Coronavirus, Miami ha paura: quarantena per chi è stato in Italia negli ultimi 14 giorni

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Coronavirus, Miami ha paura: quarantena per chi è stato in Italia negli ultimi 14 giorni

Il dipartimento per la Salute della Florida impone la quarantena a chi negli ultimi giorni è stato nei Paesi più a rischio. I giocatori sono stati avvertiti dall’ATP. Il torneo è ancora in programma, ma sempre più a rischio

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Miami Open 2019 (photo Art Seitz c2019)
 

Un solido indizio sulla difficoltà di portare avanti regolarmente il torneo di Miami arriva da una nota che l’ATP ha diffuso ai giocatori e ai loro staff. A renderla nota sui social il collega di Supertennis, Luca Fiorino. Il dipartimento per la Salute della Florida impone infatti 14 giorni di isolamento a tutti coloro i quali raggiungano o abbiano già raggiunto la Florida essendo stati nei 14 giorni precedenti in Italia, Cina, Corea del Sud e Iran. Per chi non proviene dai Paesi appena citati, l’isolamento ”non è invece obbligatorio, soltanto raccomandato – prosegue la nota -, ma l’indicazione potrebbe cambiare in qualsiasi momento“. Più in generale, “per chi dovesse (in questo momento) lasciare gli Stati Uniti (per rientrarvi), c’è un’alta probabilità che la Florida possa imporre 14 giorni di isolamento“. Viene anche specificato che, al momento, c’è l’intenzione di mantenere in programma il torneo di Miami, “in attesa di successive informazioni addizionali sulla logistica e gli allenamenti“.

Miami Open, la comunicazione dell’ATP ai giocatori (via Twitter, @LucaFiorino24)

ALLARME – Vale come premessa: se a Indian Wells il Masters 1000 è stato cancellato per la presenza di un contagiato dal coronavirus in zona, in Florida – dato aggiornato sul sito dello stato federale, c’è un apposito contatore – i positivi sono fino a questo momento 19, con due decessi. Su ogni decisione influiranno anche questi numeri. Il torneo di Miami è in programma a partire dal 23 marzo con le qualificazioni, al via il giorno successivo il tabellone principale femminile e il 25 marzo quello maschile. Il dispositivo originale, pubblicato in poche righe su floridahealth.gov, fa riferimento all’ingresso nel territorio statale.

La home page del sito del dipartimento per la Salute della Florida

In teoria – limitandoci quindi alla lettura tra le righe – un tennista impegnato nelle qualificazioni lunedì 23 potrebbe entrare in Florida e scendere in campo se si trovasse negli USA già da domenica 8/lunedì 9 marzo (da capire, al netto del fuso orario, se faccia fede il momento della partenza o dell’arrivo). Il limite si sposterebbe al 10/11 per chi dovesse esordire direttamente nel primo giorno dei main draw. E così via.

GLI ITALIANI – Nel tabellone principale maschile hanno oggi un posto assicurato Berrettini, Fognini e Sonego. Fognini – come noto – è ancora in Europa (a Barcellona), ha lasciato la Sardegna dopo il weekend di Davis e sarebbe al limite nel caso volesse partire per Miami, dove dovrebbe sottoporsi alle due settimane di isolamento. Berrettini è a Indian Wells da qualche giorno, mentre Sonego è arrivato in California subito dopo Italia-Corea del Sud. Discorso simile per Mager e Travaglia, attesi a Miami dal tabellone delle qualificazioni così come Sinner, Seppi, Caruso, Lorenzi e Gaio. Tutti già lontani dall’Italia da più di 14 giorni quando ci sarà da entrare in Florida, alla luce delle limitazioni oggi in vigore.

L’ARIA CHE TIRA – Questo discorso non distoglie però l’attenzione dall’orientamento generale: se le misure dovessero inasprirsi, sarebbe impossibile garantire lo svolgimento regolare del torneo. Rimane in piedi – come lo è stato per qualche giorno a Indian Wells – l’ipotesi porte chiuse. Una decisione potrebbe arrivare anche nelle prossime 24/48 ore, in un apposito meeting previsto per mercoledì. Nel quale non si potrà prescindere dall’analisi del contesto: se in California, come hanno raccontato anche i nostri inviati, il torneo è stato cancellato nonostante l’allarme sociale non sia ancora eccessivamente diffuso, sulla costa opposta il coronavirus è tenuto in seria considerazione. Basta dare un’occhiata alle fonti governative della Florida, anche su Twitter.

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