Il 2019 è stato un anno di svolta per la ventinovenne americana Alison Riske. Classificata fuori dalle top 60 ad inizio anno, la nativa di Pittsburgh ha realizzato, nel corso della stagione, una serie di prestazioni convincenti che le hanno permesso di raggiungere prima il best ranking (numero 18 WTA) e poi di chiudere l’anno in top 20. Tutto questo, però, non è frutto solo del caso. Alison ha lavorato sodo sia sul piano del gioco sia sull’aspetto mentale.

Quest’ultimo, in particolare, si è rivelato fondamentale per superare il problema dell’ansia, che l’ha afflitta in vari momenti della sua carriera: “In passato ero una persona molto ansiosa. Avevo ansia per qualsiasi cosa. Il solo pensiero di un possibile fallimento mi faceva stare male. La mia intenzione, quindi, a inizio 2019 è stata quella di cambiare approccio dal punto di vista emotivo, cambiare il modo di avvicinarmi alle partite. Ho acquisito una nuova consapevolezza. Penso che alla fine ciò si sia rivelato fondamentale e, pertanto, non è un caso che questo mio cambiamento interiore sia coinciso con la migliore stagione della mia carriera”.

Alison Riske aveva iniziato la stagione 2019 raggiungendo per la terza volta in carriera la finale al torneo di Shenzhen contro la bielorussa Aryna Sabalenka. L’americana fu sconfitta in tre set, ma sorprese tutti in occasione della conferenza stampa quando rivelò ai giornalisti di essersi presentata a Shenzhen senza nemmeno un componente del suo team. “Mi è sempre piaciuto giocare il torneo di Shenzhen. Questo luogo ha un posto speciale nel mio cuore. Anche se non ho avuto nessun del mio team con me durante la settimana, mi sento come se avessi avuto il supporto di tutti. Questo per me è speciale”.

Per la tennista di Pittsburgh, però, il momento clou della stagione sono stati certamente i tornei sull’erba. “Mi sono sempre sentita a mio agio a giocare su erba. Penso che il mio gioco si adatti perfettamente alla superficie”. Proprio su erba, al torneo di ‘s-Hertogenbosch, si è aggiudicata il secondo titolo WTA della carriera battendo in tre set Kiki Bertens, dopo aver perso a zero il primo parziale. Al torneo di Wimbledon, poi, ha raggiunto i quarti di finale dopo aver battuto, tra le altre, la svizzera Belinda Bencic e soprattutto la numero 1 del mondo, l’australiana Ashleigh Barty. “Penso che a Wimbledon la chiave di tutto sia stata la mia voglia di combattere dall’inizio alla fine, in ogni partita che ho giocato, senza mai mollare, indipendentemente dalla situazione di punteggio. Ne sono orgogliosa”.

Il quarto di finale raggiunto ai Championships, ad oggi, rimane il suo miglior risultato in un torneo dello Slam. In precedenza la tennista americana non si era mai spinta oltre il quarto turno (US Open 2013). Il bilancio complessivo del 2019, pertanto, può considerarsi certamente positivo per la ventinovenne di Pittsburgh che, a fine anno, ha anche partecipato all’Elite Trophy, il “Masterino” femminile riservato alle tenniste che non sono riuscite a qualificarsi alle WTA Finals.

L’ottima stagione appena trascorsa può essere per lei la spinta per fare ancora meglio nel 2020. Alison ha iniziato il nuovo anno da Brisbane: dopo aver superato all’esordio la giovane ceca Karolina Muchova e al secondo turno Barbora Strycova, Riske sfiderà venerdì nei quarti di finale la numero 2 del seeding Karolina Pliskova, battuta solo una volta negli otto precedenti confronti diretti. Fondamentale in questi tornei sarà trovare il giusto feeling in modo da arrivare all’Australian Open nelle migliori condizioni possibili. Il primo Slam dell’anno è ormai alle porte. Riske potrà essere una delle outsider più pericolose.