Judy Murray: “Sapevo che Andy non avrebbe mollato. Il più grande trionfo è vederlo giocare senza dolore"

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Judy Murray: “Sapevo che Andy non avrebbe mollato. Il più grande trionfo è vederlo giocare senza dolore”

Intervista esclusiva di mamma Judy alla Gazzetta dello Sport. Dalla partita contro Bautista Agut in Australia (“Aveva così tanto dolore da non riuscire nemmeno a muoversi”) al trionfo di Anversa: “La vittoria della perseveranza”

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Andy Murray e mamma Judy in tribuna - Australian Open 2019 (foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
 

Murray ‘Braveheart’, come l’ha definito il direttore Scanagatta, ha commosso un po’ tutti. Il trionfo di domenica ad Anversa contro Stan Wawrinka (il primo dopo oltre due anni), ha restituito il sorriso non solo ad Andy e mamma Judy, ma anche a tutti gli appassionati di tennis. Perché ritrovare un campione come Murray (e come Wawrinka, sconfitto sì in finale ma tornato anche lui su ottimi livelli), non può fare altro che bene a tutto il mondo del tennis. Andy potrebbe addirittura riprendersi il suo posto tra i Fab Four, al fianco di Federer, Nadal e Djokovic? Mamma Judy, intervistata in esclusiva da Federica Cocchi per la Gazzetta dello Sport (di cui riportiamo alcuni stralci), non pone limiti: “Se sta bene, Andy è capace di tutto”.

Judy passa in rassegna gli ultimi nove mesi, a partire dall’annuncio del ritiro alla vigilia all’Australian Open e dal match contro Bautista Agut. “Dopo quella partita Andy aveva così tanto dolore da non riuscire nemmeno a muoversi. Tanto che ha aspettato due giorni prima di prendere il volo di ritorno”, racconta Judy alla Gazzetta. “In quel momento ha deciso che si sarebbe fatto di nuovo operare. Era una questione di qualità della vita, e lui non ce l’aveva più da troppo tempo. Ci sono stati momenti in cui non riusciva nemmeno a mettersi i calzini e allacciarsi le scarpe. Giocare a tennis era l’ultimo dei problemi”. Quindi l’operazione, la riabilitazione (“il recupero era lento e lui era molto frustrato”), il ritorno in campo, prima in doppio, poi in singolare, passando anche da un torneo Challenger e dai tanti dubbi nella testa, fino al trionfo di Anversa.

Andy Murray – Anversa 2019 (foto via Twitter, @EuroTennisOpen)

Come ho festeggiato? Ho stappato una bottiglia di champagne e ho brindato alla sua salute davanti alla tv. Poi gli ho mandato un messaggio vocale per dirgli quanto ero felice e orgogliosa di lui”, continua Judy. “Gli ho detto che questo trofeo vale tantissimo. Perché è una vittoria della perseveranza e della resilienza. Gli ho detto che desidero per lui felicità dentro e fuori dal campo, e soprattutto gli auguro di restare in salute. Ora sta bene, ha una famiglia meravigliosa (tra pochi giorni dovrebbe nascere il terzo figlio di Andy e Kim, ndr), può guardare al domani finalmente senza più paura e dolore. La vittoria sul campo è davvero una grande gioia, ma il più grande trionfo è averlo visto giocare senza dolore e camminare senza aver bisogno delle stampelle. Ma lui è un tale guerriero sul campo che sapevo che non avrebbe mollato.

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