Osaka non impara dai suoi errori: Putintseva è letale anche a Wimbledon

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Osaka non impara dai suoi errori: Putintseva è letale anche a Wimbledon

L’ex numero uno del mondo palesa una certa confusione tattica. Seconda sconfitta di fila contro la kazaka. Cade anche Sabalenka

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Yulia Putintseva - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

La macchina da Slam, e campionessa annunciata, se non si è inceppata quantomeno borbotta sempre di più. Naomi Osaka saluta prematuramente un altro Slam, questa volta cadendo al primo ostacolo. A fermarla è ancora Yulia Putintseva, che l’aveva battuta nell’ultimo incontro disputato dalla giapponese sull’erba di Birmingham. Fanno così tre sconfitte in altrettanti confronti diretti, il che suggerisce l’ipotesi che a livello tattico Naomi soffra l’intensità di gioco della kazaka.

La sensazione, però, è che anche questa sconfitta abbia più a che vedere con i demeriti dell’ex numero uno del mondo che con la tigna indiscutibile di Putintseva. Non sono i colpi da fondo che sono improvvisamente mancati a Osaka, non è l’esplosività, si tratta più che altro della mancanza di un piano tattico ben definito e soprattutto della capacità di attuarlo nei tre o quattro momenti che alla fine decidono una partita. Anche perché i numeri raccontano, anche oggi, di una Osaka estremamente produttiva in termini di vincenti: ben 34 contro i 15 dell’avversaria. Evidentemente può non bastare, se l’avversaria sbaglia molto meno di te e non soffre del minimo timore reverenziale, in questo certamente aiutata dalla recente affermazione di Birmingham.

Prima di annunciare ufficialmente lo stato di crisi, che sarebbe comunque parecchio ardito in riferimento a una giocatrice che rischia di chiudere Wimbledon comunque al secondo posto in classifica, attendiamo i verdetti del cemento estivo. La superficie che l’ha consacrata nel giro di pochi mesi potrà aiutarla a ritrovare anche la serenità perduta a seguito della separazione con Sascha Bajin, che ora offre i suoi servigi a Mladenovic. E magari sogghigna, pensando alle difficoltà della sua ex allieva.

LE ALTRE CADUTE – Non solo i dolori della giovane Naomi, ma anche la conferma che Aryna Sabalenka ha smarrito l’incredibile potenza di fuoco sfoggiata a fine 2018. Non può né deve sorprendere il netto 6-2 6-4 che le ha inflitto Rybarikova, una giocatrice che probabilmente rimarrà più adatta della bielorussa a giocare sui prati anche tra vent’anni. Stupisce più che altro l’atteggiamento quasi remissivo, se messo a confronto con gli occhi della tigre che già ne avevano futuri successi. Che magari arriveranno comunque, ma non certo proseguendo su questa strada.

Eliminata anche la finalista del Roland Garros Marketa Vondrousova, a dimostrazione che non è vero che tutte le superfici sono uguali. Madison Brengle vince col doppio 6-4 in una partita del tutto irregolare, che ha confermato come la 20enne ceca abbia ancora bisogno di lavorare su alcuni aggiustamenti per interiorizzare i ritmi dell’erba. Un po’ come Iga Swiatek, altra protagonista del Roland Garros, che ha ceduto alla maggiore esperienza di Golubic. Le sue geometrie funzionano già a meraviglia sul rosso, molto meno qui dove la palla schizza e non perdona.

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