‘Capre sulla neve’: sport in cui ci si azzuffa meno sul GOAT. L'aliena Shiffrin

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‘Capre sulla neve’: sport in cui ci si azzuffa meno sul GOAT. L’aliena Shiffrin

Nel tennis si litiga, ma ci sono sport in cui sembra più facile identificare il più forte di sempre. La terza puntata è dedicata a Mikaela Shiffrin, inattaccabile regina dello sci

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Episodio 1: la sostenibile leggerezza di Jarl (combinata nordica)
Episodio 2: mi manda Tarjei (biathlon)

Episodio 3: Fino a quando non verrà un’altra regina

Sci Alpino – Mikaela Shiffrin -Chance di Goatismo: 95%

“Queen you shall be, until there comes another, younger and more beautiful, to cast you down”. Sì, ho fatto lo snob e ho riportato l’originale in inglese, perché la traduzione italiana mi piace poco. Ma il senso delle parole di GRR Martin si può applicare benissimo al panorama dello sci alpino femminile di quest’ultima epoca. “Sarai Regina, fino quando ne verrà un’altra, più giovane e bella di te”.

Proprio quando la disciplina pareva aver trovato una Greatest Of All Time, preponderante non solo in pista ma anche a livello mediatico, sponsor perfetto per il circo bianco, ecco che subito giunge un’altra potenziale stella a spodestarla. 

Su chi sia più bella non discutiamo, non è il senso di questo articolo e su questo piano Lindsay Vonn e Mikaela Shiffrin lottano alla pari, mettendo in mostra due stili diversi: più aggressiva e social la prima, più acqua e sapone la seconda.

In comune le due hanno solo il passaporto. Una è un personaggio da copertina anche per il carattere, tra matrimoni giovanili finiti male (Thomas Vonn, del quale però ha conservato il cognome), flirt importanti (Tiger Woods), attacchi a Presidenti degli USA (il nome è inutile specificarlo), copertine di Maxim e così via. L’altra è più pacata, attaccatissima alla famiglia e al suo remoto Colorado, morigerata in attitudini e commenti, lontana per quanto possibile dal gossip. Una ha costruito la sua leggenda nelle discipline veloci, dove si scia non solo con le gambe ma anche col fegato, rischiando l’osso del collo. L’altra con una danza leggiadra e apparentemente senza sforzi fra i pali stretti.

Lindsay Vonn è rock. Mikaela Shiffrin è country.

E quando la giovane di Vail ha iniziato a piazzare risultati importanti, in tanti scommettevano che non avrebbe mai fatto breccia nei cuori del pubblico quanto la Regina della velocità a causa del suo essere poco “personaggio”. Ma Mikaela Shiffrin ha fatto parlare gli sci.

Guardando ai numeri, se ciò che Lindsay Kildow sposata Vonn ha fatto pareva enciclopedico, con Shiffrin saliamo a un livello mai visto nella storia dello sci alpino ambosessi. A un’eta in cui le altre ancora vengono etichettate come “giovani emergenti” Mikaela ha già portato a casa abbastanza trionfi per essere felice per dieci vite. 25 anni appena compiuti, 66 vittorie in coppa del Mondo, due ori olimpici, cinque mondiali di cui quattro consecutivi in slalom speciale, disciplina dove nei grandi appuntamenti ha perso solo una volta, alle Olimpiadi coreane del 2018. Tre coppe del mondo generali e otto di disciplina.

Per Lindsay Vonn, la cui carriera si è conclusa un anno fa, abbiamo invece 82 vittorie in Coppa del Mondo, un oro olimpico a Vancouver nel 2010 e due ori mondiali in Val d’Isere l’anno precedente. Nel decennio appena concluso Vonn ha continuato a macinare vittorie in Coppa ma ha deluso nei grandi appuntamenti. Ha comunque in cascina quattro Coppe generali e ben 16 di specialità, di cui otto in discesa libera.

Entrambe hanno vinto nelle quattro discipline cardine dello sci: speciale, gigante, superG e discesa. La Shiffrin però è decisamente più polivalente, capace di essere dominante in ogni specialità allo stesso tempo e di vincere in tutte e quattro nella stessa annata. Insomma, uno strapotere non solo certificato dai numeri ma anche dai metodi.

Mikaela Shiffrin è inoltre la sola atleta sugli sci, uomo o donna, ad aver vinto in 7 specialità diverse. Le quattro già citate più combinata, parallelo e city event. Un primato che nessuno potrà mai toglierle dato che il City Event, dopo qualche anno di prova, è stato definitivamente accantonato dalla FIS, diventando la “terra blu” dello sci alpino.

Guardando i freddi numeri si potrebbe considerare Lindsey Vonn in vantaggio, almeno riguardo la Coppa del Mondo. Per eguagliarla Mikaela deve ancora vincere un trofeo Generale e 16 gare. Ma sono risultati che Shiffrin può ottenere in una sola annata, se tutto va come deve andare. 

L’obiettivo di Shiffrin non sono le 82 vittorie marchiate Vonn per divenire la donna più vincente di sempre. Né le 86 di Stenmark per prendersi il primato ambosessi. La sciatrice di Vail vuole quota 100. Sfondare il muro mai neanche avvicinato per entrare a caratteri cubitali nell’epica di questo sport, come Johannes Boe proverà a fare nel Biathlon.

Prima di questa stagione tutti pensavano che quantomeno il sorpasso a Vonn e Stenmark fosse imminente e che nessuno potesse toglierle la quarta Coppa del Mondo consecutiva. Ma, come molti sapranno, un avvenimento extrasportivo si è abbattuto sulla Shiffrin troncandole di fatto la stagione a metà.

A fine gennaio Mikaela è impegnata nella lunga trasferta europea, che occupa quattro quinti di stagione. Ha appena trionfato nel weekend bulgaro di Bansko in superG e discesa, completando il “Calendar Year Grand Slam” con una vittoria in ogni specialità e ponendo un vantaggio (apparentemente) incolmabile in classifica generale sulle altre colleghe. Ma dagli USA arriva una bruttissima notizia: suo padre Jeff è ricoverato in condizioni gravi dopo un brutto incidente domestico. Mikaela vola d’urgenza verso casa ma fa solo in tempo a vedere suo padre spirare il 2 febbraio. La stagione di Mikaela Shiffrin termina lì.

Mikaela e suo padre, Joe Shiffrin

Il calendario della Coppa del Mondo va avanti, le avversarie riescono a recuperare il terreno perduto in classifica e una di loro, la nostra Federica Brignone, la sorpassa. Shiffrin decide solo a inizio marzo di tornare in Europa a gareggiare e provare a recuperare i 153 punti per salvare la Coppa del Mondo, ma le restanti due tappe di Åre e Cortina vengono cancellate a causa del CoronaVirus. Coppa alla Brignone, e la stagione di Mikaela Shiffrin si chiude con sole sei vittorie e neanche una coppa di specialità.

Gli appassionati di tennis ricorderanno quanto successo a Roberto Bautista-Agut durante la finale dell’ultima Coppa Davis: ricevuta la notizia della morte di suo padre, lo spagnolo è tornato brevemente a casa ma si è ripresentato a Madrid il giorno successivo per dare alla sua squadra un punto fondamentale per la conquista dell’insalatiera. Ogni persona elabora il lutto in maniera diversa e Bautista e Shiffrin sono agli estremi. L’americana si è presa una lunga pausa di riflessione. Suo padre Jeff era parte ufficiosa del suo staff e quanto può pesare la sua mancanza nei prossimi tempi sulla performance della Shiffrin è ancora da scoprire. In tal senso si può fare un parallelo con Amanda Anisimova, che dopo la scomparsa del padre (che le faceva anche da coach) ha deciso di saltare lo US Open.

Per questo motivo, nessuno sa con certezza quale Shiffrin ritroveremo ai cancelletti di partenza il prossimo autunno. Ma questo è solo uno dei tanti punti interrogativi che potrebbero insidiarla nel suo percorso verso la leggenda.

A pagina 2: le sue avversarie e il motivo per cui Mikaela sarà GOAT

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