Binaghi: "La Davis a Cagliari si giocherà con il pubblico"

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Binaghi: “La Davis a Cagliari si giocherà con il pubblico”

Il Coronavirus non condizionerà la sfida tra Italia e Corea del Sud (due dei Paesi con più contagi al mondo). Il presidente FIT conferma che in Sardegna si giocherà a porte aperte

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L’emergenza Coronavirus in Italia non è ancora rientrata. Con quasi 500 contagi, solo Cina e Corea del Sud hanno fatto registrare più casi in tutto il mondo e lo sport, come tutte le altre attività sul suolo nazionale, ne sta risentendo parecchio. In Sardegna, dove il 6 e 7 marzo andrà in scena il match di qualificazione alle Davis Cup Finals tra (guarda caso) Italia e Corea del Sud, non si registrano contagi. Nella serata di mercoledì è stata sottoposta a tampone una ragazza di Porto Torres, zona settentrionale, ma fortunatamente l’esito è stato negativo. Il tie si può quindi giocare a porte aperte, al contrario di quanto deciso in Giappone, dove non ci sarà il pubblico sugli spalti per la sfida tra i nipponici e l’Ecuador.

Il Coronavirus, al momento, resta lontano dall’isola e di questo e tanto altro ha parlato Angelo Binaghi, presidente della FIT, nella conferenza stampa di mercoledì 26 febbraio presso Villa Devoto, a Cagliari. “Siamo stati contattati poc’anzi dal Governo coreano per avere la certezza che faremo entrare in Sardegna i loro giocatori e lo staff sono le parole di Binaghi (originario proprio del capoluogo sardo), riportate dal sito ufficiale della Federazione. “Ci siamo messi in contatto col nostro Governo, il problema è risolto. Prenderemo tutte le precauzioni possibili ovviamente, in questo senso il mare rappresenta una protezione e non un ostacolo. Se avessimo scelto Torino come io volevo inizialmente, avremmo dovuto giocare a porte chiuse. Invece a Cagliari ce la facciamo, e sarà uno spot per la nostra terra in un momento così delicato e problematico. Anche la circostanza che Italia e Corea del Sud siano entrambi Paesi coinvolti ci dà una mano: i problemi li creano magari i Paesi non coinvolti perché hanno paura poi che gli atleti non possano tornare a casa”.

Al Tennis Club Cagliari si attende un grande pubblico, ma non il tutto esaurito. L’evento metterà in vetrina la città, dove non si gioca un match di Davis dal 2009: “Da sardo sono convinto che sia la strada giusta per far conoscere le bellezze della nostra terra, rilanciare l’economia e dare un futuro migliore ai nostri giovani. Sono contento di tornare in Sardegna, dove abbiamo una lunghissima tradizione positiva sia con la nazionale maschile che femminile. Abbiamo avuto un grande riscontro dalla biglietteria, abbiamo sfiorato il record storico di registrare il tutto esaurito con gli abbonamenti, su questo ha influito la situazione del Coronavirus e lo stato di allerta generale, che confidiamo con questa conferenza stampa di aver ridimensionato”.

Presenti a Villa Devoto anche il presidente della regione Sardegna Christian Solinas e il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. “Siamo onorati di ospitare una tappa importante della Coppa Davis” ha detto Solinas. “Riteniamo che aprire una vetrina cosi importante in Sardegna, nella città di Cagliari, possa rappresentare uno strumento eccezionale di promozione e di crescita per il mondo sportivo isolano, ma non solo, per dare un’immagine di una regione attenta ai grandi eventi in un momento particolare quale quello che stiamo vivendo”. Per Truzzu “la speranza è che sia una grande occasione di festa che ci permetta anche di non parlare di certi argomenti che ormai hanno preso il sopravvento e in alcuni casi generano un effetto psicosi che dovremmo cercare tutti di respingere”.

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