Medvedev: "Al numero uno penso da quando avevo 6 anni, ma non è un'ossessione"

Interviste

Medvedev: “Al numero uno penso da quando avevo 6 anni, ma non è un’ossessione”

DIRIYAH – Intervista esclusiva al numero cinque del mondo, pronto a testarsi sul campo nel mezzo della pre-season. “Non vedo l’ora di poter mostrare del grande tennis”

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Medvedev e Monfils durante la cerimonia del sorteggio - Diriyah Tennis Cup (via Twitter, @DiriyahCup)
 

da Diriyah, il nostro inviato

Il più ricercato dai rappresentanti dei media presenti sul posto, forse anche quello a cui il dishdasha dona di più, Daniil Medvedev ricomincia in Arabia Saudita la sua rincorsa ai piani altissimi della classifica. La Diriyah Tennis Cup non mette in palio punti utili a migliorare il quinto posto che occupa attualmente ma il russo, vuoi per compiacere i sauditi vuoi perché magari ci crede davvero, non intende trascurarla e ne parla così ai nostri microfoni (formula poco rispondente a realtà, dacché noi del ueb si usa lo smartphone come registratore). “Sarà importante per vedere a che punto è il mio gioco, a metà della pre-season, e per capire cosa devo migliorare e su cosa devo lavorare di più con il mio team. Dopo il grande finale di stagione ci sono tante aspettative su di me, ma prima di tutto ho bisogno di rimanere lucido e pensare partita per partita, cercando comunque di vincerle tutte“.

E dire che di partite Daniil ne giocherà, prima di provare a migliorare gli ottavi conquistati lo scorso anno all’Australian Open: il russo ha messo in calendario due esibizioni – questa e il Mubadala di Abu Dhabi a fine meseoltre all’ATP Cup e al 250 di Auckland, quest’ultimo addirittura nella settimana che precede immediatamente lo Slam. Gli chiediamo se, dato il suo nuovo status di giocatore di vertice, non abbia infittito troppo la programmazione. “Credo che giocare una o anche due esibizione a questo punto della pre-season sia una buona idea, non puoi allenarti per quattro settimane senza testare il tuo gioco. Lo scorso anno anche ne ho giocata una in Francia” risponde Medvedev. “Quest’anno abbiamo deciso di impostare la preparazione così, vediamo come andrà“.

In uno dei quattro appuntamenti prima di Melbourne, l’ATP Cup, il cammino di Medvedev incrocerà quello della nazionale italiana. “Abbiamo un gruppo molto difficile“, dice Daniil a proposito del raggruppamento D che include anche Norvegia e Stati Uniti. “Giocheremo contro l’Italia il primo giorno, il che è un po’ strano perché secondo la classifica siamo le prime due squadre. Sarà subito un match importante e l’Italia adesso ha due giocatori molto forti. Sarà un torneo nuovo, ma alla fine credo che ci porteremo dietro solo buone sensazioni. Ovviamente spero che la Russia possa vincere e penso sia in grado di farlo“. A favore di questa considerazione interviene la semifinale raggiunta dalla Russia a Madrid, nelle Finals di Coppa Davis, addirittura senza l’aiuto di Medvedev che aveva rinunciato all’appuntamento dopo le fatiche indoor di Londra.

A proposito di poter difendere i colori della propria bandiera, Medvedev ci ha detto la sua sulla squalifica degli atleti russi dalle competizioni internazionali manifestando comunque la volontà di giocare le Olimpiadi, pur con la certezza di non poter vincere una medaglia per il proprio paese.

OBIETTIVI – In fondo, però, queste faccende non costituiscono il nucleo della carriera di Medvedev che ormai è proiettata verso i più importanti traguardi individuali: vincere Slam e diventare numero uno del mondo, obiettivo al quale sembrava aver iniziato a pensare dopo la vittoria di Shanghai e che invece, a quanto pare, occupa i suoi pensieri da ben più tempo. “Ci penso da quando avevo sei anni e non credo smetterò di pensarci, ma non ne sono ossessionato. Se quando avrò 40 anni potrò sedermi e dire di essere stato il numero due del mondo come best ranking la mia vita non sarà stata poi così diversa. Ovviamente quando lavori sodo, ti alleni in un certo modo e giochi così tanti tornei vuoi sempre ottenere i migliori risultati“. Una frase che previene l’obiezione più ovvia: pensare o non pensare al numero uno fa poca differenza, perché vincendo un certo numero di tornei importanti in un lasso di tempo abbastanza piccolo si va in testa al ranking, è così che funziona.

Per il momento però, e almeno per altri due o tre anni, la concorrenza da superare risponde ai nomi di Nadal e Djokovic. “Sono due grandi campioni e due avversari incredibili, ma credo che giocare contro Novak per il mio tipo di gioco sia più semplice. Le partite contro di lui finiscono facilmente in lotta e questo mi esalta“. I due si sono affrontati cinque volte e il serbo ha vinto in tre occasioni, due delle quali però nel 2017, quando il livello di Daniil era ancora ben lontano da quello di oggi. Il bilancio delle tre sfide disputate nel 2019 è infatti favorevole al russo, che si è imposto a Montecarlo e a Cincinnati. “Non vedo l’ora di poter mostrare del grande tennis“, dice Medvedev in chiusura. Siamo curiosi anche noi.

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