Due italiani li abbiamo ancora. Wilander fa discutere su Federer, Djokovic e gli Slam

Editoriali del Direttore

Due italiani li abbiamo ancora. Wilander fa discutere su Federer, Djokovic e gli Slam

PARIGI – Fognini ha convinto, Caruso ha sorpreso tutti, incluso Gilles Simon, fuorché se stesso. In lizza per l’ingresso fra i dieci ancora con Fabio ci sono Coric, Khachanov, del Potro, Monfils, Wawrinka

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Salvatore Caruso - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Finché abbiamo ancora due italiani in gara, mi pare giusto parlare soprattutto di loro due.  La rivelazione è certo Salvatore Caruso da Avola, che al secondo Slam raggiunge il terzo turno e si mette in tasca un assegnuccio da 143.000 euro che gli farà certo comodo – anche se lui l’altro giorno ha detto che i soldi non sono così importanti – per mantenere un team di collaboratori, l’allenatore Paolo Cannova da Palermo e il preparatore atletico Pino Maiori da Siracusa che potrebbe anche ingrossarsi man mano che arriveranno risultati tipo questi.

Finora aveva guadagnato in carriera 404.000 euro lordi da tasse, ma dovendo pagare tutte le spese delle trasferte, degli allenamenti, di coach e preparatore; ora potrebbe avere svoltato. Almeno per quest’anno un minimo di tranquillità economica dovrebbe consentirgli di giocare con maggiore serenità e minore preoccupazione. Ciò anche se, a dire il vero, né sul campo né fuori, lui sembri mai particolarmente agitato, nervoso. Anzi, è di una calma quasi olimpica… sebbene avesse detto l’altro giorno “da ragazzino facevo volare la racchetta dappertutto se non ero contento di come giocavo e come andava la partita”. Insomma un ragazzo siciliano di sangue caldo che oggi sembra perfettamente in grado di controllarsi. Contro Simon, il tennista più maturo sembrava lui. Eppure giocava contro un francese e il pubblico. Non si è minimamente scomposto. Di sicuro i soldi che guadagnerà li reinvestirà nel team per far sempre meglio.

Cecchinato era n.72 all’inizio di Parigi 2018 e divenne n.31 a fine torneo ma intanto dalla 147ma posizione nel ranking ATP Salvatore dovrebbe ritrovarsi a n.121 a fine Roland Garros, sempre che anche lui non faccia lo stesso miracolo del suo coetaneo e corregionale Cecchinato battendo Novak Djokovic al prossimo turno. Non facile, direi. L’obiettivo di qualunque tennista che voglia fare il professionista è quello di assicurarsi un posto nel ranking, il n.104, che gli consenta di entrare nei tabelloni degli Slam. Laddove quando anche si perda al primo turno si incamera cifre intorno ai 40 mila euro e più. Significa avere – se si riesce a stare nei 104 e a evitare le forche caudine delle qualificazioni e non si vuole contare sulle disgrazie altrui (leggi: infortuni) – 160.000 euro in più d’abbrivio. Poi basta vincere un match o due e senza essere fenomeni si sbarca molto meglio il lunario.  

Intanto battere un tennista esperto come Gilles Simon, n.33 ATP ed ex n.6 mondiale, a Parigi, e batterlo come ha fatto lui, dominando i primi due set dopo un inizio scoppiettante (“Vicino alla perfezione” lo ha definito lui stesso) con i primi 4 games subito incamerati, non è roba di poco conto. Forse ancora più meritevole di elogi è stato il recupero nel terzo set, quando Simon pareva essersi ripreso dalla sorpresa costituita da un giocatore che non conosceva e che reggeva tranquillamente anche scambi di 20 palleggi senza minimamente scomporsi. Simon era avanti 3-0 ma, come ha detto il francese e ha riportato fedelmente Laura Guidobaldi nella sua cronaca e nella successiva intervista rilasciata da un Simon comprensibilmente sconsolato (“Sono davvero triste”): “Caruso mi ha sorpreso. Non è mai sembrato preoccupato, neppure quando nel terzo sono stato avanti di un break. Lui non ha mai perso la concentrazione, sembrava molto sicuro di sé, anche sul 3-0 per me, giocava sempre meglio… e io invece ho cominciato male e non sono riuscito a trovare le chiavi del match”.

E Caruso ha confermato: “Ho iniziato molto bene, quasi alla perfezione – racconta con un tono tranquillo, sereno come appare sul campo – ma forse dopo due set dominati a quel modo, il momento della verità e della maturità è stato rimontare da 0-3 nel terzo set contro un tennista esperto come lui”.

E Djokovic?‘ si chiede a Caruso.

Ho un giorno di tempo per pensarci. Quando si entra in campo bisogna sempre pensare che si può vincere… che poi sia un ostacolo difficilissimo è altra cosa…”. Insomma, Caruso sembra meno sorpreso di tutti noi per i risultati che sta ottenendo. In effetti non ci ha fatto nemmeno soffrire.

Con Fognini alle prese con l’ostico mancino Delbonis dal movimento sincopato al servizio – fa quasi male vederlo mentre batte a quel modo sofferto – invece ci sono stati momenti di serie preoccupazione. Non è andata così liscia. Vi lascio alle cronaca puntuale di Agostino Nigro, ma in due righe quando Fabio ha perso il secondo set e era sotto di un break nel terzo, 2-3, me la sono vista brutta.

Invece è riuscito a rovesciare l’inerzia del match: “Me la sono andata a prendere…” ha commentato lui riferendosi alla propria partita quando erano quasi le 22 di una giornata lunga e pesante per noi di Ubitennis cominciata alle 8,30 all’Hotel Molitor, per l’invito di Eurosport con i suoi testimonial McEnroe, Wilander, Becker, Clijsters, Corretja e Mouratoglou di cui ha scritto Ilvio Vidovich e nel quale Mats Wilander ha espresso un paio di concetti che faranno inorridire tutti i tifosi più sfegatati di Roger Federer: “Djokovic vincerà più Slam di tutti a fine carriera, ma se anche ne vincesse lo stesso numero di Federer per me il più forte e il più completo di quest’epoca sarebbe lui: Djokovic ha fatto il suo percorso attraverso i cactus, Federer nei primi anni attraverso i lillà! Non ci sono paragoni. Djokovic si è trovato davanti Federer, Nadal e Murray, Federer nei primi anni nessuno di loro…Djokovic ha dominato in certe annate come se quei grandi avversari non ci fossero!”.

Immagino che queste dichiarazioni (coraggiose) di Mats scateneranno ridda di reazioni.

Tornando a Fognini, continua la corsa a quattro per entrare tra i top 10 entro fine torneo (in teoria anche cinque se Wawrinka rivincesse il torneo!). Fabio come minimo deve battere per la settima volta (su nove) Bautista Agut che ha vinto l’ultimo duello, a Miami…ma si sa che lo spagnolo gioca meglio sul veloce che sulla terra rossa. Ce la facesse avrebbe ancora Zverev, già battuto a Roma… ma si sa che è sempre difficile battere lo stesso avversario (quando è meglio classificato e teoricamente più forte) due volte di fila.

Addio top 10 se Fabio perdesse poi da Zverev e:

  • Coric raggiungesse i quarti di finale
  • del Potro perdesse da Khachanov… perché Fognini, che è dietro 15 punti rispetto a Kachanov, deve andare sempre almeno un turno oltre al russo
  • se Monfils arrivasse in finale
  • se Wawrinka vincesse il torneo.

Così almeno mi dice Luca Marianantoni, di cui mi fido ciecamente.

Oggi per la prima volta dall’inizio del torneo non avremo italiani impegnati in singolare, ma solo in doppio: Berrettini-Sonego che l’altro giorno hanno battuta la coppia testa di serie n.2 formata dall’inglese Murray e dal brasiliano Soares, devono affrontare gli argentini Pella e Schwartzman che sulla carta non mi sembrano una coppia irresistibile. Fra i servizi dei nostri e quelli degli argentini mi pare ci sia un abisso. Poi, per carità, occorre sapere fare anche altro. Per esempio probabilmente gli altri rispondono meglio.

Oggi si comincerà a vedere finalmente Nadal, ma anche e soprattutto Federer, con avversari più seri: Goffin e Ruud non possono essere sottovalutati. Il norvegese contro Berrettini, che però giocava troppo da dietro, mi ha ben impressionato, sia per regolarità che per la esplosività del dritto. Sarà il primo test serio per Roger. Con curiosità attendo di vedere anche Wawrinka con Dimitrov che battendo Cilic ha manifestato bei sintomi di ripresa. Tsitsipas è per tutti i testimonial di Eurosport che abbiamo sentito nella mattinata di giovedì, insieme al giovanissimo ma maturo Auger-Aliassime (“Sembra abbia 25 anni, non 19”), un sicuro candidato alla successione dei Fab Four in cima alle classifiche, più di Shapovalov che (ha detto Becker) “non ha ancora vinto niente” e cui Wilander ha dato invece ‘del Leconte!’: “Nelle giornate di vena può battere chiunque, ma la continuità?”.

Della rimonta ‘da numero 1’ di Osaka ai danni di Azarenka si è occupato Vanni Gibertini. Vika era avanti un set e 4-2 nel secondo, nonché della Halep costretta al terzo dalla Linette, mentre Serena ha passeggiato come Djokovic e Zverev… ma se sarà lui a seguirle anche oggi, beh, alcuni match sono parecchio intriganti e con quote che mi incuriosirebbero. Una per tutte Muguruza-Svitolina ad esempio, fra chi ha vinto al Roland Garros e chi a Roma (due volte). Un programma interessante quello di oggi, venerdì, che potete leggere per intero qui.

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