Corsa alle ATP Finals 2021: la concorrenza europea insidia Torino

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Corsa alle ATP Finals 2021: la concorrenza europea insidia Torino

Secondo indiscrezioni l’ATP sembrerebbe orientata a mantenere l’evento nel vecchio continente. Prende quota l’ipotesi San Pietroburgo. Ma Sergio Palmieri rimane ottimista

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In attesa delle prime tappe ufficiali, la candidatura di Torino per ospitare le Finals dal 2021 continua a spingere sul piano mediatico. Il capoluogo piemontese infatti ha scelto di uscire allo scoperto sin dalla missione londinese di Chiara Appendino, unica occasione in cui la sindaca ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Nelle ultime settimane non si è mai smesso di lavorare sui tavoli istituzionali con la regia di CONI e FIT, visto che l’obiettivo è presentarsi nel migliore dei modi quando l’11 dicembre i vertici ATP saranno in città per un significativo sopralluogo. Tre giorni più tardi, il 14 dicembre, verrà ufficializzata la short list delle tre candidate che rimarranno in corsa fino a primavera. La scelta della nuova sede è in programma a marzo, quando il board ATP si riunirà a Indian Wells.

Torino, come abbiamo più volte accennato, potrebbe soccombere rispetto ad altre concorrenti sul piano del budget. Utilizziamo il condizionale perché non è ancora chiaro il quadro delle città che vorrebbero ospitare l’evento nel quinquennio 2021/2026. La disponibilità economica non mancherebbe di certo ad Adu Dhabi come alle asiatiche Shanghai e Singapore. Secondo la ricostruzione pubblicata da Tuttosport, a firma di Roberto Bertellino, l’ATP però sarebbe orientata a mantenere le Finals in Europa. Ecco che la concorrenza, per Torino, assumerebbe le sembianze di San Pietroburgo e della stessa Londra, visto che alla O2 Arena si trovano tutti bene. La FIT schiera il suo uomo di punta per l’organizzazione degli eventi, Sergio Palmieri, che al quotidiano torinese spiega però come la conferma londinese possa rappresentare solo un piano B. “Londra non farà come le altre candidate che hanno presentato richiesta e apposita documentazione. Qualora nessuna delle nuove città proposte andasse a soddisfare i criteri richiesti dall’ATP – le parole del manager federale – ecco che rientrerebbe in corsa dopo aver ospitato per tante edizioni la manifestazione”.

Palmieri non nasconde un certo ottimismo, derivante anche dalla piena (e non scontata) comunione d’intenti mostrata in questa prima fase da Comune, Regione e Governo: “Abbiamo fatto e stiamo facendo tutto con grande cura e con le migliori credenziali. La FIT ha già dimostrato di saper organizzare a dovere grandi eventi come gli Internazionali BNL d’Italia e le Next Gen ATP Finals (entrambi diretti proprio da Palmieri, ndr). Considero positivamente che l’ATP venga a farci visita prima di diramare la short list, è anche un atteggiamento di riguardo nei nostri confronti”. Sulla bontà del PalaAlpitour, che ospiterebbe per l’occasione 15mila spettatori, non ci sono dubbi. Palmieri però tende a sottolineare anche un altro aspetto per il quale la candidatura italiana potrebbe farsi apprezzare: “Torino ha una felice collocazione geografica e certo non si tratterebbe di un evento soltanto cittadino. È facilmente raggiungibile da Milano e Genova, dalla Francia, dalla Svizzera e dall’Austria e pertanto ha enormi potenzialità. Proprio quelle che verranno a verificare i responsabili ATP nei prossimi giorni”.

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