ATP 250: Monfils-Pospisil finale a Montpellier, Vesely-Gerasimov a Pune

ATP

ATP 250: Monfils-Pospisil finale a Montpellier, Vesely-Gerasimov a Pune

Sabato di semifinali in Francia e in India. Monfils vince senza troppi patemi, sfiderà la sorpresa Pospisil. Battaglia di 3 ore in India per Jiri Vesely.

Pubblicato

il

Gael Monfils - Open Sud de France 2020 (foto Twitter @OpenSuddeFrance)
 


MONTPELLIER – Partita frizzante fra Gael Monfils e Filip Krajinovic, due giocatori molto puliti da fondocampo e usi alle condizioni di gioco, con il francese, wildcard e prima testa di seri del torneo, che l’ha spuntata per 7-6 (4) 6-2 in 82 minuti, conquistando la quarta finale in carriera nel sud della Francia, dove cercherà di vincere il terzo titolo dopo quelli del 2010 e del 2014.

Qualche rimpianto per il serbo, ancora alla ricerca del primo titolo nel circuito maggiore pur essendo il più continuo fra i suoi connazionali (in termini di rapporto fra vittorie e sconfitte) dopo Djokovic: nel primo parziale ha avuto due chance di breakkare senza concederne, ed è poi andato avanti 4-2 nel tie-break – i tre punti di differenza nel game di spareggio sono anche stati l’unica luce fra i due nel parziale, 40-37 Monfils nonostante il 64% (a 36) di punti fatti sulla seconda da Krajinovic.

Storia simile all’inizio del secondo, ma stavolta il dénouement è giunto molto più rapidamente, e senza troppi temi di smentita: alla chance non sfruttata da Krajinovic nel secondo gioco è corrisposto il primo break di giornata da parte dell’idolo di casa, salito 2-1 e servizio con un bellissimo vincente bimane lungolinea.

Quando sano, La Monf non è particolarmente scalfito da un tennis ordinato e pulito, ma non troppo vario o potente, come quello di Krajinovic, e l’ha dimostrato irretendolo in due approcci avventati nel settimo gioco, su cui ha breakkato per la chiusura facile – 12 ace e 81% di punti fatti con la prima alla fine. Sarà la trentesima finale in carriera per lui, un grandissimo risultato nonostante il record eufemisticamente non esaltante di 8 vinte e 21 perse.

SECONDA SEMIFINALE –  E ‘sta benedetta finale la dovrà pur vincere qualcuno, verrebbe da dire, perchè Monfils incontrerà un avversario con un record all’ultimo atto peggiore del suo, vale a dire il redivivo Vasek Pospisil (una sola finale, persa a Washington addirittura nel 2014), che ha rimontato David Goffin, testa di serie n.2, chiudendo sul 6-3 1-6 7-5 in 2 ore e 21 minuti.

Il canadese, in gara in virtù del “Protected Ranking”, ha confermato quanto di buono fatto vedere negli ultimi mesi, particolarmente indoor ma non solo (grande protagonista con Shapovalov della cavalcata canadese in Davis), ed è passato nel terzo game, quando la sua solidità sul lato sinistro ha costretto il belga, per forza di cose meno pesante, a osare oltremodo con la seconda, commettendo due doppi falli senza comunque riuscire a far valere i suoi anticipi da aruspice, andando costantemente sovra-ritmo.

Goffin ha poi fallito due immediate chance non consecutive per il contro-break, ma è riuscito a tenersi in vita salvando una palla per il 5-1 con un rovescio che ha scheggiato la riga ai piedi di Pospisil, che però non si è scomposto (persino uno sbarazzino vincente in chop per lui), e ha chiuso il parziale nonostante un doppio fallo sul primo set point.

L’inizio del secondo set faceva pensare a una ripetizione del precedente: pronti via e 0-40 sul servizio del belga, che però ha iniziato ad aggiustare l’alzo sia con la prima che con il lungolinea (che a sua volta gli ha aperto la strada della rete), e non solo ha rimontato, ma si è anche preso il break nel game successivo, ed è scappato sul 5-1 con un dritto in contropiede, grazie anche al crollo della prima dell’avversario, scesa dal 70 al 53%.

La lucidità non aveva però abbandonato il canadese, che all’inizio del terzo ha ritrovato la prima ed incrementato l’uso del back, conscio di non avere molte energie da spendere sullo scambio coperto, e si è procurato tre palle break non consecutive nel secondo gioco, non riuscendo però a concretizzarle.

Il match ha così vissuto la sua fase di maggior equilibrio, spezzato nel nono gioco da un gran passante lungolinea del belga, bravissimo a guadagnarsi la palla break al termine di uno scambio da 22 colpi che ha visto Pospisil immolarsi, ormai allo stremo e finito a terra, furente, nel punto successivo che ha consegnato il match all’avversario con un dritto in rete.

E invece le emozioni non erano ancora finite, perché Goffin (e forse emergono le ragioni del record negativo in finale) ha smarrito il servizio sul più bello, regalando due palle break con un doppio fallo, e Pospisil non si è fatto pregare, infilando il passante di dritto per il 5-5 e salendo a match point piegando la racchetta del belga, che gli ha consegnato la vittoria con un dritto in corridoio.

Il tabellone completo di Montpellier

PUNE – Davanti a un pubblico un po’ più folto rispetto a quello dei giorni scorsi, circondato da inspiegabili steccati (che per un tennista italofono non sarebbero un grande auspicio, spiegando forse la magra figura dei nostri), Jiri Vesely ha giustificato l’esistenza del torneo vincendo una semi-finale fiume in 3 ore e 3 minuti per 6-7 (8) 7-6 (3) 7-6 (7) contro la testa di serie n.2, il lituano Ricardas Berankis, che aveva vinto un altro precedente sulla distanza, lo scorso settembre a New York.

La partita ha avuto un andamento molto lineare, con i contendenti a rifiutarsi di lasciare l’avversario per strada una volta preso anche solo un minimo vantaggio – in tutti i set, infatti, alla fuga dell’uno è corrisposto il contro-break dell’altro. Il match si è quindi risolto in tre tie-break, due dei quali molto equilibrati.

In quello del primo set, Berankis si è fatto recuperare un mini-break con un doppio fallo, ma ha poi salvato quattro set point (il primo con due salvataggi miracolosi dopo una prima a uscire del ceco), chiudendo alla prima opportunità.

Visibilmente demoralizzato, Vesely è sembrato più volte vicino alla resa, accusando un problema fisico prima di cedere il servizio nel quinto game del secondo set, ma ancora una volta il buon Ricardas non è stato Cuor di Leone (o gli sono mancati 15 cm di apertura alare, direbbe probabilmente lui), e ha concesso l’immediato contro-break, incanalando la partita sui binari di un nuovo tie-break, stavolta senza storia, soprattutto grazie al 95% di punti vinti con la prima da Vesely nel set.

Inviolabile alla battuta e ringalluzzito dalla ritrovata condizione fisica, il n.1 ceco si è preso il break nel terzo gioco, ma, fedele alla struttura drammatica del match, si è subito fatto riprendere, propiziando un terzo tie-break dopo che Berankis ha salvato un break point nel quinto gioco con il miglior punto di giornata – demi-volée sul passante in cross di Vesely seguita da un gran riflesso. Dopo uno scambio immediato di mini-break, Berankis è scappato fino al 6-3, per poi sprecare quattro palle match (una delle quali al servizio con una volée sotterrata) e cedere con un passante alla disperata finito largo.

FINALE NON PROPRIO DI STIRPE – In finale Vesely troverà Egor Gerasimov, che ha battuto James Duckworth per 7-6 (2) 6-4 in un’ora e mezzo.

Il bielorusso, che molti ricorderanno per la sorprendente semifinale raggiunta a San Pietroburgo lo scorso settembre (batté anche Berrettini), è stato ingiocabile al servizio, portando a casa 40 punti su 45 con la prima senza concedere palle break, e ha dominato il tie-break del primo parziale, gestendo poi i turni di battuta del secondo prima piazzare l’allungo che gli consentirà di esordire in una finale del circuito maggiore, che lo vedrà favorito, dall’alto del suo ranking di n.90 ATP, contro il 107 di Vesely.

Il tabellone completo di Pune

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement