Berrettini, semifinale a Vienna e Top 10: "Spero di non abituarvi troppo bene"

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Berrettini, semifinale a Vienna e Top 10: “Spero di non abituarvi troppo bene”

Matteo piega in due set lottati Rublev, già KO a New York. Sarà Top 10 lunedì, forse numero 9. Opelka batte Bautista Agut a Basilea: il numero 8 di Matteo nella ATP Race to London è più solido

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Matteo Berrettini - ATP Vienna 2019
 

Dopo averlo battuto per la seconda volta in tre confronti con una prestazione maiuscola allo US Open, Matteo Berrettini ritrova Andrey Rublev e lo supera nuovamente senza lasciargli un set in un incontro che non solo vale la semifinale a Vienna, ma è di grande importanza per la corsa alle ATP Finals. Trenta vincenti per Matteo, attentissimo quando ha dovuto annullare le tre palle break concesse e concentrato al massimo nel finale di ogni partita.

Con questa vittoria Matteo Berrettini si assicura matematicamente un posto nella Top 10 della classifica ATP che verrà pubblicata lunedì prossimo. Si tratta del quarto italiano nella storia da quando è stata istituita la classifica computerizzata nel 1973.

LONDON CALLING – Matteo occupa attualmente l’ottavo e ultimo posto disponibile per il torneo dei Maestri a quota 2.660, ma i punti ancora in palio questa settimana e ancor la più prossima al Masters 1000 di Bercy tengono spalancata la questione. Tanto più che Roberto Bautista Agut, il primo inseguitore indietro di soli 130 punti, ha perso in tre set da Reilly Opelka e il tifo trasversale era tutto per il lungo del Michigan, che non avrà un tennis entusiasmante ma in questa occasione ha fatto il suo. Senza nemmeno un tie-break, Reilly pianta 31 ace e ferma la marcia di Bautista almeno in quel di Basilea. Al decimo posto della Race c’è David Goffin, battuto proprio da Opelka agli ottavi, seguito da Fabio Fognini che ha subito la stessa sorte del belga per mano di Filip Krajinovic. Come dicevamo, però, i 1.000 punti in palio per il vincitore di Parigi tengono ancora in gioco parecchi tennisti e il precedente di Jack Sock insegna a non liquidare la questione come puramente “aritmetica”. Lo stesso Rublev, grazie a una stagione in continua crescita, è entrato in campo come legittimo aspirante a un biglietto per Londra. Spietato, però, Berrettini lo ha depennato dalla lista dei pretendenti.

LA RACE AGGIORNATA IN TEMPO REALE

IL MATCH – Il dritto di Matteo non parte caldissimo e concede qualche errore inatteso, come quello che lo avrebbe portato a palla break già nel primo gioco dopo una buona risposta di rovescio. Nella stessa situazione di punteggio, viceversa, Rublev piazza il vincente, ma il romano cancella l’opportunità con una precisa smorzata, quasi ad affermare che non c’è alcuna tensione nel suo braccio. Il nostro si ripropone di togliere un po’ di tempo cercando l’anticipo in risposta, mentre Andrey cerca per quanto possibile di non farlo colpire da fermo e incassa diversi errori forzati dal lato destro.

Tuttavia, proprio dopo un cambio di direzione in uno scambio comandato con lo sventaglio, il russo subisce il dritto vincente dl Berretto per poi trovarsi sotto 15-40 al settimo game, ma resta calmo e non gli permette di giocarsi le opportunità. Ormai si gioca davvero solo quando in battuta c’è Andrey e la palla inizia a scottare: un secondo servizio di Rublev sulla parità atterra cortissimo, i piedi dell’azzurro non reagiscono a dovere e ne esce una ribattuta “sbucciata” che vanifica l’occasione. Matteo però è strepitoso sul 5-5: uno scambio in cui lavora bene con lo slice, una risposta fulminante e una volée bassa che sorprende il moscovita gli valgono il break, prontamente confermato per il 7-5 per il sospiro di sollievo non solo di Santopadre, Rianna e Tomljanovic seduti nel suo angolo.

Rublev non ha granché da recriminare e ricomincia a pestare come un dannato con il suo drittone; peccato (per lui) che quello di Matteo pesi di più e, insieme al servizio, lo salva dal 15-40 del terzo game (“mi sono detto di stare tranquillo, di fare quello che so fare, quel modo che ho di fare punto”). Il punteggio procede allora seguendo i turni di battuta come nel primo parziale, con l’illusione di un’esatta replica all’undicesimo gioco fatta svanire dal servizio di Andrey sulla palla break portata in dote da un paio di scambi dominati da Berrettini. E allora è tie-break: Rublev sbaglia qualcosa, Matteo è perfetto, almeno fino al 6-2, quando perde un paio di punti forse con il solo scopo di creare suspense – alle stelle sul terzo match point giocato dopo la prima battuta sbagliata. Ma è quello buono e il punto che vale la semifinale arriva, non a caso, al termine di uno scambio portato dalla propria parte sulla diagonale di dritto.

Davanti a un avversario in ottima forma che può solo rammaricarsi di un paio di errori nel tie-break, Berrettini si è fatto interprete lucidissimo di un match quasi perfetto e sabato se la vedrà con Dominic Thiem, rapido vincitore di un Pablo Carreño Busta costretto al ritiro dopo venti minuti sotto 0-5. La recente vittoria di Shanghai contro l’austriaco in grande spolvero vale più del precedente dello scorso anno al Roland Garros.

CI SONO ANCHE LORO – I risultati della giornata hanno cancellato le residue possibilità di alcuni contendenti per le Finals. Resta invece assolutamente vivo nella Race Diego Schwartzman che, a dispetto di una falsa partenza, si libera in due set di Karen Khachanov. Sotto del classico 3-0 pesante, l’argentino entra finalmente in partita mettendo in mostra l’abituale solidità e la qualità della risposta. Karen serve inutilmente per il set, finendo per perderlo al tie-break con un doppio fallo finale. Lungi dal mollare la presa dopo l’esito positivo della rimonta, Diego mantiene dalla sua parte l’inerzia con un break in apertura che in pratica stende il ragazzone di Mosca, capace di mettere a referto giusto un altro paio di giochi. Khachanov non è comunque escluso dalla corsa, anche se dovrebbe vincere il titolo a Bercy sperando nella prematura uscita di troppi avversari diretti.

Dal canto suo, Schwartzman si giocherà la possibilità di incamerare altri punti contro Gael Monfils. Il francese finisce nella rete, letteralmente al termine di un punto, non certo in quella tessuta da Aljaz Bedene, il quale finirà invece con 16 errori non forzati di dritto. Ci prova davvero il trentenne di Lubiana che inizia con un incoraggiante 3-1 e poi soccombe al dodicesimo gioco. Nel secondo parziale, il vantaggio in partenza tocca a Lamonf, il quale non si dimostra altrettanto generoso e lo tiene per sé fino alla fine, anzi, lo incrementa pure. Regala invece al pubblico qualche pregevole scambio da vero showman, compresa la volée in tuffo che non si sa se sia meglio quella o l’espressione del viso “cosa mi tocca fare alla mia età” quando inizia a rialzarsi.

Risultati:

[3] M. Berrettini b. A. Rublev 7-5 7-6(4)
[1] D. Thiem b. P. Carreño Busta 5-0 rit.
[5] D. Schwartzman b. [2] K. Khachanov 7-6(6) 6-2
[4] G. Monfils b. [Q] A. Bedene 7-5 6-1

Il tabellone completo

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