Rublev incorna la Serbia di Djokovic: Russia in semifinale di Coppa Davis

Coppa Davis

Rublev incorna la Serbia di Djokovic: Russia in semifinale di Coppa Davis

MADRID – Il 22enne russo è il mattatore della sfida: prima domina Krajinovic, poi decide il tie-break di un doppio brutto (male Djokovic) ma emozionante. Russia-Canada prima semifinale

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Andrey Rublev - Davis Cup Finals Madrid 2019 (via Twitter, @DavisCupFinals)
 

Il tabellone aggiornato del torneo

da Madrid, il nostro inviato

RUSSIA – SERBIA 2-1
A. Rublev (RUS) b. F. Krajinovic (SRB) 6-1 6-2
N. Djokovic (SRB) b. K. Khachanov (RUS) 6-3 6-3
K. Khachanov/A. Rublev (RUS) b. N. Djokovic/V. Troicki (SRB) 6-4 4-6 7-6(8)

A seguito delle critiche dei giorni scorsi sulla programmazione, piovute praticamente da tutte le parti, il primo quarto di finale della giornata viene anticipato alle 10:30. Piccola pezza per rattoppare al meglio il problema. In effetti le possibilità che il confronto vada al doppio decisivo non erano poche alla vigilia, per cui ben venga mezz’ora di margine in più, anche se ovviamente non può essere questa la soluzione definitiva in ottica futura. La situazione sulle tribune continua ad essere abbastanza desolante, davvero pochi i presenti, stimabili all’avvio della contesa in non più di 2000. Le cose migliorano con l’ingresso in campo di Djokovic, che vince il singolare per il punto dell’1-1 ma perde il doppio in coppia con Troicki: a sfidare il Canada in semifinale ci va la Russia trascinata da Andrey Rublev.

PANZER RUBLEVSchiacciante, non ci sono altre parole per definire la vittoria odierna di Rublev. Il povero Filip Krajinovic oggi ha preso una delle più grosse batoste della carriera, finendo demolito dai tremendi colpi di maglio del suo avversario. Peccato che il match non fosse tra Rublev e Djokovic, perché altrimenti la partita sarebbe stata sicuramente clamorosa: con la versione di oggi del russo ci sarebbe infatti voluto il miglior RoboNole.

Entrano per primi in campo Rublev e Krajinovic per giocarsi il primo punto del confronto. In realtà sarebbe più corretto dire che entra in campo Rublev, accompagnato da una pessima versione di Krajinovic; il vero Filip non si sa dove sia, ma di certo quello odierno è la copia sbiadita di quello che ieri aveva demolito Tsonga con grande autorità. Il piano del serbo di ingaggiare il russo in una ragnatela di colpi carichi di top spin, volti alla ricerca della profondità, non funziona per i troppi errori, e l’alternativa di mettersi a fare a pallate col giovane russo è decisamente sconsigliabile. Rublev dal canto suo entra in campo deciso, sparando vincenti da tutte le parti e togliendo completamente il ritmo al povero Krajinovic che non sa come uscirne. Come se non bastasse, il russo da un lato è ingiocabile sulla propria prima di servizio e dall’altro sembra leggere benissimo la battuta del serbo.

Primo set che si conclude quindi in 21 minuti per 6-1, con il serbo che riesce a fatica ad evitare il bagel, e secondo set che continua sulla falsariga del primo. Dopo 33 minuti siamo già un set a zero per Rublev, che conduce nel secondo con un doppio break. Se fosse un match di pugilato sarebbe già stato chiamato da un pezzo il KO tecnico per porre fine a questo massacro. Partita che si chiude in 52 minuti con un ace del russo, che la porta casa col punto esclamativo e il punteggio di 6-1 6-2.

Andrey Rublev – Finals Davis 2019 (via Twitter, @DavisCupFinals)

NOLE ON A MISSIONDoveva vincere e ha vinto, basta questo per spiegare la partita di Djokovic, che col passare del match ha applicato sul suo avversario una pressione via via sempre più crescente, fino a schiacciarlo senza pietà.

Oggi Nole non entra in campo in un’arena leggermente più affollata del primo match, col lusso dell’1-0 a favore, ma deve vestire subito i panni di salvatore della patria come tante volte gli è già successo in Davis. Terzo confronto tra Djokovic e Khachanov, con il russo che vinto l’ultima sfida indoor nella finale di Parigi-Bercy del 2018, ultimo vero acuto del giocatore russo. Fin dai primi scambi si intuisce subito che la musica sarà ben diversa rispetto al match precedente, con battaglie prolungate che interesseranno quasi ogni game. Alla fine del set saranno solo due su otto i game in cui il giocatore alla risposta non riuscirà ad issarsi almeno a 30.

La differenza alla fine la fanno pochi punti, visto che Khachanov sia nei game in risposta, che nei punti sulla propria seconda di servizio riesce a difendersi. Del resto non a caso il serbo deve anche difendere due palle break decisive, che avrebbero potuto rimettere in equilibrio la partita. In generale la sensazione in questo primo set è che Djokovic sia entrato in campo più attendista cercando di vincere il match giocando per lo più in sicurezza. Esemplificativo il punto che regala il break alla Serbia, vinto da Nole di pura sofferenza e con un pizzico di fortuna, visto che alla fine riesce a tirar fuori dalla pancia il pallonetto vincente. Fondamentale poi il game successivo, che resterà l’ultima seria minaccia proposta da Karen a Novak. Il serbo però è bravo a tenere botta, portare a casa il game e di lì a poco il set.

Secondo parziale in cui Khachanov cala leggermente alla battuta mentre Nole mette il pilota automatico e serve con uno spaventoso 90% di prime palle, per garantirsi la certezza di partire sempre comandando lo scambio. Infatti l’atteggiamento tattico di Nole in questo secondo set, visti i rischi corsi nel primo, cambia e si fa più aggressivo. Per Khachanov si fa quindi durissima, la sensazione è che il treno sia già passato e infatti il ritmo del serbo si fa via via più insostenibile. Il russo cede di schianto gli ultimi due turni di servizio del match e consegna il punto alla Serbia. Diventa quindi decisivo il punto del doppio nel quale Djokovic scenderà in campo per trascinare la Serbia in semifinale.

Novak Djokovic – Davis 2019, Madrid (Photo by Diego Souto / Kosmos Tennis)

UN DOPPIO… O DUE SINGOLARI? – Alla fine la presenza di Djokovic, non certo doppista provetto, non basta alla Serbia: il team russo (sempre loro, Khachanov e Rublev) si aggiudica un doppio tecnicamente modesto ma emozionante sul finale e guadagna un posto in semifinale

Tre dei quattro giocatori in campo sono già scesi in campo in singolare, con Troicki unico “intruso”. Non si prevede tuttavia che il fattore fisico sarà influente visto che i primi due incontri sono scivolati via abbastanza velocemente. Le due coppie scendono in campo con Nole e Khachanov sul dritto, probabilmente la Serbia vuole schierare esterno Troicki sul suo colpo migliore e la Russia cercare di dare sfogo al terribile dritto inside out di Rublev. Simpatici alcuni intermezzi del pubblico spagnolo con dei “Vamos Novak que te queremos en la final” (vai Novak che ti vogliamo in finale) che interpretano lo stato d’animo dei presenti, con l’eccezione ovviamente dei russi.

Nel primo set la partita va un po’ a strappi con la Serbia che trova il primo break rubando il servizio a Khachanov, ma poi subisce un’infilata russa che si concretizza in un doppio break, prima a Nole e poi a Viktor, e nella vittoria del parziale. I russi sembrano puntare per lo più Troicki, cercando di spingere da fondo fino a ottenere l’errore sul colpo di volo dei serbi. Djokovic invece dopo un buon inizio va un po’ fuori giri sia da fondo, nel tentativo di compensare, sia a rete, probabilmente per desuetudine. Chi spicca in campo invece è Rublev che continua ad essere totalmente “on fire.

Il secondo set inizia con la Russia che sembra in posizione di comando e con la coppia serba invece un po’ in confusione tattica, soprattutto Novak è indeciso se scendere a rete o meno e non sa bene quale lato coprire. Tornano in mente le parole di Rafa nella conferenza stampa di ieri, nella quale riconosceva che ci vuole un po’ di tempo per riprendere confidenza col doppio e che per lui giocare con Marcel (Granollers) è utilissimo, in quanto doppista esperto che indirizza le tattiche e lo aiuta nella collocazione in campo. Viene quasi da pensare che il capitano serbo Zimonic, ex doppista di livello, stia facendo un grosso sforzo per non scendere in campo a sostituire uno dei due serbi.

Novak e Viktor trovano comunque il modo di rimanere in linea di galleggiamento, anche grazie alla buona creanza dei russi che non hanno la cattiveria di affondare il colpo. Si arriva così nel quarto gioco in cui i serbi hanno tre palle break; sembra l’occasione della vita per i serbi che per la concretizzazione devono però ringraziare Rublev, che li omaggia di un doppio fallo grottesco con la palla che rimbalza nel campo russo prima di toccare la rete.

Karen Khachanov e Andrey Rublev – Davis Cup Finals Madrid 2019 (via Twitter, @DavisCupFinals)

La qualità della partita a metà del secondo set raggiunge livelli piuttosto bassi, con volée approssimative e coperture del campo quantomeno rivedibili. Di solito nel doppio raggiungere e coprire la rete dovrebbe essere un vantaggio, ma oggi non succede quasi mai. Alla scarsa qualità del match contribuisce anche il giudice di sedia che con un paio di chiamate molto discutibili (spicca un out chiamato su un servizio buonissimo di Nole) fa saltare i nervi all’intero team serbo. Break russo, la Serbia poi tremando e tossicchiando riesce a fermare l’emorragia per il 5-4 e qui per aggiungere ulteriore pathos arriva anche il medical timeout per Nole, che sente riacutizzarsi il problema al gomito destro. Khachanov nel game successivo annulla due set point con il servizio – di cui uno con un ace di seconda – ma successivamente imita il suo connazionale, si incarta e concede il set con un doppio fallo.

Al terzo set la Serbia sembra aver rimesso insieme i cocci e può contare su un Troicki finalmente positivo, che mette in fila alcune volée accettabili. Adesso siamo a parti invertite rispetto all’inizio del set precedente, la Russia è in stato confusionale e la Serbia prova di mettere il naso avanti. In realtà i timidi segni di risveglio di Viktor sono intermittenti e Nole deve tirare fuori i denti per annullare due palle break potenzialmente letali sul 2-2 e conservare il proprio servizio. Dopo due ore esatto di gioco è tie-break decisivo, e a questo punto è decisamente too close to call. Cinque dei primi sette punti sono contro il servizio e la Serbia arriva per tre volte a match point: sul secondo Troicki si divora una facile volée che avrebbe portato la Serbia in semifinale. La resa arriva quasi di conseguenza e ci pensa Rublev a firmarla: annulla uno dei tre match point con una volée di rovescio – una, finalmente! – di ottima fattura e poi provoca l’errore di Djokovic in risposta.

Game set and match, il protagonista del tie è decisamente Andrey Rublev: nella mediocrità, il migliore a rete e il più lucido tatticamente. La copertina della sfida è tutta sua.

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