I tennisti, si sa, si guadagnano da vivere grazie ai soldi che vincono nei tornei, tuttavia nel mondo del tennis c’è anche una categoria di persone che percepisce uno stipendio fisso e l’emergenza Coronavirus è andata ad intaccare anche il loro salario. Il presidente della ITF David Haggerty infatti, parlando al sito insidethegames, ha fatto sapere di esser stato costretto a tagliare la paga a circa la metà dei 133 dipendenti che lavorano per la Federazione di Tennis Internazionale. Alla maggior parte di loro verrà ridotto lo stipendio del 10% mentre quelli appartenenti al “Senior Leadership Team” subiranno una riduzione del 20%, e il presidente in persona – che nel 2017 ha percepito 642.000$ – per tutto l’anno si è imposto una decurtazione del 30%. Il motivo di queste scelte è evidente: mancano le entrate. Haggerty ha rivelato che circa la metà delle attività legate alla ITF erano in programma per questa prima parte dell’anno, e dunque a causa della pandemia il 50% dei proventi annuali è sfumato.
Per la prima volta inoltre è stato reso noto il fatturato totale della passata stagione che ammonta a $88.7 milioni, circa 80 milioni di euro, in larga parte dovuti alla rinnovata formula della Coppa Davis. A tal proposito Haggerty ha fatto sapere che al momento resta ancora in programma l’edizione 2020 delle Davis Cup Finals, che come lo scorso anno si dovrebbe disputare a Madrid durante il mese di novembre. Per quanto riguarda la finali di Fed Cup che erano in programma ad aprile a Budapest, si parla semplicemente di rinvio a data da destinarsi, e questo già basta ad Haggerty per assicurare che non sarà necessario rimborsare i contratti stipulati con i media.
Haggerty, parlando della situazione attuale, l’ha descritta come “una sfida fondamentale per la nostra organizzazione e il nostro sport”. L’ITF, ha affermato, “ha preso decisioni difficili a breve termine in modo da poter continuare a fornire tennis per le generazioni future in tutto il mondo“. Pochi giorni fa anche l’ATP Chairman Andrea Gaudenzi in una lunga intervista con i media italiani, era stato chiamato in causa sull’argomento e le sue prime parole erano subito state di apertura verso tutti gli organi che compongono il tennis. Questa mano tesa da parte della ATP, almeno stando a queste prime dichiarazioni, non sembra essere stata colta appieno dalla ITF, dato che nessun’altra “sigla” è stata nominata. Ci si augura ovviamente che questo processo di coesione sia solo agli inizi e non abbia subito una battuta d’arresto già nei suoi primi passi.
Le dichiarazioni si concludono comunque con un messaggio di buon auspicio per il futuro. L’ITF al momento si trova “impegnata ad adottare un approccio equo e paritario nei confronti delle molteplici parti interessate colpite dalle sfide che affrontiamo ora, garantendo nel contempo che l’intera organizzazione possa continuare a operare in modo efficace”. I loro sforzi attuali sono volti a “rivedere costantemente la nostra attività e le nostre operazioni al fine di ridurre al minimo l’impatto di questa pandemia sulle parti interessate: i giocatori, i funzionari e il personale, concentrando i nostri sforzi nelle aree che sono sotto la nostra autorità di controllo”.