Italia, sarà dura con USA e Canada (Tuttosport). Piqué, un gol da fuoriclasse: "Anche Messi nostro socio" (Ricci). ATP Finals a Torino, sfuma il sogno (Guccione-Ricci)

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Italia, sarà dura con USA e Canada (Tuttosport). Piqué, un gol da fuoriclasse: “Anche Messi nostro socio” (Ricci). ATP Finals a Torino, sfuma il sogno (Guccione-Ricci)

La rassegna stampa di venerdì 15 febbraio 2019

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Italia, sarà dura con USA e Canada (Tuttosport)

L’urna regala, si fa per dire, all’Italia un girone intercontinentale per la nuova fase finale della rinnovata Coppa Davis. E offre nientemeno che la Nazione con più giovani emergenti, cioé il Canada. Con il Canada anche gli Usa, testa di serie del gruppo E. La Davis 2019, ricordiamo, va in scena alla “Caja Magica” di Madrid (veloce indoor) dal 18 al 24 novembre. Ed è già un onore esserci, tra le elette della prima volta. Alla Real Casa de Correos della capitale spagnola, le 18 nazioni in corsa (6 teste di serie e le 12 vincitrici del turno di qualificazione, che comprendeva l’Italia) sono state divise in 6 gironi (A-F) da tre. Gli incontri del round robin saranno spalmati su tre campi e due sessioni diurne perché bisogna chiudere tutto in una settimana. Ciascuna sfida sarà composta da due singolari e un doppio, almeglio dei tre set con tie-break anche nel parziale decisivo. A chi vince la sfida va un punto nel girone. Le prime classificate e le due migliori seconde si qualificano per i quarti. Già determinati anche i principi per la formazione del tabellone a eliminazione diretta dai quarti. Le due vincitrici dei gruppi A e B saranno ai due estremi opposti del tabellone e affronteranno le due migliori seconde. Negli altri due quarti si incontrano le prime dei gruppi C e D con le prime dei gruppi E e F. Le quattro semifinaliste si qualificano di diritto per la fase finale dell’edizione 2020, le nazioni che chiudono dal quinto al sedicesimo posto parteciperanno ai preliminari del 2020, le due con il peggior rendimento nei gironi saranno invece automaticamente retrocesse nei gruppi zonali. Questa la dichiarazione del presidente dell’ITF David Haggerty: «Credo che questo nuovo format migliorerà il livello del gioco e dello spettacolo». Gli fa eco il campione del Barcellona Gerard Piqué, per Kosmos: «Alla Caja Magica sarà una festa del tennis dal primo all’ultimo giorno». Se lo sarà per l’Italia dipenderà dalle condizioni in cui arriveranno le squadre. Il Canada ha vinto in Slovacchia con il 1999 Denis Shapovalov, già n. 25 al mondo e il 2000 Felix Auger-Aliassime, n.103, che ha ottenuto il punto decisivo. Gli Stati Uniti hanno saltato il turno di qualificazione in quanto teste di serie (semifinalisti 2018), ma hanno comunque 11 giocatori tra primi 100. Insomma, sarà dura, molto dura, ma l’importante è esserci e poi evitare uno degli ultimi due posti.


Piqué, un gol da fuoriclasse: «Anche Messi nostro socio» (Filippo Maria Ricci, La Gazzetta dello Sport)

Cosa pensa quando sente dire «La Davis di Piqué»? «Lo odio», dice Gerard con sincerità: «Qui ci sono 118 anni di storia, e si lavora di squadra». Beh, forse da oggi si parlerà della Davis di Piqué e Messi: «Non lo dica nemmeno per scherzo, che poi qualcuno lo ripete e la cosa diventa incontrollabile». Gerard Piqué sta presentando con David Haggerty, presidente dell’Itf, la nuova Coppa Davis. E ha appena detto che Leo Messi è un socio della Kosmos, la società che ha comprato i diritti per i prossimi 25 anni promettendo all’Itf la mostruosa cifra di 3 miliardi di dollari.

I suoi compagni del Barcellona come vedono questo suo impegno nella Davis?

Alcuni non capiscono granché di tennis e devo spiegargli come funziona. Altri sono eccitati dall’idea e vogliono venire a Madrid. In generale diciamo che ora sono abituati al fatto che mi occupi della Davis, inizialmente erano sorpresi.

Messi da che parte sta, gli eccitati o i disinformati?

Tra i primi, Leo è nostro socio, fa parte della famiglia Kosmos. Ci conosciamo da 18 anni e siamo abituati a condividere pensieri, idee, progetti. Ama il tennis e voleva far parte di questa cosa, è stato naturale.

Come va l’organizzazione?

Benissimo. La risposta da parte dei giocatori, dei tifosi, degli sponsor, della città di Madrid è superiore alle aspettative. C’è un sacco di lavoro da fare ma andiamo bene.

Il suo progetto ha attirato diverse critiche: Federer, Zverev, Hewitt giusto per citare i nomi più noti. Soprattutto per la data scelta.

Lo so, e posso dire che la cosa più complicata nel lavoro di questi mesi è stata quella di ascoltare le tante voci che ci sono nel tennis, uno sport che ammiro perché rispetto al calcio i giocatori sono molto più organizzati. La data a me piace: è vero che i giocatori saranno stanchi ma l’idea di chiudere l’anno tennistico con una cosa completamente diversa, con un torneo a squadre tanto speciale per me ha il suo fascino. Non ho avuto tempo di parlare con Federer e Zverev, Hewitt lo rispetto e gli dico che non è che è arrivato un calciatore a rivoluzionare il tennis: le decisioni si prendono con gente che ha vinto Davis e Slam.

Djokovic ci sarà?

Dipende da lui. Ci ho parlato in ottobre, abbiamo un’ottima relazione, mi riceve sempre a braccia aperte. È il presidente dei giocatori e giustamente cura i propri interessi. Vedremo. Aggiungo una cosa: chi verrà il primo anno tornerà sicuramente il secondo, e convincerà chi non sarà venuto a farlo nel 2020 perché l’idea è quella di organizzare un vero festival dello sport.


Atp Finals a Torino, sfuma il sogno (Guccione-Ricci, Corriere – Torino)

Svanito il sogno di un’Olimpiade bis, svanisce anche quello che i detrattori hanno indicato come un «premio di consolazione» con cui la sindaca Chiara Appendino avrebbe cercato di far dimenticare ai torinesi la mancata esperienza a cinque cerchi: la candidatura di Torino a ospitare le Atp Finals, dal 2021 al 2025. Se il M55 torinese si era mostrato entusiasta per un evento sportivo «low cost» (al contrario delle tanto vituperate Olimpiadi), è stata proprio la difficoltà nel reperire i denari richiesti a garanzia del dossier di Torino — 78 milioni di euro — a far naufragare il progetto. Per mandare avanti la candidatura la sindaca Appendino e i suoi assessori Alberto Sacco e Roberto Finardi avevano bussato alla porta del governo «in teoria amico». Ma ieri, alla vigilia della scadenza imposta da Atp, sono fallite all’interno dell’esecutivo le trattative tra l’ala 5 Stelle (favorevole ad accontentare Torino dopo la disfatta olimpica) e quella leghista (assai più restia). Lo scontro è iniziato prima del consiglio dei ministri ed è proseguito a seduta sciolta tra i due sottosegretari alla presidenza Simone Valente (M55) e Giancarlo Giorgetti (Lega). Il primo, titolare della delega per i rapporti con il Parlamento, ha cercato in tutti i modi di trovare l’accordo per dare il via libera alla lettera di patrocinio da 78 milioni. Il secondo, effettivo responsabile delle politiche per lo sport, non ha voluto sentire ragioni. L’alleato leghista avrebbe voluto infatti che a farsi carico della garanzia nei confronti di Atp fosse direttamente l’amministrazione Appendino. A meno che i leader 5 Stelle non avessero avallato la candidatura olimpica di Milano e Cortina 2026. Svanisce dunque il sogno meno luccicante, ma comunque considerevole di portare a Torino i grandi maestri del tennis. […] A nulla è valso, poi, l’intervento del presidente della Camera di Commercio, Vincenzo flotte, che lunedì aveva scritto una accorata lettera al premier Giuseppe Conte e a Giorgetti.

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