Gli scambi di Federer e Djokovic ai raggi X: la realtà non è come sembra

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Gli scambi di Federer e Djokovic ai raggi X: la realtà non è come sembra

Il solito Craig O’Shannessy spezzetta i dati dei due campioni e ci racconta che Roger non vince molti più scambi corti. E Novak non domina in quelli lunghi

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Roger Federer e Novak Djokovic - Austrlian Open 2020 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 

Roger Federer è un attaccante, Novak Djokovic è più attendista. Uno si prende i punti, l’altro non sbaglia mai e te li fa perdere. Questa è, in estrema sintesi, la vulgata che circonda gli stili di gioco dei due grandi campioni. Senza scendere nel merito delle semplificazioni (che in quanto tali non sono quasi mai esaustive), è indubbio che l’approccio alla partita del serbo e dello svizzero è molto diverso. Ma dal punto di vista dei freddi numeri, cosa implica questo diverso approccio? Djokovic domina davvero gli scambi lunghi, mentre Federer è il re di quelli brevi?

Per rispondere, o quantomeno provare a farlo, ci affidiamo ai dati raccolti da Craig O’Shannessy, probabilmente il miglior statistico applicato al tennis attualmente in circolazione, e riportati sul sito dell’ATP. Il campione, raccolto su 2854 incontri ATP dal 2018 al 2020, include giocatori con un minimo di 2000 punti giocati, sommando tre seguenti tipologie di scambio (0-4 colpi, 5-8 colpi, 9 o più colpi), e ne analizza il rendimento.

Negli scambi sotto i quattro colpi ci aspetteremmo una netta predominanza di Federer, ma i numeri ci dicono che non è così. La percentuale di punti vinti dallo svizzero e dal serbo è infatti molto simile: 53,75% per Roger; 53,54% per Novak. Una differenza molto labile in termini di realizzazione soprattutto visto il cospicuo campione di punti cospicuo in esame. Gli enormi miglioramenti al servizio di Djokovic e la sua proverbiale aggressività in risposta spesso finiscono col procuragli punti rapidi, soprattutto nelle ultime stagioni, arrivando dunque a risultati molto simili a quelli dello svizzero in termini di efficacia. Se i due vincono la stessa percentuale di scambi corti, è altresì vero che Federer ne gioca molti di più – nonostante abbia disputato meno partite di Djokovic nel periodo preso in esame: lo svizzero risolve (vincendo o perdendo il punto) 8.960 scambi entro quattro colpi, il 64,5% dei suoi 13.892, mentre Nole si ferma al 53,5%. Questo è un chiaro indice della differenza di approccio tra i due, anche se nei fatti la percentuale di successo è quasi la stessa.

Un dato che potrebbe sorprendere: il leader di classifica in questa categoria di punti è Daniil Medvedev, che vince il 54.98% degli scambi corti giocati. Lo avreste mai immaginato?

‘LONG RALLIES’ – Per quanto riguarda gli scambi che si prolungano oltre i nove colpi, di primo acchito tutti probabilmente accorderemmo numeri largamente più favorevoli a Djokovic. Ancora una volta però la realtà statistica planerebbe a smentirci, perché le percentuali dei due sono quasi identiche: 54.63% Djokovic; 54.53% Federer. Un misero decimo percentile separa i due campionissimi. Certo, il serbo ha giocato molti più scambi prolungati rispetto a Federer (2570 contro 1478), ma questo è fisiologico e insito nelle diverse tipologie di tennis dei due, come già sottolineato per gli scambi corti. I dati mostrano chiaramente che Federer non ama farsi invischiare in palleggi estenuanti, ma quando è chiamato a farlo ne esce vincitore con la stessa frequenza di Nole.

Dove la differenza si fa più sensibile è nella categoria di mezzo, quella degli scambi che si concludono tra i cinque e gli otto colpi. Qui Djokovic si prende un vantaggio più cospicuo sul rivale: 55.51% contro il 53.27% di Federer. Difficile capire da cosa derivi questo gap più consistente. Probabilmente sono situazioni mediane nelle quali si vede di più la differenza tra i due stili di gioco. L’aggressività maggiore dello svizzero può infatti produrre maggiori errori soprattutto quando la difesa avversaria lo costringe a forzare con continuità e potrebbe essere il caso degli scambi qui analizzati (solitamente quando supera lo scambio supera i 9 colpi, Roger è in posizione difensiva e non offensiva). Viceversa lo stile più “attendista” di Djokovic, soprattutto nell’ultimo biennio, è meno incline all’errore nello scambio di media lunghezza e ciò potrebbe essere alla base di questo delta.

Tirando le somme, si può sfatare la vulgata che vede un netto predominio di Djokovic negli scambi lunghi e di Federer nell’uno-due, o meglio la si può riscrivere e riadattare un po’. Certamente il tennis del serbo beneficia di un palleggio prolungato, mentre Federer punta molto di più su punti rapidi e soluzioni aggressive, ma entrambi dimostrano pari qualità e efficacia nelle situazioni tradizionalmente più favorevoli all’altro. La verità e il discrimine tra i due ancora una volta probabilmente sta nel mezzo, in quella zona grigia tra i cinque e gli otto colpi, dove i numeri sembrano premiare più la prudenza che il rischio.

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