Musetti: "Roland Garros e Wimbledon, poi lascio gli junior". Quinzi non gira

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Musetti: “Roland Garros e Wimbledon, poi lascio gli junior”. Quinzi non gira

BARLETTA – Lorenzo è pronto ad avventurarsi definitivamente tra i professionisti. Ultimi pensieri dalla Puglia, uno d’affetto per Kokkinakis

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Lorenzo Musetti - Australian Open Junior 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

dal nostro inviato a Barletta

Partiti in diciotto, ai quarti di finale del challenger di Barletta gli italiani sono rimasti in tre: Gianluca Mager, che ha già raggiunto la semifinale battendo Stefano Napolitano, e il più piccolo dei fratelli Berrettini, Jacopo. Terribilmente simili nella corporatura e anche nel modo di camminare – non così tanto sul campo: il colpo migliore di Jacopo è il rovescio, a differenza di Matteo – il 20enne ha colto due ottime vittorie conto Rodionov e Giustino per entrare tra i primi otto del torneo pugliese. Tutto lasciava presagire che avrebbe dovuto affrontare Gianluigi Quinzi, primo favorito del torneo, invece l’ex punta di diamante della cantera tennistica italiana è incappato in una gran brutta sconfitta contro l’egiziano Safwat (6-4 6-3 in 77 minuti di gioco).

Brutta non perché non si possa perdere contro un tennista di 28 anni, molto esperto (il primo punto ATP lo ha ottenuto quasi 12 anni fa) e ancora alla ricerca della settimana d’oro per rompere la barriera dei top 150, che ha trascorso i minuti immediatamente precedenti al match a cercare di intuire e intercettare i rimbalzi di una pallina multilobata, simile a una testa d’aglio, sotto lo sguardo divertito del coach Gilbert Schaller. Brutta perché Gianluigi non ha mai dato la sensazione di poter prevalere nel gioco da fondocampo, che dovrebbe essere il suo naturale territorio di caccia. Avvoltolato nella ricerca del top spin estremo, e capace solo pochissime volte di entrare in campo per chiudere il punto, il livello attuale del ragazzo di Cittadella rispecchia piuttosto fedelmente la posizione che occupa in classifica (146). Per andare oltre e rimanerci, servono ulteriori progressi. In questo senso la recente scelta di ingaggiare Pablo Martin (l’ex coach di Fognini, Canas e Massu è in prova) va interpretata come un segnale positivo.

Quinzi giocherà a Tunisi la prossima settimana e poi tornerà in Italia per difendere il titolo di Francavilla.

Gianluigi Quinzi – Challenger Francavilla 2018

Certo, qualcuno ricorderà che lo scorso anno Marco Cecchinato – anche lui da prima testa di serie! – era stato eliminato al primo turno dal serbo Milojevic, giocando una pessima partita, e dopo meno di due mesi si sarebbe trovato sul Philippe Chatrier a contendere a Dominic Thiem l’accesso alla finale del Roland Garros. Ovviamente a Gianluigi auguriamo il meglio, ma pensare che l’asse Barletta-Parigi possa produrre un altro miracolo ci sembra francamente troppo.

MUSETTI, TRA POCO BYE BYE JUNIOR – A Parigi, in quella che potrebbe essere la sua ultima esperienza da junior, ci sarà anche Lorenzo Musetti. “Adesso tornerò a casa una settimana per allenarmi, poi giocherò il challenger di Francavilla. Sicuramente sarò anche al Roland Garros, e probabilmente anche a Wimbledon. La mia carriera junior non proseguirà oltre” ci ha detto il 17enne di Carrara poco prima della sconfitta contro Horansky (6-1 1-6 6-2). Musetti ha disputato un buon torneo, addirittura ottimo fino alle prime battute del secondo set del suo ultimo incontro, poi è emersa un po’ di disabitudine al palleggio a ritmi sostenuti. “La grande differenza passando da junior a pro è proprio questa: l’intensità. Quelli della mia età hanno molti più alti e bassi” ha lucidamente ammesso Lorenzo. E il campo lo conferma, perché quando il ritmo imposto dall’avversario non è asfissiante, dimostra ampiamente quello che sa fare con la racchetta: quasi tutto, con buona approssimazione. “Il mio colpo migliore è ancora il dritto, ma il rovescio sta crescendo. Sto lavorando molto sul primo colpo dopo il servizio“. Una scelta che qualsiasi video-analista, sir O’Shannessy in testa, approverebbe.

Tra i punti di forza c’è sicuramente l’attitudine offensiva. Anche sulla terra, il ragazzo cerca di mantenere una posizione vantaggiosa rispetto alla linea di fondocampo e accetta di colpire diverse volte quasi in controbalzo pur di non perdere campo. Lo fa, ovviamente, perché sente di avere la sensibilità per riuscirci con buone percentuali. Ha ottimi schemi, specie per guadagnare la rete, e colpi tecnicamente ineccepibili. Forse anche troppo, relativamente al rovescio: a volte sembra specchiarsi nel gesto, e la palla . In lungolinea convince di più, sembra più a suo agio nel lasciare andare il braccio. Poi, ovviamente, al suo motore manca ancora qualche cavallo, come è ovvio che sia a 17 anni: il suo coach Tartarini ci aveva raccontato come il suo servizio fosse cresciuto, arrivando a toccare anche i 200 km/h, ma qui a Barletta lo abbiamo visto spingersi pochissime volte oltre i 185-190. Miglioramenti che hanno bisogno di tempo per essere assimilati e proposti con regolarità in partita, quindi nulla di cui preoccuparsi. Lascia la Puglia con una nuova classifica di numero 487 del mondo, unico tra i classe 2002 in top 500. E tutto il tempo del mondo per lavorare, crescere, anche sbagliare.

Per il resto, non si è visto molto altro quest’anno a Barletta. Di Sinner vi abbiamo già raccontato, e non è improbabile che a breve arrivi l’annuncio della sua wild card a Montecarlo, mentre duole dover notificare l’ennesimo infortunio di Thanasi Kokkinakis. L’australiano rientrava in campo proprio qui a Barletta dopo il ritiro dall’Australian Open a causa di un infortunio ai muscoli pettorali, che si è riproposto poco prima di affrontare Mager agli ottavi. Lo avevamo visto bivaccare sui divanetti del circolo, tra un sorriso e uno sguardo distratto alla replica di una partita in TV, poi è andato a sciogliere un po’ i muscoli e poco dopo ha annunciato che non sarebbe sceso in campo, puntando direttamente per l’aereoporto di Bari. Due giorni fa ha compiuto 23 anni, gli ultimi sei passati a lottare contro articolazioni e muscoli tremendamente cagionevoli. Sulla carriera di questo povero ragazzo sembra davvero si stiano accanendo i malefici di una tregenda.

Thanasi Kokkinakis
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