Che battaglia il derby dei baby: Sinner doma Musetti (Piccioni). Emilio Sanchez: "Nadal? È lui il big da battere a Roma" (Lobasso). Fognini vede la top 10 dalla terra alla... luna (Crivelli)

Rassegna stampa

Che battaglia il derby dei baby: Sinner doma Musetti (Piccioni). Emilio Sanchez: “Nadal? È lui il big da battere a Roma” (Lobasso). Fognini vede la top 10 dalla terra alla… luna (Crivelli)

La rassegna stampa di giovedì 9 maggio 2019

Pubblicato

il

Che battaglia il derby dei baby: Sinner doma Musetti (Valerio Piccioni, Gazzetta dello Sport)

La domanda è: fra un anno, due o dieci ci ricorderemo di questa partita, di queste due ore e quaranta minuti che fanno collezione di colpi di scena, del tennis silenzioso del vincitore Jannik Sinner e di quello «parlato» dello sconfitto Lorenzo Musetti, arrivato a un punto dal traguardo sul 5-4 del secondo set? Ci aiuta a rispondere Tonino Zugarelli, ieri sugli spalti: «Hanno giocato un tennis meraviglioso – ci racconta uno degli eroi azzurri della Davis 1976 – Sinner mi sembra quasi già fatto, lo vedo più maturo, ha già le movenze del professionista. Musetti per me ha un potenziale anche maggiore, ma non ha in questo momento la stessa capacità di gestire la partita. Andranno molto lontano». Insomma, il derby del futuro, vinto dall’altoatesino per 6-7 (5) 7-6 (6) 6-3, ha davvero conquistato il «Pietrangeli», divertendosi a cambiare strada tante volte. Ora Sinner è con un piede e mezzo nel main draw: è molto probabile che Andreas Seppi entri in tabellone dalla porta principale (in virtù di qualche rinuncia nell’entry list) lasciando libera anche la seconda wild card per le prequalificazioni […] Non è un caso che Sinner venga dallo sci. Il match è uno slalom fra diverse trappole. Qualche volta il ragazzo sbanda, per esempio quando spreca il suo set point sul 5-4 del primo e consente a Musetti di strillarsi un «bravo!» e di andare in fuga vincente nel tie break con un ace e una deliziosa palla corta. Sinner combatte pure contro una verruca, ricomincia frettoloso, eppure si tiene a galla, poi sfiora il salto nel burrone con il match point di Musetti sul 5-4 del secondo, ma porta a casa un equilibratissimo tie break. «Ha pure testa», grida un ragazzo. C’è tanto pubblico minorenne: al Foro Italico è il giorno di «Racchette di classe» (progetto scolastico organizzato con il Miur che coinvolge tennis, tennis tavolo e badminton). Jannik è a tre mesi dai 18 anni, a Lorenzo ne mancano quasi dieci. Ma nel tennis devi crescere in fretta, c’è poco da fare. Il terzo set regala momenti di grande intensità, ma basta ribaltoni, all’ottavo di gioco c’è il break decisivo e stavolta Sinner va fino in fondo. «Avrebbe potuto vincere in due set lui, come avrei potuto farlo io», spiega Jannik alla fine facendo i complimenti a Musetti, che è stato a un centimetro dal far saltare il pronostico ispirato dalla classifica. Finalmente sul volto del ragazzo di San Candido spunta un sorrisone. «Sono felice», le prime parole del talento allenato da Andrea Volpini. Gli chiediamo un po’ ingenerosamente il perché di certi momenti di fretta. «Può succedere, ho ancora tante cose da imparare, sono giovane». Come dire: ehi ragazzi, non esagerate.

Emilio Sanchez: “Nadal? È lui il big da battere a Roma” (Marco Lobasso, Leggo Milano)

Emilio Sanchez ha l’Italia nel cuore e, gli Internazionali BNL che iniziano domenica prossima a Roma, sono il suo gioiello, il torneo più amato. Lo ha vinto nel 1991 ed è stato finalista contro Lendl nel 1986. E ora che è un guru del tennis mondiale riesce a fiutare in anticipo come finirà al Foro Italico. Sarà l’anno della rivoluzione nel tennis con la caduta degli dei Djokovic e Nadal? «Non credo proprio. Dite che Nadal non è più il grande del passato? Roma è il torneo perfetto per lui. Vedrete, qui tornerà grande. Anche Djokovic al Foro Italico sente odore di grande impresa. I giovani dovranno fare i conti con loro». I giovani come Zverev, Thiem, Tsitsipas e Coric? «Loro sono tutti fortissimi, ma Rafa è un’altra cosa». E gli italiani? Quando Sanchez vinceva a Roma gli azzurri non erano così forti. Ora stanno volando. «Non è proprio così. L’Italia ha sempre avuto buoni giocatori, anche nei miei anni migliori. Ma adesso sta succedendo più spesso. Fognini, Seppi e anche Lorenzi sono durati tanto e hanno dato il tempo di far nascere una vera e propria scuola italiana, mai vista prima. Complimenti a loro». Significa che con Berrettini, Sinner, Musetti c’è davvero da sognare? «Sì, l’Italia adesso può davvero vincere tanto. Sono ragazzi che andranno avanti tantissimo. Possono tutti arrivare lontano». Come succede da decenni in Spagna, terra di campionissimi. «Questa volta sì, ma non facciamo paragoni. Da noi si è vinto di più, ma io guardo al futuro, non al passato» […]

Fognini vede la top 10 dalla terra alla… luna (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Il paradiso non è un luogo, ma uno stato dell’anima. Fognini potrebbe essere ovunque, in questo momento: lo accompagna comunque la leggerezza di una consapevolezza divina. Quanto contano, certe vittorie: annettendosi il Principato venti giorni fa, Fabio si è ritagliato una dimensione nuova, come se il trionfo nel primo Masters 1000 di sempre griffato da un italiano avesse stappato la coltre dei dubbi intorno al proprio talento e gli avesse finalmente regalato la pace con se stesso, liberando braccio e mente. La Caja Magica non era mai stata particolarmente benevola con Fogna, appena quattro vittorie complessive in dieci partecipazioni. Ma stavolta è diverso, soprattutto è diversa l’aura che circonfonde il nostro numero uno, concentrato e solido come non mai e nonostante il rientro dalla sosta forzata dopo i guai muscolari alla coscia destra celasse subdole insidie. Prima Edmund, poi Millman, liquidato in 69 minuti di chirurgica applicazione di accelerazioni e smorzate illeggibili e imprendibili per il regolarista di Brisbane, numero 48 del mondo e finalista sconfitto l’anno scorso a Budapest da Cecchinato. Fabio tira il fiato solo quando è avanti 4-1 nel secondo set, concedendo l’unico break all’avversario, ma nel game successivo si riprende il maltolto e si offre gli ottavi per la prima volta in carriera a Madrid, con l’ottavo sorriso di fila. Millman, tra l’altro, si era preso il fin qui isolato precedente, a settembre nel secondo turno degli Us Open, allora mettendo i paletti iniziali alla corsa di Fognini verso la top ten. Ci sarebbe stata un’altra occasione, ma i tre match point falliti dal marito della Pennetta nella finale di Chengdu contro Tomic e il ritiro per infortunio nella semifinale di Pechino gli impedirono definitivamente di inseguire il sogno del gotha del ranking e anche del Masters di fine anno. Adesso, sulla nuvola del trionfo monegasco, Fogna è settimo nella Race to London e soprattutto a un respiro dagli agognati primi dieci del mondo, per quello che ha sempre considerato un premio in aggiunta. Con il successo sull’australiano, intanto, si è garantito virtualmente il best ranking individuale (11) superando Isner, ma l’eliminazione del rientrante Del Potro, numero 9 e distante 225 punti, apre scenari davvero intriganti. In realtà, Fabio potrebbe approdare in top ten già oggi, se batterà Thiem e allo stesso tempo Cilic, 10 Atp, che lo precede di appena 15 punti, perdesse con Djere. Complicati calcoli aritmetici a parte, ciò che conta è la sfavillante condizione complessiva di Fognini, superbamente trascinato dalla sua classe, senza isterismi e con un atteggiamento sempre propositivo […]

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement