Scatta l'Australian Open, con il tennis in secondo piano

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Scatta l’Australian Open, con il tennis in secondo piano

La drammatica situazione ambientale che sta mettendo in ginocchio il sud-est del paese potrebbe migliorare nelle prossime ore, ma la qualità dell’aria resta critica e gli incendi continuano a divampare

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Le prime sfide dei tabelloni principali scatteranno nella notte italiana di lunedì 20 gennaio, ma l’Open d’Australia 2020 aprirà i battenti molto prima: tra qualche ora, allo scoccare della mezzanotte, verranno inaugurati i draw di qualificazione e l’Happy Slam sarà realtà. Mai come quest’anno, tuttavia, l’aggettivo “felice”, marchio di fabbrica di un Major in continua e costante evoluzione, cozza con l’attualità di una regione prostrata da un dramma ambientale con pochi precedenti nella storia. Opportunamente, per lunghi giorni in molti si sono chiesti se giocare a tennis fosse sensato mentre a pochissimi chilometri di distanza dai fastosi impianti di Melbourne Park interi boschi vengono distrutti dagli incendi, decine di specie animali endemiche sono decimate e milioni di abitanti lottano per dare una parvenza di normalità alle proprie vite quotidiane.

Si giocherà, così è deciso. Con la morte nel cuore e in condizioni ambientali molto difficili, esattamente come si poteva immaginare e nonostante gli sforzi profusi per tentare di esorcizzare gli scontati vaticini. Gli ultimi dati sulla qualità dell’aria resi noti dall’EPA, l’autorità nazionale per la protezione ambientale, non sono proprio incoraggianti: nella scala di riferimento, l’aria che questa mattina era stata valutata “buona”, nel pomeriggio è tornata a essere “scadente”, con tendenza al peggioramento per la serata. La peggior qualità è stata rilevata nel centro alpino di Bright, dove gli esami hanno restituito il verdetto di “pericolosa” esattamente come a Swifts Creek e a Sarsfield, meno di quattrocento chilometri a est del fiume Yarra. Complessivamente nell’intero East Gippsland, regione a est della periferia orientale di Melbourne tra le più colpite dalla tragedia, ancora divampano diciannove incendi, per un’area totale interessata di un milione e trecentomila ettari.

La qualità dell’aria sarà complessivamente pessima per le giornate di oggi e di domani“, ha dichiarato il comandante dell’EPA Dan Hunt. “La situazione è leggermente migliorata rispetto alla settimana scorsa ma consigliamo ai minori di quattordici anni, agli over sessantacinque, agli asmatici e alle donne incinte di uscire di casa solo se strettamente necessario“. Durante la prima settimana dell’anno le richieste d’intervento medico per problemi correlati alla cattiva qualità dell’aria sono aumentate del 51% rispetto alla norma.

Un sensibile miglioramento della situazione è confermato a partire da giovedì sedici gennaio da Michael Efron, senior metereoligist all’Agenzia per il controllo climatico australiana. “Nei prossimi giorni si prevedono forti piogge, tra i cinque i quindici millimetri di accumulo. Ma se da un certo punto di vista la diminuzione delle temperature che ne conseguirà non può che essere un fatto ovviamente positivo per contrastare il divampare degli incendi, da un altro la cosa desta preoccupazione. Molte aree totalmente private della vegetazione naturale rischiano l’allagamento e i pendii sono a forte rischio frane. Inoltre occorre tenere presente che i fulmini previsti potrebbero foraggiare ulteriormente i fuochi ancora attivi“.

Qualche timido sospiro di sollievo, in mezzo a un tunnel di drammatica incertezza che ancora non accenna a lasciar scorgere la sua fine. “Le popolazioni interessate da questa incredibile calamità naturale devono ricordare che siamo solo a gennaio, all’inizio dell’estate, dunque la situazione potrà presentare elementi di forte criticità ancora a lungo“, ha sottolineato durante un intervento ad ABC Radio Melbourne Luke Haegerty, direttore del Centro Nazionale per il controllo del territorio. “Il sollievo metereologico atteso per i prossimi giorni rappresenta di certo una novità positiva, poiché permetterà a tutte le forze in campo di svolgere i rispettivi compiti in una condizione di sicurezza maggiore, purtroppo però dobbiamo continuare a tenere un livello d’allerta molto alto“.

Non il miglior umore per affrontare l’edizione numero centootto dello Slam con il sorriso, anche se il mondo del tennis tutto sta provando, per quanto possibile, a tendere mani e braccia nel tentativo di sostenere in qualche modo le popolazioni locali così gravemente afflitte. Già alcune settimane fa Tennis Australia aveva lanciato la campagna “Aces For Bushfire Relief”, una donazione per ogni ace messo a segno durante l’estate della pallina aussie, iniziativa che al momento ha prodotto un totale di circa cinquecentomila dollari pronti per essere devoluti alle vittime dall’abnorme disastro, mentre è di oggi la notizia che ITF, insieme agli altri tre tornei del Grande Slam, ha messo insieme una cospicua somma, pari a 580 mila dollari australiani, quasi 360 mila euro, indirizzata alle medesime finalità.

“Il mondo del tennis sta facendo e farà quadrato attorno alle vittime di questa catastrofe“, ha dichiarato il Presidente della Federazione Internazionale David Haggerty. “La somma che insieme a Roland Garros, Wimbledon e US Open siamo riusciti a mettere insieme sarà devoluta alle squadre della Croce Rossa, vero perno del sistema di soccorso in favore degli evacuati e di tutti coloro che hanno subito gravi danni o sono stati messi in qualsiasi modo in difficoltà da questa tragedia ambientale“. Tra poco si parte, il countdown per il primo Major dell’anno è iniziato. Una conta alla rovescia senza il sorriso sulle labbra, stavolta.

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