Italia nei guai: contro gli USA 3-0 o è notte - Pagina 2 di 3

Editoriali del Direttore

Italia nei guai: contro gli USA 3-0 o è notte

Pro e contro di questa Coppa Davis che non poteva cambiare nome. I calcoli… anti-Russia. I tempi e la data all’origine di tanti problemi. 5 top ten, 11 top 18. Macché esibizione

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Matteo Berrettini e Fabio Fognini - Finali Coppa Davis 2019 (photo by Mateo Villalba / Kosmos Tennis)
 

LE MIE IMPRESSIONI DOPO DUE GIORNATE DI NUOVA DAVIS

Da queste prime due giornate posso dirvi che il pubblico il primo giorno sarebbe stato di 12.114 spettatori. Premetto: non credo mai del tutto ai numeri che danno gli organizzatori sugli spettatori. Sono quasi sempre gonfiati. Tutt’al più sono numeri relativi a biglietti venduti, comprensivi degli abbonamenti in quota parte, di pacchetti dati agli sponsor e vari VIP che poi magari non vengono. Se anche quando hanno spalti desolatamente vuoti vedeste che numeri danno gli organizzatori orientali… Ma non solo loro: a dar retta agli organizzatori ogni anno ogni torneo batte il record d’affluenza dell’anno precedente, anche quando le tribune hanno la stessa capienza. È puro marketing.

Ciò detto ho visto delle code notevolissime alla biglietteria e certi match, non solo il pienone per Spagna-Russia ieri, hanno avuto discrete cornici di pubblico, considerato che seguivano match di nazioni estere, di lunedì e martedì e anche al mattino quando per solito nemmeno ai grandi tornei si vede mai troppa gente. Ho parlato con la Executive Director della Comunicazione ITF Heather Bowler, che era venuta a chiedermi le mie prime impressioni, e mi ha detto che al momento il 70% dei biglietti sono stati acquistati da spagnoli e l’altro 30% da stranieri. Ma anche che mentre alcune federazioni, tipo quella canadese, avevano fatto un gran lavoro anche di promozione turistica per trascinare dal Canada ma anche dai residenti in Europa il maggior numero di supporter, certe nazioni non avevano fatto assolutamente nulla e l’ITF studierà il modo di stimolarle diversamente.

ORARI E DATA I PEGGIORI DIFETTI

Abbiamo parlato dell’incongruità degli orari, con partite che finiscono alle due di notte e rendono impossibile la copertura giornalistica – mentre va benissimo alle tv… e le tv contano molto ma molto di più dei media cartacei – e credo che in futuro si cercherà di apportare cambiamenti a questo inconveniente. Se l’ITF fosse padrona del calendario, e l’ATP non facesse ostruzionismo – si è addirittura inventata l’ATP Cup –, e l’ITF avesse a disposizione non una sola settimana ma dieci giorni (se non due settimane), non ci sarebbe bisogno di fare giocare dei match al mattino e poi, chissà, semifinali o magari anche la sola finale si potrebbe giocare o al meglio dei cinque set, se non con la vecchia formula dei cinque punti, quattro singolari e un doppio. Ma all’ITF questo non è concesso. Chiaro che in una sola settimana si deve giocare a ritmi e orari folli. Un guaio per i giocatori e i media, certo, ma volete mettere per gli spettatori?

Chi deve lavorare al mattino come fa stare in piedi fino alle 2 di notte? Se poi la gente se ne va prima e le tribune si svuotano… è chiaro che non ne esce una bella immagine. Se poi questo evento lo si potesse giocare a fine settembre anziché a fine anno quando i giocatori non ne possono più, sarebbe un’altra cosa. Ma l’ATP non ha voluto cedere una settimana in più, in cambio di quella di aprile che l’ITF è disposta a cedere… delle quattro che ha sempre avuto. In compenso cancella tornei secolari australiani per lanciare la sua ATP Cup, dopo aver stravolto le statistiche di 50 anni e più di tennis per inserire i risultati della Laver Cup, ivi compresi i tiebreak di un terzo set che non c’è stato… come se fossero quelli di un quinto set all’US Open!

UNA MODIFICA CHE CONSENTE ALMENO DI PARLARE CON UN GIOCATORE A FINE MATCH (SE PREFERISCE EVITARE DI VENIRE PIÙ TARDI)

Intanto mi sono permesso anche di far presente a Heather che era assurdo che giocatori e capitano venissero a parlare soltanto alla fine dell’intero incontro, ben dopo la mezzanotte. Perché non far dire due battute al capitano anche prima del doppio, o al singolarista del primo singolare, oppure anche del secondo se non fosse impegnato di lì a 20 minuti anche come doppista? Al limite, giusto per catturare una o due battute al volo, perché non chiedere ai giocatori o al capitano (almeno a qualcuno di loro) di passare da una mixed-zone come accade alle Olimpiadi, un minuto dopo la gara?

Gli italiani lunedì sera, dopo essere rimasti anche chiusi fuori da una porta d’accesso e aver dovuto chiamare la collega della Gazzetta per segnalare che non riuscivano ad arrivare in sala stampa (e vi potete immaginare che voglia ne avessero!) sono arrivati alle 1,15 del mattino. Assurdo. Quale giornale poteva pubblicare una qualsiasi dichiarazione. È nell’interesse della divulgazione della nuova Davis Cup? Certo che no! Mi fa molto piacere che il mio suggerimento (anche se non sarò certo stato l’unico) sia stato accolto. La regola è stata cambiata. Molte squadre hanno accolto con favore la modifica, non li ho presenti tutti, e si sono regolate di conseguenza. Di sicuro sono venuti Reilly Opelka quando Fritz stava giocando e Rafa Nadal – ovviamente il più atteso – quando il doppio ispano-russo era appena cominciato.

Fino a ieri la squadra italiana sembrava contraria sebbene chi venisse a parlare prima non sarebbe tenuto a ripresentarsi dopo, capitano escluso. Vedremo stasera. Certo che quando sento dire ”poveri giocatori, qualcuno pretenderebbero che venissero addirittura due volte al giorno a parlare con i media”, beh io dico che con tutto quel che guadagnano – qui il solo montepremi per una settimana di tennis è di 9 milioni e mezzo di euro – il sacrificio di spendersi due volte per 10 minuti al cospetto di giornalisti che quelle cifre non guadagnano in una vita, beh non dovrebbe essere così insopportabile. Grande ammirazione, per carità, per campioni di uno sport duro e estremamente competitivo, ma secondo me agenti e media-manager tendono anche a viziare in maniera eccessiva le star dei nostri sport (non solo del tennis, sia chiaro: con i calciatori, divi del pallone, è pure peggio). Spesso si rifiutano interviste con motivazioni risibili.

A pagina 3: non è un’esibizione, il pubblico, i prezzi dei biglietti

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