Pagelle: il cuore di Andy, la stella di Jannik e il sole di Shapo

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Pagelle: il cuore di Andy, la stella di Jannik e il sole di Shapo

Le lacrime vincenti di Murray, il primo successo di Shapovalov e l’ascesa di Sinner. Nadal si sposa, Tipsarevic si ritira e Bencic va al Masters. Mentre Federer e Djokovic…

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Andy Murray - Anversa 2019 (foto via Twitter, @atptour)
 

Che noia il tennis al di fuori degli Slam e dei Masters 1000, non succede mai nulla, soprattutto in questi torneini minori, ‘sti 250 che sono praticamente dei Challenger camuffati. Nella settimana in cui Matteo Berrettini si è riposato in vista dello sprint decisivo per le Finals, più o meno tutti i suoi rivali – da Fognini a Goffin, Monfils e Schwartzman (4 a tutti per l’occasione persa) hanno giocato per lui, arrendendosi in fretta.

È stata comunque una settimana da ricordare per il tennis azzurro, sia perché Andreas Seppi (7,5) è tornato a giocare una semifinale e battendo un altro pseudo aspirante a Londra, Khachanov, sia perché soprattutto è sbocciata definitivamente la stella di Jannik Sinner (9).

Nella patria di Jannik ovviamente si fa a gara a chi lo aveva predetto per primo. “L’ho scoperto prima io, lo vidi ad un torneo under 3 e si capiva subito di che pasta era fatto”. “No, no, già dalle prime ecografie era chiaro il suo talento”, ha riferito il ginecologo della mamma. Alla fine l’ha spuntata l’urologo del papà: “Negli spermatozoi di papà Sinner c’era già scritto tutto”. Per la verità, per gli addetti ai lavori di primo livello, Sinner è già il passato, non conta più nulla. “Sì vabbè Sinner, ma io ho visto un 2005 che è un fenomeno assoluto…”.

A proposito di Jannik, l’idolo della settimana è comunque Mario Frick (10), ex centravanti del Liechtenstein e del Verona che ha chiamato i suoi due figli maschi Yannick e Noah: genio! “La Vie C’est Fantastique quando segna Mario Frick”.

Intanto la mamma di Novak Djokovic non se ne riesce a fare una ragione. “Mio figlio è il più bravo, il più forte, il più bello, il più gentile, il più affettuoso con il pubblico eppure la gente non gli perdona di essere venuto fuori nell’era di Nadal e Federer”. Dijana cara, che ci vuoi fare “every beatle is beautiful for his mother” come direbbe Pino Daniele e quindi mettiti l’anima in pace.

Che poi quei due oramai fanno comunella ovunque, non solo in Laver Cup ma prevedono anche un dopo carriera core a core: ed infatti Roger non ha ancora deciso quando si ritirerà ma ha deciso che insegnerà tennis ai bambini nella Academy di Rafa. Ancora non si sa se il rovescio sarà insegnato ad una mano o a due, se ad ogni punto potrà esultarsi con il ‘vamos’ o un ‘c’mon’ e soprattutto quanto secondi impiegheranno gli allievi a servire tra un punto e l’altro. Decideranno le due signore, Mirka e la freschissima signora Nadal, Xisca. Federer intanto ha annunciato che giocherà le Olimpiadi di Tokyo. Ci ha pensato a lungo, ma alla fine la sua è stata una decisione di cuore. Un Uniqlo grande cuore.

La settimana ha regalato il ritorno di Andy Murray (10), che a gennaio sembrava aver dato l’addio tra le lacrime, a luglio è riapparso a Wimbledon in coppia con Serena quasi per omaggiare il suo pubblico e invece ad ottobre torna a vincere un torneo, grazie anche allo sciagurato Wawrinka (8), un altro che comunque avevamo dato per perso e invece è tornato ad alti livelli: le vie del talento e dell’amore per il tennis sono infinite.

Anche quelle della sofferenza, come insegna anche Tipsarevic (8), che ha dato l’addio alla sua maniera. Nella settimana in cui è arrivato anche l’agognato primo titolo di Denis Shapovalov (8), uno che spesso si confonde tra tutto il talento che ha ma che a 20 anni ha tutto il tempo per recuperare il distacco dai vari Tsitsipas, Medvedev, Khachanov e compagnia. Alla quale sarà il caso di iscrivere anche Rublev (8), un altro che ha un caratterino particolare ma che ha i mezzi per fare sfracelli.

E buone nuove arrivano anche dal circuito femminile, dove Belinda Bencic (9) ha coronato la sua stagione del definitivo rientro al top con la qualificazione al Master e Jelena Ostapenko (8) dopo un paio d’anni abbondanti – con l’aiuto di Bartoli – ha cominciato forse a dimostrare di aver smaltito la sbornia del Roland Garros vinto.

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