Proprio in coda a una conferenza stampa molto accorata, nella quale Roger Federer ha ripercorso la sua carriera a partire dai primi tronfi fino all’ultimo acuto di Dubai, il numero 100, il campione di Basilea ha risposto a una domanda sulla sua eventuale partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 dimostrandosi meno possibilista delle ultime volte in cui aveva affrontato l’argomento.
Un giornalista gli chiede se sta già pensando all’appuntamento di Tokyo, dopo essere stato costretto a saltare i giochi di Rio 2016 per l’operazione al ginocchio; Federer risponde negativamente. “No, non ci sto ancora pensando. Non so se mi qualificherò, ad essere onesti, e se dovessi riuscirci non so se sarò ancora in attività.È ancora troppo lontano per me, non lo so, non voglio pensarci. Se succederà, succederà. Non si tratta delle mie prima olimpiadi, alla quale ovviamente ho sempre voluto partecipare. Vedremo come andrà a finire”.
Non è certo sorprendente che Federer consideri in forse la sua partecipazione a un evento che si svolgerà tra un anno e mezzo, e la cui vigilia della cerimonia di chiusura coinciderà con il suo 39esimo compleanno. Pur non trattandosi però di un evento utile alla classifica, né di una manifestazione che allo svizzero abbia regalato successi in serie, eravamo abituati a sentirgli proferire parole molto più orientate al sì che al no, come invece sono apparse queste ultime dichiarazioni. A questo si aggiunga il fatto che da otto mesi lo svizzero veste Uniqlo, marchio giapponese, che certamente potrebbe contare su un grande ritorno d’immagine se l’uomo simbolo del brand partecipasse alle Olimpiadi di casa.
REGOLAMENTO – Resta però un fatto, regolamenti alla mano, che per il momento impedisce categoricamente allo svizzero di essere eleggibile per le Olimpiadi della prossima estate. Un giocatore dovrebbe aver risposto almeno a tre convocazioni nel precedente quadriennio, una delle quali nel secondo biennio: Federer ha difeso l’ultima volta i colori della Svizzera nel settembre 2015, nella sfida di Ginevra contro l’Olanda, e gli servirebbero dunque tre presenze in tempo utile per i giochi di Tokyo. Difficilmente però la Svizzera, che a settembre sfiderà in trasferta la Slovacchia, potrà offrirgli queste occasioni e altrettanto difficilmente lui sceglierebbe di prendervi parte. Ammesso quindi che Roger voglia prendere parte alla rassegna olimpica, servirebbe un invito da parte del CIO o una misura ancora più drastica, un cambio di regolamento paventato da più parti dopo la riforma della Coppa Davis.
Federer e i dubbi su Tokyo 2020: “Non so se mi qualificherò e se giocherò ancora”
A margine della storica vittoria di Dubai, Federer esprime dubbi sulla sua partecipazione alle prossime Olimpiadi
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