Il metodo Tsitsipas: come Apostolos ha portato Stefanos al successo

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Il metodo Tsitsipas: come Apostolos ha portato Stefanos al successo

Il padre del campione delle ATP Finals ha curato tutti gli aspetti tecnici e mentali per portare suo figlio al successo ma ammette: “Anch’io ho imparato tanto grazie a lui”

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Tra i quattro candidati per il premio “ATP most improved player of the year” (il giocatore che si è migliorato di più nel 2019) Stefanos Tsitsipas è quello che fa registrare il minor numero di posizioni guadagnate in classifica, “solo” nove, dalla 15esima piazza alla sesta. Ciò che gli altri tre giocatori in lizza (Medvedev, Berrettini e Auger-Aliassime) non hanno fatto è aver battuto Federer, Nadal e Djokovic e vinto il torneo di maggior valore dopo i quattro Slam, le Nitto ATP Finals di Londra, motivi per cui sarà molto complicato decretare il vincitore quest’anno.

Tuttavia Medvedev, Berrettini e Tsitsipas hanno in comune qualcosa. Tutti e tre hanno un allenatore che non ha guadagnato punti ATP. Gilles Cervara, Apostolos Tsitsipas e Umberto Rianna (che lavora al fianco di Vincenzo Santopadre, che invece ha giocato a livello professionistico) sono le tre eccezioni tra gli otto giocatori presenti al Masters di Londra due settimane fa. Tuttavia nonostante non abbia avuto esperienze nel Tour da giocatore, Apostolos Tsitsipas ha guidato suo figlio Stefanos al titolo più importante della sua carriera. Durante la settimana passata alla O2 Arena ha concesso un’intervista al sito ufficiale dell’ATP. Ha raccontato come si è avvicinato al tennis e come ha forgiato Stefanos.

Apostolos ha avuto un primo contatto col tennis da bambino, quando giocava assieme a suo fratello su un campo in erba con le racchette di legno. Col passare degli anni però ha scelto di concentrarsi su basket e calcio, prima di studiare scienze motorie sportive all’Università di Atene e dedicarsi interamente al tennis: “È strano, perché nessuno a me vicino aveva avuto a che fare col tennis prima di me. Ma io l’ho scelto e non saprei perché. Questa è una bella domanda“.

Ha poi incontrato Ioulia Salnikova, sua futura moglie, ex-giocatrice e top 200 nel Tour WTA. Grazie a diversi anni di esperienza sul campo e di studio negli States e in diverse capitali europee Apostolos ha provato ad allenare i giovani, convinto che fosse necessario impostare un progetto a lungo termine, ovviamente contro la volontà dei genitori bramosi di vedere i propri figli alzare subito trofei: “Spiegavo che si possono fare tante cose” ha detto Apostolos, “ma bisogna considerare seriamente che ci vogliono cinque, sei anni per sviluppare un giovane giocatore. Le persone non sono abbastanza pazienti da aspettare, investire denaro, investire tempo. Devi sviluppare, come atleta, il tuo corpo. Devi sviluppare la tua mente e sviluppare la tua tecnica”.

Apostolos (assieme a Ioulia) ha messo in mano la racchetta al piccolo Stefanos quando aveva tre anni. Se gli altri genitori contestavano il suo metodo, perché non provare ad applicarlo proprio su suo figlio? Dall’età di dodici anni accompagna Stefanos nei vari tornei in giro per il mondo, ne ha curato la tecnica e soprattutto la mente fino a portarlo vicino ai vertici del tennis mondiale. Ripete sempre quanto sia felice che suo figlio abbia scelto di essere allenato da lui: “Lavorando con Stefanos pur avendo studiato tanto sentivo di sapere davvero poche cose. Devi avere la mente molto aperta ed essere pronto a imparare molte cose. Stefanos mi ha dato l’opportunità di imparare, questa è stata per me la migliore università“.

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