Federer e Nadal: "Su Kermode, Djokovic non ha voluto ascoltarci"

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Federer e Nadal: “Su Kermode, Djokovic non ha voluto ascoltarci”

Esclusi dalla decisione di non confermare il CEO, Rafa e Roger dicono la loro. Lo svizzero: “Novak? Non aveva tempo per incontrarmi prima del meeting. Questo per me è difficile da capire. Molti appoggiavano Kermode…”

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Rafa Nadal e Roger Federer - Laver Cup 2017 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Che Roger Federer non sia avvezzo a dichiarazioni incendiarie è cosa nota; anzi, anche e soprattutto su questioni spinose, il campione svizzero si è sempre distinto per i commenti misurati, nella ricerca a volte eccessiva di evitare qualsiasi contrasto. Trovare una posizione neutrale diventa tuttavia impossibile sulla gestione dell’affare Chris Kermode, il CEO dell’ATP “apparentemente silurato” dal presidente del Player Council Novak Djokovic proprio in questi giorni, nonostante i risultati raggiunti durante i cinque anni alla guida dell’Associazione Professionisti. Una decisione che il serbo non ha voluto commentare. È così che, dopo il vittorioso esordio a Indian Wells su Peter Gojowczyk, Federer si è trovato per la prima volta a rispondere sull’argomento davanti a uno sparuto gruppo di giornalisti svizzeri, con cautela e nella propria madrelingua, come riporta il quotidiano Tagesanzeiger.

Di fronte alla richiesta di un commento sul rifiuto di rinnovare il mandato a Kermode, Roger dice con qualche esitazione che lui stesso, non più attivo politicamente, fatica a esprimere un’opinione e puntualizza che dovrebbe piuttosto farlo chi è in carica. “Per me, è importante sapere per quale ragione è successo e cosa dovrebbe accadere ora, qual è il programma. Vorrei sapere che motivo c’era, cosa non avrebbe fatto bene Kermode. E lamenta che, a dispetto di situazioni passate in cui si poteva dire “così non va più”, lo stesso non è stato per Kermode.

La faccenda si fa anche più interessante quando gli viene chiesto se ha parlato con Djokovic. Ho cercato di incontrarlo prima del meeting decisivo. Purtroppo, non aveva tempo. Questo, per me, è difficile da capire. E, dopo qualche parola di vaga giustificazione, aggiunge: “Ha proposto di vederci il giorno dopo, ma a quel punto era già stato tutto deciso. Dobbiamo ancora incontrarci. Eppure, Nole aveva dichiarato che “se Roger e Rafa volevano far sentire la loro voce, potevano tranquillamente contattare uno dei giocatori nel Council, siamo sempre a disposizione”.

 

La vicenda fa riflettere Federer, a sua volta presidente del Council in passato, sull’opportunità di tornare a essere più coinvolto e in che misura. Certo è che “per il bene del Tour […], non posso guardare da un’altra parte e dire che non mi interessa. Mi devo informare e l’ho fatto negli ultimi giorni, ma ammette di avere ancora domande e di voler parlare con i giocatori del Consiglio. Perché per lui “è importante sapere dove sta andando il circuito, con chi e come. Ci sono tante domande aperte. Forse avranno delle risposte e il mio animo si calmerà, così come quella degli altri giocatori. Perché molti appoggiavano Kermode. Le priorità non possono essere le stesse per tutti: c’è chi pensa ai soldi, chi al calendario, chi al potere.

Conferma di averne parlato con Rafa e che loro due si trovano sulla stessa lunghezza d’onda. Dal canto suo, lo spagnolo non ha nascosto il suo disappunto: “So di non poter dire molto perché mi sono allontanato dalla politica su questo argomento, però mi ha molto deluso che nessuno si sia degnato di chiamare per informarmi della vera ragione per cui Chris Kermode non sarà più con noi. I giocatori del Council rappresentano tutti e per prendere una decisione come questa devono parlare con ognuno di noi. Se molti giocatori sono nella mia situazione, è probabile che il Consiglio non abbia fatto bene il proprio lavoro. L’incontro dei due amici-rivali è avvenuto lo scorso fine settimana nella casa affittata dallo svizzero a Indian Wells, come lui stesso ha rivelato a Tennis Channel. E anche Rafa ribadisce, in modo che non può non sembrare polemico, che gli piacerebbe sapere perché è successo e cosa succederà adesso.

Per quanto riguarda invece le preoccupazioni che da più parti si fanno sentire a proposito del circuito maschile, Roger le comprende, ma tende a concentrarsi solo sugli aspetti positivi: l’ATP, l’ITF e la Laver Cup come organismi innovativi, il montepremi in aumento, i grandi match, gli stadi pieni (dal suo punto di vista, certo; magari, qualche altro giocatore in un altro torneo potrebbe, per esempio, non vedere tutto questo pubblico sugli spalti), mentre, secondo lui, “solo la politica è in subbuglio. Alcuni giocatori sono in disaccordo, i tornei e i giocatori non hanno le stesse opinioni e l’atmosfera è così – non si può esattamente dire che sia esplosiva, ma c’è già una buona dose di incertezza. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi.

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ATP

Draper salta Wimbledon per l’infortunio alla spalla patito al Roland Garros

Dopo il ritiro a match in corso nel 1° turno parigino contro Etcheverry, Jack Draper è costretto a rinunciare anche all’intera stagione sui prati

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Jack Draper - Queen's 2022 (Credit: Getty Image for LTA)

Jack Draper salterà l’ormai imminente – al via tra meno di un mese, il 3 luglio – edizione numero centotrentasei del torneo di Wimbledon a causa dell’infortunio alla spalla patito nella prima settimana del Roland Garros, precisamente durante una sessione di allenamento che ha preceduto l’incontro di esordio contro l’argentino Tomas Etcheverry.

Purtroppo per il classe 2001 di Sua Maestà, il fastidio era già piuttosto pronunciato da impedirgli anche solo di poter portare a termine il match di primo turno, dal quale si è così dovuto ritirare: dopo aver perso il primo set 6-4 e ritrovatosi sul punteggio di 1-0 nel secondo ha alzato definitivamente bandiera bianca – non prima di aver provato comunque a continuare per diversi minuti pur con uno stato fisico limitante, ben rappresentato dai numerosi servizi da sotto in cui si è esibito. Il 23enne di La Plata beneficiando di quest’occasione ha saputo farla fruttare nel migliore dei modi, compiendo un grandissimo exploit e raggiungendo un’incredibile quarto di finale sospinto dall’alto.

Un duro colpo per il 21enne britannico, dato che si tratta dell’ultimo di una lunga serie di problemi di natura fisica che ne hanno irrimediabilmente condizionato il rendimento negli ultimi mesi di Tour. Il mancino di Sutton era infatti in grande ascesa ai nastri di partenza dello US Open 2022, tuttavia purtroppo la sua corsa fu nuovamente fermata da un altro crack fisico che l’obbligò al ritiro a fine terzo set della sfida di sedicesimi, dando così la possibilità di involarsi agli ottavi al futuro semifinalista di Flushing Meadows Karen Khachanov.

 

La tormentata conclusione della scorsa annata tennistica ha rappresentato però, per la sfortuna del n. 4 di Gran Bretagna, solamente l’inizio di un calvario senza pace che lo ha tormentato a tal punto da permettergli di disputare nel 2023 la miseria di 8 eventi.

Nonostante Jack fosse estremamente sconfortato dall’ennesimo stop fisico, in seguito alla “non” partita contro il sudamericano, dal box del giocatore flirtava comunque ottimismo guardando al successivo blocco del calendario: la stagione su erba. Si pensava, difatti, che il problema non avrebbe poi intaccato così tanto il prosieguo dell’anno ma tutte le speranze sono crollate fragorosamente non appena Draper si è sottoposto agli esami clinici del caso rivolgendosi ad uno specialista del settore: il responso è stato inequivocabile, niente prati e soprattutto forfait allo Slam casalingo.

Dalle analisi è apparso chiaramente come la mia spalla necessiti di un periodo di riposo forzato, e successivamente di una fase riabilitativa per riacquistare pienamente le proprie funzioni. Io e il mio team siamo così stati costretti a dover prendere la difficile decisione di saltare la stagione su erba di quest’anno. Ho sempre saputo che in questo sport ci sono così tanti alti e bassi, ma questo momento è davvero duro da accettare. Certamente però non smetterò di perseverare” ha commentato, a margine di questo nuovo infortunio, su Instagram il diretto interessato.

Nelle parole del campione juniores 2018 di Church Road non si accenna a nessun intervento chirurgico, perché assieme al suo staff hanno optato per un percorso di recupero meno invasivo e che si basi quasi esclusivamente sulla fisioterapia. Il rientro, se tutte le tabelle di marcia verranno rispettate senza controindicazioni, alle competizioni è previsto tra la metà e la fine di luglio.

Quando ha potuto giocare con uno stato di forma non inficiato da fastidi fisici di vario genere, Jack Draper – ex n. 7 a livello junior – ha indiscutibilmente dimostrato di possedere il potenziale per spiccare il volo nell’élite ATP dei migliori al mondo ma come è facilmente intuibile questo contesto di benessere fisico è stata un’assoluta rarità: prima l’infortunio alla gamba destra a New York, poi un virus influenzale che l’ha debilitato e non poco in pre-season

La storia personale tra il ragazzo nato nel sud di Londra e SW19 ha visto finora andare in scena due soli capitoli: l’esordio assoluto nel 2021 quando è stato capace di strappare un parziale a Novak Djokovic, mentre nel 2022 è riuscito a fare un passo in più prima di soccombere – sempre in quattro set – con l’australiano Alex De Minaur. Dunque si prospetta un’altra pesante assenza per i colori britannici, dopo quella di Emma Raducanu anche lei in preda a continui infortuni di carattere fisico, ma che a differenza di Jack è stata costretta ad andare sotto i ferri.

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ATP

Dominic Thiem cede la poltrona austriaca: da lunedì non sarà più n.1 del suo Paese

Sconfitto al secondo turno di Heilbronn, il ventinovenne Dominic Thiem è costretto a lasciare il primo posto del tennis austriaco a Sebastian Ofner

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Dominic Thiem - Roland Garros 2022 (foto Roberto dell'Olivo)

Dopo la sconfitta al secondo turno all’ATP Challenger di Heilbronn, Dominic Thiem è costretto a cedere il gradino più alto del tennis austriaco a Sebastian Ofner.

Moritz Thiem, fratello di Dominic che ha allenato sia lui che Ofner, ha analizzato la partita di Heilbronn senza troppi filtri: Non è stata una bella partita, fatta eccezione per il primo set. Adesso (Dominic) deve iniziare a trasformare in partita i colpi che sta già giocando in allenamento, altrimenti farà sempre fatica contro tutti”.

Si apre invece per Ofner una nuova finestra, più luminosa ma più dispendiosa. Col passaggio alla posizione n. 80 al mondo il ventisettenne stiriano avrà nuove importanti opportunità, che deve però essere bravo a sfruttare al meglio e al momento giusto: il rischio che venga superato presto da altri giocatori è dietro l’angolo. Per ora si riposa, godendo dell’attesa della gloria (ufficiale) che arriverà con l’aggiornamento della classifica della nuova settimana. Giocherà il suo primo match da n.1 austriaco sull’erba di Ilkley (Gran Bretagna, 19-25 giugno 2023).

 

Marianna Piacente

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Flash

Roland Garros, doppio femminile: la finale sarà Fernandez/Townsend contro Hsieh/Xinyu Wang

Domenica mattina l’ultimo atto del doppio femminile del Major parigino. Solo la 37enne Hsieh Su-Wei ha già vinto uno Slam tra le tenniste in campo

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Su-Wei Hsieh - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)

Nella giornata in cui l’attenzione mediatica è completamente rivolta verso le due semifinali maschili del Roland Garros, in particolare quella tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, tra la mattinata e il primo pomeriggio di venerdì 9 giugno si è però anche definita quella che sarà la finale di doppio femminile nello Slam di Bois de Boulogne. Fernandez/Townsend e Hsieh/Xinyu Wang si contenderanno la coppa nell’atto conclusivo in programma domenica mattina.

Si tratta della prima finale in un Major per il duo composto dalla canadese Leylah Fernandez e dalla statunitense Taylor Townsend, che si presentavano a Parigi da teste di serie n° 10 e che hanno battuto in semifinale la coppia, in questo caso tutta americana, Gauff/Pegula, seconda forza, sulla carta del tabellone, nonché formazione finalista nel 2022. Il punteggio a favore di Fernandez/Townsend è stato piuttosto netto, solo 4 games concessi e un 6-0 6-4 eloquente in 1 ora e 4 minuti, condito addirittura da un bagel nel primo parziale.

Guardando individualmente all’una e all’altra giocatrice che hanno raggiunto questo prestigioso traguardo e quindi, in sostanza, separando per un attimo la coppia, per Townsend è la seconda finale a livello Slam, che si aggiunge a quella centrata allo Us Open del 2022 al fianco di Caty McNally, mentre per Fernandez, già finalista in singolare a Flushing Meadows nel 2021 nell’incontro perso con Emma Raducanu, sarà invece, quella dell’11 giugno, la primissima volta in finale in doppio in un palcoscenico tanto importante.

Traslando invece l’attenzione alle loro rivali, la taiwanese Hsieh Su-Wei e la cinese Xinyu Wang arrivano in finale da non teste di serie, anche perché stiamo parlando di un connubio tennistico recente. Dei cinque incontri disputati per ottenere il risultato, però, ben quattro successi le hanno viste estromettere delle giocatrici seeded, tra cui, proprio in semifinale, le seste favorite del tabellone Melichar-Martinez/Perez, in tre set con lo score di 6-2 3-6 6-3.

Anche in questo caso, esaminando singolarmente le due giocatrici, va rimarcato che Hsieh è rientrata nel circuito a 37 anni suonati solo all’inizio di maggio del 2023, dopo uno stop volontario di 18 mesi. I suoi tre titoli in singolare non sono nulla rispetto alle 30 coppe ottenute in doppio (ex n° 1 di specialità), tra cui il trionfo proprio a Bois de Boulogne nel 2014, quando condivideva il campo con Peng Shuai. Xinyu Wang (classe 2001), invece, può dimenticare la batosta subita in singolare da Iga Swiatek al terzo turno di questo Roland Garros con la sua prima finale in doppio in uno Slam.

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