Insomma, queste sono le prime cose che mi sono venute a mente. Mi stupisce che i circoli non siano riusciti dopo tanti anni a farsi sentire dalla FIT. Mi è stato detto che alcuni club non osano manifestare il loro dissenso per come da anni è (mal)condotta questa (dis)organizzazione dei massimi campionati a squadre. Ciò per il timore di inimicarsi la dirigenza federale. Beh, insomma, chi è causa del suo mal… In democrazia si dovrebbe avere almeno il coraggio di chiedere. Se poi le istanze venissero ignorate si potrà sempre chinare il capo. Oppure mettersi d’accordo con altri e reagire. Ubitennis è aperto ad altri suggerimenti, consigli, proposte. Scrivete a direttaubitennis@gmail.com. Qui sotto il regolamento e il calendario. Più in basso invece l’articolo che ho scritto ieri pomeriggio per i “miei” tre giornali su Djokovic, Giorgi e Cecchinato.

REGOLAMENTO – Le prime classificate di ogni girone partecipano ad un tabellone di play off a quattro squadre, con incontri di andata e ritorno al primo turno. Al primo turno dei play off giocheranno la gara di ritorno in casa le squadre meglio classificate nei gironi. Le squadre seconde classificate nei gironi mantengono il diritto alla partecipazione alla Serie A1 nel 2019. Le squadre terze e quarte classificate partecipano ad un tabellone di play out ad otto squadre, con formula di andata e ritorno. La formula degli incontri intersociali è di quattro singolari e due doppi.

CALENDARIO – Le giornate di gara sono le seguenti:
– Fase a gironi: 14, 21, 28 ottobre, 4, 11, 18 novembre
– Play out: 25 novembre e 2 dicembre
– Play off / Semifinali: 25 novembre e 2 dicembre
– Finale: 8-9 dicembre

A pagina 3 l’articolo su Djokovic, Giorgi e Cecchinato

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