Cos’hanno in comune Bianca Andreescu, Belinda Bencic, Elina Svitolina e Serena Williams? Non è l’inizio di una barzelletta, le quattro semifinaliste degli US Open 2019 hanno già alzato il trofeo nello stesso grande evento sul cemento. Tutte hanno trionfato almeno una volta alla Rogers Cup, curiosamente sempre nell’anno in cui il torneo si è disputato a Toronto. Serena ha vinto nel 2001, 2011 e 2013, Svitolina nel 2017, Bencic nel 2015 e Andreescu è la campionessa uscente. Ecco perché le due semifinali in programma sull’Arthur Ashe Stadium a partire dalle 19 locali (l’una del mattino in Italia) non sono così sorprendenti, sebbene la svizzera e la canadese siano all’esordio in questa fase di un torneo Major.

Manca la campionessa uscente Osaka ed è assente la regina dei Championships Simona Halep, Karolina Pliskova (finalista a Flushing Meadows tre anni fa) e Ashleigh Barty hanno deluso le aspettative: sono tutti nomi che ai nastri di partenza si tengono in grande considerazione per la vittoria finale per via della nobiltà della testa di serie, ma nella WTA la fiducia e le capacità di adattamento alla superficie sono variabili in grado di ribaltare ogni gerarchia, talvolta in maniera clamorosa. Tuttavia l’edizione dell’Open degli Stati Uniti che sta per concludersi non ha riservato sorprese eclatanti fatta eccezione per il miracolo di Taylor Townsend, che ha fatto fuori a suon di serve&volley Simona Halep.

SERENA ANNUSA IL 24 – Visto lo stato di forma in cui la più giovane delle sorelle Williams si presenta alla sua 38esima semifinale Major, il record assoluto di 24 Slam di Margaret Court sembra più a rischio del solito. Svitolina e una tra Bencic e Andreescu sono avversarie alla sua portata, soprattutto perché nessuna delle due ha mai giocato una finale nei tornei del Grande Slam. Serena ha vinto contro Wang la sua 100esima partita agli US Open (-1 dal record di Chris Evert, 101) e sta sfoggiando una forma fisica eccezionale dopo il preoccupante infortunio incorso a Toronto. Non sarà comunque facile gestire la pressione (mai dimenticare l’impresa di Roberta Vinci quattro anni fa) dal momento che viene da tre finali Slam perse consecutivamente.

ELINA È PRONTA – In semifinale Williams avrà il primo vero test del suo torneo. Elina Svitolina non ha ancora perso un set lungo la strada che l’ha portata sin qui, nonostante abbia frontato un cammino ben più insidioso rispetto a quello della sua prossima avversaria. Ha eliminato al primo turno la sorella maggiore di Serena e in ottavi di finale ha vinto due set a zero contro la campionessa di Cincinnati Madison Keys: ora ha voglia di fare meglio del suo fidanzato, che nei quarti di finale si è inchinato a uno strepitoso Matteo Berrettini. Non subirà nemmeno l’impatto con un palcoscenico tanto importante poiché ha già fatto l’esordio una semifinale Slam un paio di mesi fa a Wimbledon, perdendo nettamente da Simona Halep.

I PRECEDENTI – Lo storico tra le due ci dice ben poco. Non si sfidano da tre anni, un periodo in cui sono cambiate troppe cose nella carriera di entrambe per poter dare un peso ai precedenti. Serena ha vinto le prime quattro sfide delle cinque giocate (di cui due in tornei dello Slam), ma l’ultima volta ha prevalso in due set Elina sul cemento outdoor di Rio.

• Playoff Fed Cup 2012, Williams b. Svitolina 6-2 6-1
• Terzo turno Australian Open 2015, Williams b. Svitolina 4-6 6-2 6-0
• Semifinale, Cincinnati 2015, Williams b. Svitolina 6-4 6-3
• Ottavi di finale, Roland Garros 2016, Williams b. Svitolina 6-1 6-1
• Terzo turno, Giochi Olimpici Rio 2016, Svitolina b. Williams 6-4 6-3

BELINDA-BIANCA, CHI VA IN FINALE? – Non ci sono precedenti invece tra Belinda Bencic e Bianca Andreescu che si giocheranno l’accesso alla prima finale Slam della loro vita nell’ultimo match della serata newyorchese. Difficile, quasi impossibile identificare una favorita. “Non ho ancora giocato il mio miglior tennis” ha detto con una sana sfacciataggine da teenager Andreescu dopo aver battuto Elise Mertens nei quarti. Belinda di sicuro ha dovuto già tirare fuori il meglio di sé e ci è riuscita: ha eliminato in ottavi di finale la numero uno del mondo Naomi Osaka e spera di riportare la bandiera svizzera nell’ultimo atto di un Major (femminile, ça va sans dire) diciassette anni dopo Martina Hingis. Curioso pensare che dopo la finale del 1999 con protagonista la stessa Hingis, Serena potrebbe trovarsi di fronte un’altra svizzera a Flushing Meadows, esattamente vent’anni dopo il suo primo successo Slam.

Ma farà di tutto per impedirlo la 19enne Bianca Andreescu, prima giocatrice canadese a spingersi così lontano allo US Open dal 1984 quando arrivò nelle ultime quattro Carling Basset-Seguso. Non accadeva dal 2009 che una teenager arrivasse in semifinale agli US Open. Bianca non è di certo entrata in punta di piedi nel mondo WTA, dimostrando di avere oltre a un gioco completo e aggressivo un caratterino niente male. Nessuno riesce a batterla sul campo dal febbraio di quest’anno. Dalla sconfitta con Sofia Kenin in semifinale ad Acapulco ha vinto 22 partite su 24, le uniche sconfitte sono arrivate per ritiro a Miami contro Kontaveit e per walkover al secondo turno del Roland Garros. In mezzo ha messo in bacheca i titoli a Indian Wells e Toronto e ha dovuto saltare la stagione su erba per un infortunio alla spalla.

Comunque vada l’incontro, entrambe potranno lasciare New York con il sorriso. La meravigliosa cavalcata permetterà sia ad Andreescu che a Bencic di entrare in top 10. Per la canadese sarà un debutto, il computer la proietta per il momento al numero 9 WTA, mentre Belinda vantava già una permanenza in top 10 datata giugno 2016. Pensare che la canadese un anno fa era numero 243 del mondo e nel settembre 2017 Bencic occupava la 318esima piazza, trascinata in basso dagli infortuni.

US Open programma delle semifinali femminili