Non tutti i bye sono uguali: Schnur fa i conti in tasca a Cecchinato

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Non tutti i bye sono uguali: Schnur fa i conti in tasca a Cecchinato

“Io ho perso 7-6 al terzo e ho guadagnato 520 dollari”, fa notare il canadese. Cecchinato, senza vincere un set a Miami, si è messo in tasca una somma cento volte maggiore

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Non è certo una notizia che esista una grossa disparità in fatto di guadagni tra i tennisti di vertice e coloro che si trovano a frequentare i circuiti minori – questi ultimi perché ai primi passi nel professionismo o per il semplice motivo che non tutti hanno le stesse capacità (tecniche, atletiche…) oppure i soldi per farle emergere pienamente. E, in ogni caso, il numero di posti disponibili nella top 100 (o top 50 o quella che è) resta limitato sia per definizione sia dall’aritmetica. Capita però che quel divario, solitamente un’idea vaga nella mente degli appassionati e degli addetti ai lavori, irrompa nella realtà quando qualcuno si preoccupa di far sentire la voce, se non degli ultimi, almeno di quelli di mezzo, vale a dire degli habitué del circuito Challenger.

La più recente voce, nello specifico un cinguettio, è stata quella di Brayden Schnur, ventitreenne tennista canadese (un altro?) che si è fatto conoscere in febbraio al torneo di New York dove, superate le qualificazioni e vinto il suo primo match ATP in carriera, ha raggiunto la finale. Brayden, che ha giocato per tre stagioni il campionato universitario per la North Carolina, si affida così al noto social per farci sapere del suo torneo, paragonando gli introiti lì ottenuti a quelli del nostro Ceck a Miami, approfittando di un tweet che riportava: “Marco Cecchinato ha trascorso un’ora e nove minuti in campo, vinto zero set e incassato 48.775 dollari”L’italiano in effetti ha usufruito di un bye al primo turno, del ritiro di Dzumhur al secondo ed è stato sconfitto nettamente al terzo da Goffin. Schnur, n. 1 del seeding e con bye al primo turno nel Challenger di Zhangjigang, ha perso all’esordio 7-6 al terzo per un prize money di 520 dollari lordi.

Per contrastare l’innegabile impatto delle cifre, lo spietato avvocato della parte avversa minimizzerà innanzitutto l’impresa di Schnur a New York grazie alla quale ha guadagnato la posizione nel ranking che gli è valsa il bye e il conseguente raddoppio del montepremi: “Signore e signori della giuria, questo giocatore non aveva mai vinto un incontro ATP e ci è riuscito perché al primo turno ha trovato un avversario senza classifica”. Poi, incalzando con l’innegabile verità, “quanti spettatori, sia sugli spalti sia in televisione, ha il torneo di Miami e quanti ne può vantare Zhangjigang?”.

Chissà allora come arringherà l’aula quello stesso avvocato replicando al tweet di Bruno Mardones, tennista madrileno coetaneo di Schnur, che pubblica la ricevuta del montepremi incassato da un collega al Portimao Open, il torneo da 15.000 dollari (M15 è la nuova denominazione) che lo ha visto perdere al turno finale delle qualificazioni del singolare e al primo turno in doppio: un netto di 38 centesimi. Centesimi. Però di euro, mica dollari. Scagliandosi contro il “Transition Tour” (il nome ora abbandonato dell’ITF World Tennis Tour, di cui abbiamo parlato qui pochi giorni fa), Mardones lamenta che “prima, almeno, si guadagnavano 20-25 euro. Con le nuove regole… 0,38. Volete davvero cercare di diventare professionisti? Non credo.

Analizzando la ricevuta, troviamo zero euro per aver superato un solo turno di qualificazioni nel singolo, 48,50 per la sconfitta in doppio. Con il segno meno, la “tax deduction” del 25% (una sorta di ritenuta d’acconto che potrebbe anche non essere riconosciuta come credito d’imposta nel Paese di residenza e/o cittadinanza del giocatore) e la quota di iscrizione, da quest’anno introdotta anche per i main draw.

A quel punto – e qui si passa alla fiction – un paio di energumeni, che magari non parlano inglese nemmeno tanto bene ma si fanno capire perfettamente, avvicinano il giocatore offrendogli quel caffè (come se non fosse già abbastanza nervoso di suo) che costa il triplo di quanto appena vinto, mentre gli predicono l’andamento del suo prossimo incontro.

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