A Indian Wells riparte la battaglia fra i miti (Mancuso). Dottor Kyrgios cancella Mister Psycho (Semeraro)

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A Indian Wells riparte la battaglia fra i miti (Mancuso). Dottor Kyrgios cancella Mister Psycho (Semeraro)

La rassegna stampa di lunedì 4 marzo 2019

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Una poltrona per tre. A Indian Wells riparte la battaglia fra i miti (Angelo Mancuso, Il Mesaggero Sport)

La battuta è scontata: ha raggiunto quota 100 e ora può andare in pensione. La prima perla della sua incredibile centuria Federer l’ha colta a Milano nel 2001, un terzo dei suoi titoli (34) li ha ottenuti fra il 2004 e il 2006, quando era praticamente imbattibile, un quinto esatto (20) nei tornei dello Slam. Il trionfo a Dubai in finale su Tsitsipas ha il retrogusto della vendetta: agli Australian Open era stato proprio il Next Gen greco a eliminarlo negli ottavi. E lo può rilanciare verso uno dei pochissimi record che ancora non gli appartiene, i 109 titoli di Connors, l’unico altro tennista ad essere arrivato in tripla cifra nell’era open (…).

CI VEDIAMO GIOVEDÌ Al di là dei record, King Roger alimenta il sentimento che più conta, quello della passione: l’eterno ragazzo è il più amato dai fan di tutto il globo. E nelle diatribe da bar del tennis a ogni suo trionfo si ricomincia a discutere su chi sia il GOAT, il Greatest Of All Time, il miglior giocatore di sempre. Una domanda che non potrà mai avere risposta perché è impossibile paragonare giocatori di epoche diverse. Restando all’attualità, più facile analizzare le carriere dei tre fenomeni che hanno scritto la storia del tennis degli ultimi 15 anni. Federer è Mister 20 Slam (17 Nadal, 15 Djokovic), il serbo è l’unico ad aver vinto tutti i Major e tutti i Masters 1000 ed è in vantaggio con entrambi nei confronti diretti, il mancino spagnolo vanta numeri pazzeschi come gli 11 titoli al Roland Garros. So- no loro i protagonisti più attesi del primo Masters 1000 della stagione: da giovedì tutti in campo sul cemento di Indian Wells. Probabile che il vincitore esca da questa terna: in 13 delle ultime 15 edizioni sull’albo d’oro è finito uno dei tre. In agguato ci sono i vari Zverev, Tsitsipas e magari il bislacco Kyrgios, reduce dal successo ad Acapulco dove in finale ha battuto proprio Zverev tornando a vincere un torneo dopo 14 mesi. L’aitante e istrionico australiano è un elemento di rottura, non è simpatico e neppure politically correct, ma se ne ha voglia ha il colpo del ko (…).

IL QUINTO SLAM Il più felice di tutti è il patron del torneo Larry J.Ellison, proprietario di Oracle, una delle più importanti società di informatica sul mercato. Nato a New York nel 1944, secondo la rivista Forbes è il quinto uomo d’affari più ricco del mondo e da quando nel 2009 ha rilevato l’evento la crescita è stata inarrestabile, tanto da spaventare i quattro appuntamenti dello Slam. In pochi anni a suon di dollari e investimenti ha creato un impianto gioiello (29 campi e uno splendido centrale da 16.100 posti) in questa oasi verde nel cuore del deserto californiano (…)

Dottor Kyrgios cancella Mister Psycho: che show! (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Un campione a metà che gioca un tennis che non esiste forse – forse – ha messo la testa a posto. Se è vero, saranno guai per qualcuno (i suoi avversari) e delizie per tutti. Ad Acapulco, Nick Kyrgios ha messo in fila uno dopo l’altro Andreas Seppi (n.49 Atp), Rafa Nadal (2), Stan Wawrinka, oggi 31 ma vincitore di tre Slam, John lsner (9) e Sascha Zverev, il numero 3 del mondo di cui in finale si è liberato in due set, due schiaffoni e via. Un’iradiddio. I soliti colpi folli, il solito show-tennis: diritti inavvicinabili, smorzate imprendibili, soluzioni impensabili estratte dal cilindro con la nonchalance caracollante di chi non vede l’ora di finire l’allenamento. E le solite polemiche. In questo caso con Nadal, die dopo averci perso un match assurdo, nel quale Nick ha anche servito da sotto, stile Chang, lo ha accusato di mancare di rispetto «verso pubblico, avversari e anche verso se stesso». (…). In Messico però nell’impasto del suo tennis marziano, atletico e svogliato, supersonico e circense, Nick non ha messo solo pensieri selvaggi, ma anche parecchia sostanza e concentrazione facendo fuori tre Top 10. E nel ranking è risalito in un colpo solo da numero 72 a numero 31 (…). ECCESSI. Cinque anni fa, neanche ventenne, Nick il selvaggio colpì il circuito come un meteorite alieno, schiantando Nadal a Wimbledon. Da allora sono state montagne russe. Cinque tornei vinti, il numero 13 nel ranking mondiale nel 2016, una infinita serie di bizze, capricci, partite buttate, sconcertanti abulie, sceneggiate borderline. E liti a volte acide, a volte esilaranti, con arbitri, colleghi e spettatori. Ha bestemmiato a Wimbledon, risposto a una telefonata del cellulare mentre giocava un doppio misto, spiegato in campo a Wawrinka i trascorsi erotici della sua fidanzata. Agli ultimi US Open l’arbitro Lahyani si è beccato una sospensione per essere sceso dal seggiolone («Sono qui per aiutarti, Nick») impietositosi dallo stato di confusione del ragazzo. «E’ vero, nella mia carriera avrò perso apposta sette o otto partite – ha confessato tempo fa – e la ragione è che non sempre ho voglia di giocare a tennis». L’Atp lo ha multato sette volte – l’ultima di 17.500 dollari l’anno scorso al Queen’s per un gestaccio – e gli ha consigliato di farsi aiutare da uno psicologo. Perché sciupare un talento del genere sarebbe un danno per tutto il tennis, non solo per lui. A fine 2018 Nick ha accettato: «avrei dovuto farlo prima, era chiaro che avevo un paio di problemi da risolvere per la mia salute mentale». (…) Vincere il quinto torneo facendo fuori tre Top 10, nella settimana in cui Federer ha raggiunto quota 100, forse è un segno. L’ennesimo gancio a cui appendere una nuova carriera. Se vi piace il tennis, sperate che Psycho Nick non se lo faccia scappare.

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