Wimbledon, junior ragazzi: vince Shintaro Mochizuki

Flash

Wimbledon, junior ragazzi: vince Shintaro Mochizuki

Il sedicenne giapponese Mochizuki ha sconfitto in finale lo spagnolo Gimeno Valero. E’ il primo successo di un giapponese nel torneo junior maschile di Wimbledon

Pubblicato

il

Shintaro Mochizuki
 

dal nostro inviato a Londra

[8] S. Mochizuki (JPN) d. C. Gimeno Valero (ESP) 6-3, 6-2

Domenica alle 13.00 (ora locale) a Wimbledon si disputa tradizionalmente la finale del torneo junior maschile. La ospita il prestigioso Court 1, e non è una questione marginale. È accaduto nel passato che alcuni giocatori abbiano faticato ad adattarsi al grande stadio, mai sperimentato nei match della settimana. È una situazione nuova; e poi, anche se non c’è il tutto esaurito, è completamente diverso esibirsi di fronte a migliaia di spettatori (a occhio penso almeno 8mila) rispetto alle poche centinaia del resto del torneo.

È una giornata coperta, con una temperatura più bassa rispetto ai giorni precedenti: questa domenica finale è quella con il tempo meno estivo delle due settimane di Championships.

Abbiamo un confronto fra Europa e Asia come lo scorso anno, quando si erano affrontati un taiwanese e un britannico. Da una parte il giapponese Shintaro Mochizuki (testa di serie numero 8), 16 anni, che ha sconfitto in semifinale la testa di serie numero 4, il quindicenne mancino statunitense Damm. Dall’altra lo spagnolo Carlos Gimeno Valero, 18 anni, che ha battuto in semifinale in due set il francese Mayot, ed è arrivato a sorpresa al match decisivo pur non essendo testa di serie.

Le schede del torneo non forniscono peso e altezza dei giocatori, così come la ITF. Si deve andare a occhio. Direi che Mochizuki potrebbe essere alto circa 1.75 con un fisico asciutto e piuttosto leggero. Gimeno Valero, è almeno 10 centimetri più alto, fisico più potente e dinoccolato. Entrambi sono destri con rovescio bimane.

La prima osservazione del match è banale ma evidente: almeno in questi primi game, Gimeno tira più forte. Questo non significa che abbia il match in mano, perché il suo avversario utilizza altre armi per reggere il confronto: la profondità di palla e soprattutto l’anticipo. Questa posizione più avanzata gli permette di muoversi con facilità in avanti introducendo varianti di gioco che lo spagnolo non propone.

Carlos ha nel dritto il colpo che spinge di più, e utilizza il rovescio in chiave più interlocutoria. Shintaro è più simmetrico, con una distribuzione dell’aggressività più omogenea fra diritto e rovescio, con il quale anticipa con facilità le parabole.

Si parte con i classici due game di studio, nei quali chi risponde fatica a trovare l’impatto della palla. Poi, a sorpresa la situazione si inverte: il servizio non è più determinante e i giocatori proseguono a colpi di break reciproci. Sino al 4-3. Il primo che riesce a tenere la battuta è Mochizucki, che si stacca sul 5-3. Gimeno deve quindi servire per rimanere nel set, ma tenere il servizio sembra per il momento una impresa impossibile: è il break che fissa il punteggio sul 6-3 Mochizuki in 25 minuti.

Posso dirlo? Finora non mi sembra un gran match. In particolare il giovane spagnolo è lontano dal rendimento della semifinale; l’avevo seguito parzialmente dai monitor della sala stampa ed era stato molto più intraprendente. Oggi appare bloccato, incapace di costruire gioco di fronte alla iniziativa dell’avversario, che ha il merito di togliergli tempi di gioco grazie alla posizione più aggressiva in campo.

Secondo set. I primi game sono quelli più combattuti dell’intero confronto, con palle break reciproche non convertite. Gimeno riesce a mettere in azione il suo dritto e questo gli permette di rimanere in contatto con l’avversario.
La partita è migliorata, ma in compenso sta peggiorando il tempo: soprattutto comincia a farsi sentire il vento, che soffia in modo discontinuo rendendo più complicato controllare le traiettorie. Nel quarto game di nuovo Gimeno è nei guai alla battuta e questa volta non riesce a salvarsi: 3-1 Mochizuki, che consolida con grande facilità il proprio turno di servizio (4-1), grazie a delle buone prime e alla risposta deficitaria di Gimeno.

Mochizuki è a due game dal titolo e il suo avversario prova a reagire: sul 2-4 Shintare deve salvare una palla break (dritto vincente incrociato) e poi con un bel lungolinea di rovescio molto anticipato si porta sul 5-2; a un solo game dal titolo. Sembra ormai in pieno controllo della situazione, entra sempre più spesso con i piedi nel campo e con Gimeno alla battuta si procura tre match point sullo 0-40. Reazione di Gimeno (40-40) ma con due dei migliori scambi del match il giovane giapponese chiude sul 6-2 in 36 minuti. Alla fine i punti decisivi della partita li ha ottenuti con dei lungolinea di rovescio in controbalzo davvero ben eseguiti. Sono bastati 61 minuti per decidere la finale. Mochizuki è il primo tennista giapponese a vincere il torneo di Wimbledon junior.

Saldo vincenti/errori non forzati
Mochizuki +12 (27/15), Gimeno -9 (11/20)

Ace/doppi falli
Mochizuki 0/4, Gimeno 2/2

Mochizuki è ancora molto giovane e può irrobustirsi fisicamente, anche se non parte da una statura in linea con la maggior parte degli attuali giocatori di vertice (ma sappiamo che ci sono le eccezioni). Al momento il colpo che sembra più da junior è il servizio, con una prima che viaggia come massimo a 109 miglia orarie e una seconda che si attesta di media sulle 85 miglia. Velocità difficilmente proponibili nel circuito professionistico maschile.

Queste le dichiarazioni del vincitore: “Sono un tipo timido, non è stato facile giocare in uno stadio così grande e con così tanto pubblico. Ma poi mi sono divertito. Conosco Nishikori, ci alleniamo nella stessa Academy: è davvero gentile e mi dà tanti consigli. Mi piace muovermi in avanti e scendere a rete. Sto imparando a farlo sempre di più. Il mio giocatore preferito? Roger Federer”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement