Khachanov stende Thiem: a Bercy giocherà la prima grande finale

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Khachanov stende Thiem: a Bercy giocherà la prima grande finale

Straordinaria prestazione del russo, che conferma la maturità raggiunta e giocherà la sua prima grande finale della carriera. Scavalca Fognini in classifica e si propone come possibile riserva a Londra. Primo russo in finale 1000 dai tempi di Davydenko

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da Parigi

Che a vincere sia Federer o Djokovic, il ruolo dello sfidante nel match per il titolo al Rolex Paris Masters lo interpreterà Karen Khachanov, capace in una settimana di riscrivere per se stesso questa e la prossima stagione. Dominando 6-4 6-1 il “Dominator” ufficiale Dominic Thiem, il ventiduenne russo ha messo in fila la terza vittoria contro top 10 in altrettanti giorni – dopo quelle su Isner, annullando due match point, e su Zverev – e si è lanciato all’inseguimento proprio del tedesco, finora l’unico giocatore con un ranking a una cifra tra quelli ad aver avuto il bollino Next Gen. E pensare che prima dell’arrivo a Parigi il suo record contro i migliori dieci era di 3-16, e fino a Wimbledon la sua posizione in classifica si aggirava attorno al numero quaranta. Lunedì invece sarà almeno numero 12, una brutta notizia per Fabio Fognini che si vede ancora una volta negato il best ranking per una manciata di punti (120 per l’esattezza).

Quella di Khachanov è una storia… molto Bercy. L’ultimo Masters 1000 della stagione, pur non così bistrattato dai migliori giocatori come spesso si esagera a dire, lascia storicamente più spazio alle sorprese rispetto ad altri grandi tornei. Non di rado è sufficiente essere in fiducia e avere ancora un po’ più di energia in corpo per mettere insieme tanti punti da conservare per l’intera stagione successiva, se non addirittura un titolo. Il caso di Karen però è diverso, perché il moscovita cresciuto a Barcellona sta giocando benissimo e ha la testa di chi è destinato a durare. Pur dotato di un tennis potente che avrebbe potuto sfruttare a proprio vantaggio la superficie, contro Thiem non ha affrettato gli scambi, aspettando il terzo o quarto colpo per imprimere la massima forza alla palla. Pazientare gli ha dato ragione: alla fine del parziale d’apertura ha sfondato col dritto e si è preso il 6-4, poi ha concesso soltanto un altro gioco.

Il suo gran tennis non è stato comunque limitato al fondo del campo, perché il russo aveva preparato la sua semifinale alla perfezione sotto ogni aspetto: quando in avvio di secondo set uno scambio di break poteva rimettere tutto in discussione, è salito per imporsi anche a rete e Thiem è stato di fatto costretto ad accettare la sconfitta. Il segno di quanto l’allievo di Vedran Martic fosse concentrato sull’obiettivo sta soprattutto nel finale dell’incontro, con l’austriaco al servizio per rimanere nel match. Certo di poter andare a servire per la finale almeno due volte, il numero uno di Russia è comunque rimasto nei punti di risposta e risalendo da quaranta a zero per l’avversario alla fine ha ottenuto anche l’ultimo break. È questo l’atteggiamento dei vincenti, quello che serve ad andare avanti in un grande torneo anche quando attorno rimangono soltanto i migliori.

Parigi sembra essere il posto giusto per i sovietici: è qui che hanno vinto la prima Coppa Davis, il primo Slam (con Kafelnikov) e dove uno dei modelli di Khachanov, Marat Safin, ha ottenuto la prima finale in un Masters 1000. Karen adesso lo ha eguagliato, lasciando cinque game a uno dei migliori giocatori al mondo e mettendosi di nuovo in testa al terzetto di giovani connazionali di cui fanno parte anche Andrey Rublev e Daniil Medvedev. Domani sarà tutt’altra storia però, e quello che è bastato finora potrebbe non essere sufficiente neppure a ottenere le briciole. Crescerà ancora?

Risultato:

K. Khachanov b. [6] D. Thiem 6-4 6-1

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