Grande Slam 2019, la classifica femminile - Pagina 2 di 4

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Grande Slam 2019, la classifica femminile

Australian Open, Roland Garros, Wimbledon, US Open: chi sono state le giocatrici che hanno fatto meglio nei quattro eventi più importanti?

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Simona Halep e Serena Williams - Wimbledon 2019
 

Le prime dieci della classifica-Slam

1. Serena Williams
punti Slam: 3160
AO:    QF sconfitta da Pliskova
RG:    3T sconfitta da Kenin
Wim: F sconfitta da Halep
USO:  F sconfitta da Andreescu
Partite totali vinte/perse: 18/4 (81,8%)

Tutti ci ricordiamo le due finali a Londra e New York di Serena Williams, perse in due set contro Halep (6-2, 6-3 a Wimbledon) e Andreescu (6-3, 7-5 a Flushing Meadows). Ma forse sono meno freschi nella memoria i due tornei precedenti. Al Roland Garros Serena perde al terzo turno da Sofia Kenin (6-2, 7-5), dando la sensazione di non essere competitiva con le migliori sulla terra battuta.

Tutt’altra questione l’eliminazione subita a Melbourne nei quarti per mano di Karolina Pliskova in una delle più rocambolesche partite della sua carriera (6-4, 4-6, 7-5); in vantaggio per 5-1 nel terzo set, Williams non riesce a chiudere il match, complice forse una distorsione alla caviglia. Ma anche per i meriti di Pliskova che continua a credere alla vittoria in una situazione di punteggio disperata, annullando quattro match point nel corso della rimonta.

Numero 1 della classifica-Slam, in questa settimana Williams è sesta nella Race e nona nel ranking; ma si sa che ormai Serena interpreta la propria stagione in un solo modo: è totalmente e assolutamente orientata ai quattro Slam, gli altri tornei o non li gioca o li utilizza come pura preparazione ai Major. Sotto questo aspetto il primato in questa classifica ne è la conferma, anche se in realtà ciò che a lei interessa è il successo pieno e quindi le due finali raggiunte non potranno soddisfarla.

2. Ashleigh Barty
punti Slam: 2910
AO:    QF sconfitta da Kvitova
RG:    Vittoria
Wim: 4T sconfitta da Riske
USO:  4T sconfitta da Wang Q.
Partite totali vinte/perse: 17/3 (85,0%)

In questa specifica classifica-Slam Ashleigh Barty è seconda, ma dubito farebbe cambio con Serena, che pure la precede. Ci sono tre elementi che meritano di essere sottolineati nel rendimento Slam di Barty. Il primo, scontato: la vittoria al Roland Garros. Il secondo la percentuale di vittorie (85%), più alta di quella di Serena. Il terzo: nessuna giocatrice nel 2019 è stata costante quanto lei, che come minimo si è fermata agli ottavi di finale.

In Australia è eliminata dalla futura finalista Kvitova (6-1, 6-4), in una partita in cui la sua avversaria, almeno quel giorno, dà l’impressione di essere superiore. A Parigi vince il torneo in cui lascia per strada un set a Sofia Kenin e uno ad Amanda Anisimova (battuta 6-7, 6-3, 6-3). Partita complicatissima, visto che Anisimova si trova avanti 7-6, 3-0 e poi ancora in vantaggio di un break nel terzo set.

Dopo il successo francese, Ashleigh perde un po’ di smalto e affronta con meno incisività gli ultimi due Slam. Soprattutto ha convinto poco a New York, eliminata da Wang Qiang per 6-2, 6-3. Ma è comprensibile che dopo gli ottimi risultati della prima parte di stagione (che le sono valsi anche il numero 1 del ranking WTA) abbia avuto bisogno di tirare il fiato.

3. Simona Halep
punti Slam: 2740
AO:    4T sconfitta da Williams S.
RG:    QF sconfitta da Anisimova
Wim: Vittoria
USO:  2T sconfitta da Townsend
Partite totali vinte/perse: 15/3 (83,3%)

Terzo posto in questa classifica, con una ottima percentuale dell’83,3%; eppure la mia sensazione è che la stagione Slam di Halep si identifichi soprattutto con l’exploit di Wimbledon, dove ha vinto perdendo un solo set (nel derby contro Buzarnescu), e regolato con sicurezza in finale una opaca Williams (6-2, 6-3). Negli altri Major invece, a mio avviso, ha convinto poco.

Si presenta da numero uno del mondo in Australia, dove è eliminata da Serena Williams. Ma soprattutto delude a Parigi: è campionessa in carica, ma due set bastano ad Amanda Anisimova per sconfiggerla nei quarti di finale (6-4, 6-2). Altra controprestazione a New York, destabilizzata dal serve&volley di Taylor Townsend: giocatrice di talento, ma proveniente dalle qualificazioni e accreditata del numero 116 del ranking.

Ma, come dicevo, tutto passa in secondo piano, visto che con la vittoria a Wimbledon è diventata membro a vita dell‘All England Lawn Tennis and Croquet Club. Significa che si potrà presentare quando vuole alle porte del circolo e troverà un campo a sua disposizione dove giocare. E Simona ci teneva davvero moltissimo:

4. Naomi Osaka
punti Slam: 2380
AO:    Vittoria
RG:    3T sconfitta da Siniakova
Wim: 1T sconfitta da Putintseva
USO:  4T sconfitta da Bencic
Partite totali vinte/perse: 12/3 (80,0%)

Nel 2018 Osaka aveva concluso la stagione Slam con la vittoria a New York; nel 2019 la comincia con il successo in Australia. Per ritrovare una giocatrice in grado di vincere due Major consecutivi occorre risalire al 2015, alla Williams capace di sfiorare il Grande Slam (sfuggito a Flushing Meadows contro Roberta Vinci). E se escludiamo la fuoriclasse Serena, l’ultima capace di una impresa simile era stata Kim Clijsters, che proprio come Osaka era riuscita nella doppietta sul cemento US Open + Australian Open, tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011.

Dopo la vittoria in Australia, che le era valsa anche il numero 1 nella classifica WTA, Naomi non è più riuscita a riproporre la stessa qualità di gioco. Alle prese con la pressione di chi aveva aperto una striscia di imbattibilità nei Major, al Roland Garros scende in campo tesissima, finendo per perdere da Katerina Siniakova al terzo turno.
Peggio ancora a Wimbledon dove esce addirittura all’esordio contro Yulia Putintseva. È vero che Putintseva è una sua bestia nera (tre sconfitte su tre in carriera in quel momento), ma perdere sull’erba da una terraiola come Yulia lascia perplessi.

Per questo l’uscita al quarto turno di Flushing Meadows contro Bencic segna una inversione di tendenza in positivo, anche se la Osaka di New York 2018 era tutt’altra cosa rispetto a quella di dodici mesi dopo.

5. Bianca Andreescu
punti Slam: 2140
AO:    2T sconfitta da Sevastova
RG:    2T (poi ritirata)
Wim: non disputato
USO:  Vittoria
Partite totali vinte/perse: 9/1 (90,0%)

AI confini della realtà, così si potrebbe descrivere la stagione di Bianca Andreescu, protagonista di una crescita vertiginosa con pochissimi precedenti simili. Basti dire che nel 2018 non aveva giocato alcuna partita nei main draw degli Slam, sempre eliminata durante le qualificazioni.

Nel 2019 le cose iniziano subito meglio: supera le qualificazioni in Australia e anche un turno nel tabellone principale, prima di perdere da Sevastova. Nessuno avrebbe però potuto immaginare che quella sarebbe stata, a oggi, una delle sole 4 sconfitte subite in tutto l’anno. Qualche settimana dopo, Andreescu vince a Indian Wells, rivelandosi al mondo.

Ma per quanto riguarda gli Slam le difficoltà si ripresentano sotto forma di guai fisici. Alle prese con problemi alla spalla, Bianca deve fermarsi dopo Miami, e salta tutti i tornei sulla terra battuta di preparazione al Roland Garros. Data l’importanza dell’evento, Andreescu prova a rientrare proprio a Parigi, ma dopo la vittoria al primo turno contro Bouzkova si ritira dal torneo, dando forfait al secondo turno. La successiva rinuncia a partecipare a Wimbledon è la conferma che non si tratta di un malanno da poco.

E così, a livello Slam, ritroviamo Andreescu in piena condizione solo agli US Open, dove addirittura vince, da esordiente: impresa mai riuscita prima nell’era Open. Numero 106 del ranking a Melbourne, diventa Top 5 nel giro di pochi mesi, e con la migliore percentuale di vittorie di tutte negli Slam: 90% esatto. Un exploit quasi fantascientifico.

a pagina 3: Le prime dieci della classifica-Slam (posizioni 6-10)

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