Fabbiano leone in gabbia: "È dura, ma torneremo" (Longo). Santopadre: "Fate come Matteo, squat e addominali. Il tennis tornerà" (Rossi)

Rassegna stampa

Fabbiano leone in gabbia: “È dura, ma torneremo” (Longo). Santopadre: “Fate come Matteo, squat e addominali. Il tennis tornerà” (Rossi)

La rassegna stampa di venerdì 27 marzo 2020

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Fabbiano leone in gabbia: «E’ dura, ma torneremo» (Roberto Longo, La Gazzetta del Mezzogiorno)

Il mondo del tennis si è fermato e non ritornerà in campo prima del 7 giugno. Il tarantino Thomas Fabbiano è il capofila del tennis maschile pugliese, ex numero 72 al mondo, in queste settimane ha fatto in tempo a giocare gli Australian Open ma poi ha dovuto cancellare una serie di appuntamenti agonistici. Dov’era quando è arrivato lo stop? «Ero a Indian Wells, dove ero partito insieme al mio preparatore fisico per preparare la tournée americana che prevedeva anche la partecipazione al challenger di Phoenix e al master 1000 di Miami. Appena saputo della cancellazione del primo torneo, ho deciso subito di tornare in Italia anche se ancora non erano ufficiali le cancellazioni degli altri due tornei. Non sapevo cosa sarebbe accaduto nei giorni seguenti, era una situazione nuova per tutti e sinceramente rimanere in America non mi sembrava una buona idea. Il clima che si respirava lì era normalissimo, la cancellazione del torneo sembrava lontana e non avevamo avuto nessun presentimento di un possibile stop. Nei giorni successivi il circolo è rimasto aperto, il torneo permetteva a tutti di continuare ad allenarsi, era tutto surreale e la cosa che ho notato è che sembrava che in America sottovalutassero il problema rispetto alle misure che venivano adottate in Italia. Forse proprio questo mi ha spinto a tornare subito, non sapevamo altro riguardo il rischio di contagio e non volevo rischiare». Che sensazioni ha avuto nel volo di ritorno in Italia? «Sensazioni difficili da descrivere. Durante quel volo un po’ tutti nel mio staff abbiamo provato preoccupazione per quando saremmo atterrati in Italia ma ricordo che, stranamente, nessuno ci ha sottoposto ad ulteriori controlli rispetto alle norme. Da quando sono tornato in Italia sono in casa a Sanremo. Pur essendo nella lista dei giocatori che possono continuare ad allenarsi regolarmente, ho deciso di non rischiare nulla ed aspettare di vedere l’evolversi della situazione. Sicuramente non si riprenderá prima del 7 giugno e quindi c’è tanto tempo per riprendere la forma. Sto facendo qualche lavoro fisico in casa ma per il momento nulla di più». Come vive un professionista della racchetta un momento come questo? «In questo momento non credo che un tennista la possa vivere diversamente rispetto ad un altro lavoratore. Bisogna solo aspettare ed ascoltare scienziati e professionisti del settore e rispettare le regole imposte dal governo. Sappiamo che è una situazione difficile per tutti ma il grosso del sacrificio lo fanno i medici e gli infermieri che sono in prima linea in tutto questo, perciò sento di ringraziare queste persone per tutto il lavoro che stanno facendo. Ora la cosa importante è rimanere uniti perchè tutti insieme possiamo sconfiggere questo nemico».

Santopadre: «Fate come Matteo, squat e addominali. Il tennis tornerà» (Paolo Rossi, La Repubblica – Roma)

Lui, Vincenzo Santopadre, è quello di solito più composto nel box in tribuna quando gioca Matteo Berrettini. Lui è il coach del tennista n. 8 del mondo e vive a Roma questi giorni difficili. Vincenzo, come impiega il suo tempo? «Faccio la spola tra casa e figli. E la spesa».

E Berrettini?

Lui è a Miami. Usiamo le videochiamate. E’ una situazione anomala, inaspettata.

Immaginando che dia suggerimenti a Matteo, ne potrebbe regalare qualcuno anche alle persone più sedentarie costrette a stare in casa?

Ma certo, anche se non siamo tutti dei Berrettini: quindi, cercando di tener presente il livello di ognuno/a, per non parlare di eventuali patologie pregresse, direi che l’alzarsi e sedersi è l’esercizio basico, come degli squat. Poi, magari usando bottiglie d’acqua, altri esercizi di rafforzamento. E poi quelli classici che servono a stabilizzare la colonna, oltre ai tradizionali addominali. L’importante è evitare una vita completamente sedentaria, altrimenti ci abituiamo, e invece bisogna abituarsi al meglio, non al peggio. Per questo l’alzarsi e sedersi, fatto anche lentamente, lo indico come abc della “palestra di casa”. E per la mente, consiglio di leggere.

Lei è più tipo d’aereo che da casa Come si sente psicologicamente?

Cerco di trovare qualcosa di utile e di positivo in tutto questo. Mettiamola così: abbiamo del tempo che nessuno si sarebbe potuto consentire. Io lo uso per pormi domande. Rallentare i tempi. Stare con i figli. E opoi dobbiamo farci trovare pronti per il ritorno, uscirne arricchiti. Paradossalmente è come se si stesse ripristinando la scala dei valori.

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