Couacaud e la finale annullata a Bergamo: “Decisione incomprensibile”

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Couacaud e la finale annullata a Bergamo: “Decisione incomprensibile”

Il francese non ha apprezzato la decisione di annullare la partita per il Coronavirus: “Sono un po’ frustrato. Avevamo chiesto di giocare a porte chiuse ma ci hanno detto di no”

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Enzo Couacaud - ATP Challenger Bergamo 2020 (foto Antonio Milesi)
 

Il coronavirus ha colpito anche il mondo del tennis. Ottemperando alla direttiva che ordinava la sospensione di ogni manifestazione sportiva in Lombardia, nella giornata di ieri è stata infatti annullata la finale del Challenger di Bergamo. Il match avrebbe dovuto vedere di fronte il francese Enzo Couacaud, n.208 del ranking mondiale e testa di serie n.7 del seeding e l’ucraino Ilya Marchenko, n.253 del mondo. Come da regolamento in queste circostanze davvero particolari, ai due giocatori sono andati i punti e il montepremi della finale. Nessun vincitore, ma neanche nessun vinto. 

Un epilogo sicuramente peculiare per il torneo bergamasco, ma inevitabile alla luce dell’evolversi della situazione. Non la pensa affatto così uno dei due finalisti, Couacaud, che in un’intervista a L’Equipe, si è lamentato della decisione degli organizzatori. “Ci è stato annunciata la decisione di annullare il match a mezzogiorno di ieri, poco prima della finale. Noi abbiamo chiesto di fare il match a porte chiuse. Ma ci è stato detto di no, ha rivelato Couacaud. In poche parole, il 24enne transalpino, ritiene che ci sia stata una forma di eccessiva prudenza, anche considerando il fatto che nel resto della città le misure per arginare la diffusione del virus non erano altrettanto evidenti. 

Sono un po’ frustrato. Capisco che non volessero riunire tanta gente nello stesso luogo per limitare il contagio. Ma da lì a rifiutarsi di far giocare un match a porte chiuse con giocatori e arbitri pronti mi sembra eccessivo. I rischi erano limitati, ha continuato il francese. “Soprattutto considerando che ho passeggiato per Bergamo e ho visto i ristoranti aperti. Sembrava una domenica come le altre con un sacco di gente per strada. E noi non abbiamo avuto il diritto di giocare un match di tennis con tre persone. Mi sembra un po’ incomprensibile”.

Couacaud ci ha inoltre tenuto a ribadire di essere in buone condizioni e di non aver avuto problemi a lasciare l’Italia, in vista del suo prossimo torneo. Noi non siamo stati per nulla toccati da questi disagi. Va tutto bene. Ho preso un volo per tornare in Francia. Devo giocare a Pau. Se ci avessero fermato sarei andato in macchina”, ha affermato. Voleva giocare a tutti costi la finale del torneo ed era pronto ad andare da Bergamo fino ai Pirenei in auto. Di sicuro non si può dire che il ragazzo pecchi di determinazione. 

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